UNA STELLA È SPUNTATA DA GIACOBBE
(in collaborazione con Enza, foodblogger su Foodtales)
Natale è anche "simbologia", evento (salvifico, per i cristiani, e non semplicemente consumistico!) collegato all'utilizzo di simboli che, con il tempo, hanno assunto quasi l'aspetto di un marchio di fabbrica per dolci, addobbi, regali. Dietro questi elementi - ipersfruttati dal mondo del marketing - non di rado si nasconde un significato profondo, che affonda le sue radici nella Sacra Scrittura. Proprio come accade per la stella, che non è semplicemente un oggetto decorativo, ma, prima ancora, "biblico", e dunque dal sapore teologico e spirituale, rimando a una realtà ben più profonda di ciò che il segno mostra solo all'apparenza.
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LE STELLE NEL PIANO DIVINO
Le stelle compaiono fin dalle prime pagine della Scrittura, nel Libro della Genesi, come frutto dell'opera del Creatore. Esse vengono poste a servizio dell'uomo; ciò vale in modo particolare per il sole e la luna, chiamate a «governare» (Gn 1,16) il giorno e la notte; le si ritrova poi nei Salmi e nel Libro di Isaia. Esse «sono creature di Dio, egli le chiama per nome ed esse eseguono i suoi comandi, manifestando la sua gloria (cf Gen 1,14-18; Is 40,26; Sal 147, 4)» (Mario Meini, Stella del Mattino, in La Parola del Vescovo, Rivista on line Madre di Dio, n. 11, dicembre 2011).
Quest'ultima affermazione è la chiave di lettura per afferrare totalmente l'associazione tra Gesù - il Figlio di Dio, Colui che compie perfettamente la volontà del Padre - e la stella; e tra la stella e il Natale. La correlazione è sottesa nella profezia di Balaam, (riportata nel Libro dei Numeri) all'interno della quale vi è un chiaro riferimento all'avvento del Messia, indicato come un Messia-Re:
«Io lo vedo, ma non ora,
io lo contemplo, ma non da vicino:
una stella spunta da Giacobbe
e uno scettro sorge da Israele»
(Nm 24,7).
La comprensione di questa profezia riporta lo sguardo del lettore biblico - ancora una volta - al Libro della Genesi. La stipulazione dell'Alleanza con Abramo è accompagnata da queste parole di Dio: «Io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici» (Gn 22,17).
Gesù, la stella che spunta da Giacobbe
Cristo può essere paragonato alla stella anche perché, in quanto Uomo e in quanto Figlio, ha risposto alla chiamata del Padre, venendo sulla terra a compiere perfettamente la volontà di Colui che lo ha mandato. San Paolo, nella Lettera ai Filippesi (2, 6-11) tratteggia la figura di Gesù come del Figlio che si è fatto obbediente assumendo la condizione di servo, fino alla morte di croce. Per questo:
«Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
"Gesù Cristo è Signore!",
a gloria di Dio Padre».
Gesù è la stella delle stelle che Dio ha chiamato per nome; Egli è chiamato a dargli gloria, come gliene danno le stelle; e così come il sole e la luna erano state create per «governare» il giorno e la notte, Cristo è chiamato a «governare le nazioni con scettro di ferro» (Ap 12,5). La visione della Gerusalemme Celeste, all'interno dell'Apocalisse, contiene, per l'ennesima volta, un riferimento alle stelle:
«Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello:
i suoi servi lo adoreranno;
vedranno il suo volto
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte,
e non avranno più bisogno
di luce di lampada né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà.
E regneranno nei secoli dei secoli» (Ap 22, 3- 5)
Gesù, la stella che spunta da Giacobbe
Cristo che nasce nel mondo è la stella che spunta dalla discendenza di Davide: Giacobbe - menzionato nel Libro dei Numeri - è infatti anch'egli un discendente davidico, e - nello specifico - il nipote di Abramo.
