domenica 8 gennaio 2023

Pensieri per lo spirito

IL BAMBINO DENTRO

Battesimo del Signore - Fine del tempo di Natale



Statua di Gesù Bambino nella parrocchia Maria SS. Immacolata di Montepaone superiore
© Maria Rattà 2023



"In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare". (Mt 3,13-15)



Impedire è il verbo del blocco: "mettere ceppi, impacci ai piedi" [1], ci dice la sua etimologia.
È il verbo dell'arrestare, del deviare, dell'imporre i propri piani a quelli di un altro.
Ma si può "impedire" qualcosa a Dio? Si può frenare la corsa del Verbo che ha deciso di incarnarsi per camminare fra gli uomini, che ha voluto farsi strada fra noi tracciando i suoi passi su una terra fatta di fango e di acqua, di sterco e di fiori, di sozzura e bellezza?
No, il Vangelo di oggi ci ricorda chiaramente che i piani di Dio non sono i nostri, le sue vie sono distanti anni luce da quelle che noi vorremmo imporgli, suggerendogli soluzioni alternative, più comode, più giuste secondo i nostri criteri.
Gesù ci ricorda con forza di essere venuto per percorrere questo mondo fatto di luci e ombre, per portare Se Stesso, vera luce che illumina ogni uomo.
Il Battista, che pure prima si era definito incapace di slegargli i lacci dei sandali, sembra ora dimenticarlo, e con il suo "volergli impedire" il battesimo fra le acque del Giordano, ne vuole arrestare il percorso, dettando un itinerario diverso, "a misura di Dio" (secondo il criterio umano).
Ma questo non è possibile, perché la modalità che Dio ha scelto per salvarci è quella di ogni comune mortale. Dunque Egli passa anche per questo Battesimo "di conversione", lui che bisogno di convertirsi non ne aveva di certo.
Ma così facendo ci indica che crescere significa questo: accettare liberamente di percorrere la via della Verità che salva.
E finisce, allora, il tempo di Natale, con un Gesù che non è più Bambino, ma Uomo, che non ha bisogno di essere portato in braccio, ma che sa camminare da solo, a testa alta, seguendo la voce interiore del Padre.
In fondo, anche per ciascuno di noi l'infanzia è solo una parentesi storica in un tempo più vasto.
Ma è quell'infinitesimale, magico, indimenticabile momento in cui impariamo a camminare nella sicurezza di altri che vegliano su di noi, tenuti per mano da quelli che più ci amano e che più amiamo, aiutati a rialzarci e a riprovarci, e poi lasciati liberi anche di correre.
La festa di oggi, a conclusione delle giornate natalizie, ci rammenta, allora, anche la preziosità dell'infanzia. E ci invita a farne tesoro, perché possiamo tracciare sempre, anche da adulti, piccoli passi quotidiani verso il Vero, non ricercando gli onori, ma servendo; non correndo da soli verso la meta, ma insieme agli altri; non lasciando indietro chi cade, ma aiutandolo a rialzarsi.
Ricordando sempre, che spesso, tutti ritorniamo come bambini bisognosi di aiuto, cercatori di guide, incapaci di sfrecciare se qualcun altro non ci sostiene, non ci spinge, non ci ricarica di energie positive. E incapaci sempre di andare lontano se non ci facciamo prendere per mano dall'Altro che ci ha preceduti su questa via di piccolezza. 
Fa', o Signore, che possiamo diventare veri uomini avendo sempre cura del bambino che è in noi!