Gesù, dunque, è parte di quella stirpe di Abramo che sarebbe stata «numerosa come le stelle del cielo», ma non è una stella fra tante, bensì la stella per eccellenza, perché non semplicemente non semplicemente Uomo, ma Uomo nuovo, nuovo Adamo; non soltanto Uomo, ma anche Dio; non solo Dio, ma Dio-Figlio; Cristo può essere paragonato alla stella anche perché, in quanto Uomo e in quanto Figlio, ha risposto alla chiamata del Padre, venendo sulla terra a compiere perfettamente la volontà di Colui che lo ha mandato. San Paolo, nella Lettera ai Filippesi (2, 6-11) tratteggia la figura di Gesù come del Figlio che si è fatto obbediente assumendo la condizione di servo, fino alla morte di croce. Per questo:
«Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
"Gesù Cristo è Signore!",
a gloria di Dio Padre».
Gesù è la stella delle stelle che Dio ha chiamato per nome; Egli è chiamato a dargli gloria, come gliene danno le stelle; e così come il sole e la luna erano state create per «governare» il giorno e la notte, Cristo è chiamato a «governare le nazioni con scettro di ferro» (Ap 12,5). La visione della Gerusalemme Celeste, all'interno dell'Apocalisse, contiene, per l'ennesima volta, un riferimento alle stelle:
«Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello:
i suoi servi lo adoreranno;
vedranno il suo volto
e porteranno il suo nome sulla fronte.
Non vi sarà più notte,
e non avranno più bisogno
di luce di lampada né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà.
E regneranno nei secoli dei secoli» (Ap 22, 3- 5)
L'uomo è chiamato a essere stella
Gesù, che si autodefinisce «la radice e la stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino» (Ap 22,16), afferma anche:
«Al vincitore che custodisce sino alla fine le mie opere
darò autorità sopra le nazioni:
le governerà con scettro di ferro,
come vasi di argilla si frantumeranno
con la stessa autorità che ho ricevuto dal Padre mio; e a lui darò la stella del mattino» (Ap 22, 26-28).
I credenti sono la discendenza di Abramo, «numerosa come le stelle del cielo»: essi sono confermati, attraverso il simbolismo metaforico della stella, nella loro "vocazione" alla figliolanza divina: rifulgere di luce riflessa, dare gloria a Dio con la loro luminosità, illuminare il mondo. Essere per sempre uniti a Cristo, una cosa sola con Lui. Chi sarà perseverante sino alla fine "possederà" Dio per sempre.
Gesù stesso, nel Vangelo, dà di sé stesso questa descrizione: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12); ma dirà anche ai suoi discepoli: «Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,14-16).
Gesù stesso, nel Vangelo, dà di sé stesso questa descrizione: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12); ma dirà anche ai suoi discepoli: «Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,14-16).
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
un regno e sacerdoti,
e regneranno sopra la terra»
(Ap 5, 9-10).
ALBERELLI STELLATI
di Enza, del blog Foodtales
Tante volte prepariamo dei decori natalizi dando per scontato ogni significato sotteso da ciascun simbolo: l'albero, la stella, la luce.
«L’eucaristia – scriveva J. Ratzinger - è il perenne albero della vita, il quale è accessibile; in ogni tempo è nel nostro centro e in ogni tempo c’invita a ricevere il frutto della vera vita».
In essa riceviamo Gesù vero Dio e vero Uomo; quel Gesù che è la «luce del mondo», «la stella radiosa del mattino».
Ingredienti
Fettine di melanzana fritta;
fettine di provola fresca o scamorza o altro formaggio;
sugo di pomodoro già cotto q.b.;
stelline di carota cruda;
origano;
parmigiano grattugiato;
semi di sesamo;
sale;
una fetta di pane in cassetta per ritagliare le letterine.
Procedimento per la realizzazione degli antipasti
Partendo dalle fette più grandi, che formano la base degli alberelli, disporre a strati alternati le melanzane e il formaggio.
Sulle fette di melanzane aggiungere un pizzico di sale e un cucchiaino di parmigiano; sulle fette di provola il sugo e l'origano.
Completare con le stelline di carota infilzate in uno stuzzicadenti, e a piacere semi di sesamo e parmigiano grattugiato su tutta la composizione.
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