giovedì 29 dicembre 2011

SIGNORE...INSEGNACI A PREGARE!


Il Vangelo di Luca, al capitolo 11, ci presenta una scena stupenda: uno dei discepoli, dopo aver atteso che Gesù finisse di pregare, gli si avvicina e Lo esorta:
"Signore, insegnaci a pregare". (Lc 11, 1)

L'esigenza manifestata da questo discepolo mette in luce due particolari elementi, che sono comuni anche alla nostra vita:
  • il discepolo riconosce in Gesù qualcuno -l'Unico- che "sa" realmente come pregare......c'è nella Sua preghiera qualcosa di talmente "forte, visibile" che egli non ha il coraggio di disturbarLo mentre sta colloquiando col Padre e con lo Spirito, ma aspetta che termini il Suo momento di orazione;
  • il discepolo ha....FAME DI PREGHIERA, ma non di una preghiera qualsiasi, che potrebbe anche non essere effettivamente tale...vuole sapere da Gesù come fare a                      pregare VERAMENTE...


Spesso nessuno ci insegna a pregare alla maniera di Gesù, manchiamo di "maestri" che, "come Giovanni" insegnino "ai discepoli" come pregare. (cfr Lc 11,1)
Andiamo in Chiesa, al catechismo, ma non troviamo sempre un....manuale pratico di istruzioni per l'uso della preghiera.
Impariamo a memoria varie orazioni, ma non ci viene spiegato il come pregarle, quale atteggiamento interiore (ed anche esteriore, a volte) tenere per far sì che quella preghiera sia non solo espressione vocale, ma anche e soprattutto dell'anima, del cuore....

Fortunati, dunque, se e quando incontriamo qualcuno che ci aiuti a superare la "dimensione" solo esteriore della preghiera, per farne un'esperienza di amore intimo, spontaneo, colloquiale con Dio...alla maniera di Gesù!
Questo qualcuno può essere un santo che scopriamo attraverso i suoi libri, un sacerdote, un amico che abbia già percorso un cammino di preghiera....

Santa Teresa d'Avila, ad esempio, offre coi suoi testi uno "spunto", ma soprattutto una scuola per chi vuole vivere la spiritualità carmelitana- per avviare questo modo di pregare...da Cuore a cuore...
Leggendola si può ad esempio comprendere che anche una preghiera come il Santo Rosario, apparentemente ripetitiva, può essere un incontro con il Signore, meditando mentalmente -ricorrendo anche all'immaginazione- sulle scene presentate dai misteri.
Pensando a ciò che scriveva la Santa -ricordarsi di essere alla presenza di Gesù anche nella preghiera vocale- si può passare da una preghiera vocale...ad una preghiera del cuore...

Non che non costi fatica, almeno inizialmente, tenersi "concentrati" e senza distrazioni.
Ma Santa Teresa aveva previsto anche questo...e la scuola carmelitana, specie con Santa Teresina, trova un "rimedio" anche alla distrazione: offrirla al Signore, magari convertendola in ulteriore preghiera, magari per le persone  o le situazioni che vengono a disturbarci, togliendoci l'attenzione che vorremmo mantenere. Il Signore apprezza lo sforzo, anche quando il risultato non è...ottimale!

Se si vuole fare un passo ulteriore...si può pregare ricorrendo all'orazione mentale teresiana: un colloquio amichevole con il Signore, rappresentato nella propria immaginazione come meglio ci aggrada per pensare di essere realmente (e lo siamo, nell'orazione!) in Sua compagnia: starGli accanto vuol dire poterGli parlare liberamente dei propri problemi, esporGli le proprie richieste, rimettersi fiduciosamente al volere di Dio.
A volte...anche e semplicemente rimanere silenziosamente accanto a Lui, se la preghiera viene apparentemente "complicata" dalle aridità di spirito.

Si può ancora andare...oltre: portarsi non solo con la mente, ma anche fisicamente, dinnanzi alla presenza di Gesù viva e vera, quindi fare l'orazione in Chiesa, davanti al Santissimo Sacramento nascosto dal Tabernacolo.
Si potrebbe dire che, in questo caso....il "mistero" della preghiera aumenta: il Verbo Incarnato è con noi perché è realmente presente sotto le Specie Eucaristiche...ed è realmente presente pure nell'orazione mentale....
Si può anche non ricorrere a molte "parole", ma rimanere semplicemente davanti a Gesù che ci ama di infinito d'amore...e dopo averLo "ascoltato" essere anche noi a prendere la parola....

Un carissimo amico sacerdote, mi faceva notare proprio come la stessa struttura del "PATER"   rifletta questo "ordine" nella preghiera.

Il Vangelo di Matteo, al capitolo 6, riporta infatti queste parole di Gesù:

"Pregando poi, 
non sprecate parole come i pagani, 
i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
Non siate dunque come loro,
 perché il Padre vostro 
sa di quali cosa avete bisogno 
ancor prima che gliele chiediate". 
(Mt 6,7-13)

Nel Pater, Gesù 
  • dapprima "magnifica" il Signore, riconoscendolo per quello che è, Padre;
  •  Gli attribuisce lode, gloria, onore.... e si rimette al Suo volere....
  • solo nella seconda parte della preghiera espone di fatto quelli che sono i bisogni -tanto materiali quanto spirituali-. 
  • e  nel farlo, sottolinea con maggiore insistenza proprio la necessità di implorare questi ultimi, dicendo :
  •  rimetti a noi i nostri debiti;
  • rendici capaci di perdonare;
  • donaci la forza di vincere le tentazioni;
  • liberaci dal male.


Nella richiesta -unica e sola- del pane quotidiano (che include anche il Pane degli Angeli...la Santa Comunione), Gesù racchiude tutte le necessità temporali dell'uomo.
Si evince quindi il primato della lode a Dio Padre, e della richiesta dei beni spirituali su quelli materiali.

Che la nostra preghiera possa essere dunque così: uno "sprofondare" nella pace del Divino Amore del Cuore di Gesù, che non richiede molte parole, ma la semplicità del nostro affetto nel momento in cui ci portiamo alla presenza del Signore (tanto quando preghiamo a casa, tanto quando siamo in Chiesa);
che il nostro stare con Lui possa essere un canto di lode al Padre, Creatore del Cielo e della terra;
che il nostro colloquiare da amici con il Verbo Incarnato ci spinga sempre di più a cercare prima il Regno di Dio, perché tutto il resto ci sarà dato in abbondanza!

Buona preghiera a tutti!

lunedì 26 dicembre 2011

"VENNE FRA I SUOI"....e noi siamo i suoi che hanno accolto Gesù?



Gesù e il giovane ricco
Il Vangelo di ieri (Gv 1,1-18), solennità del Natale del Signore, ci ha posto di fronte ad un interrogativo sempre attuale, di grande rilevanza per noi che ci diciamo cristiani.
Si tratta di una domanda che, ben riletta, può realmente sconvolgere la nostra esistenza e porci dinanzi all'UNICO che veramente valga la pena di incontrare....

"Venne fra i suoi e i suoi non lo hanno accolto"(Gv 1,11).


Questo versetto del prologo di Giovanni ci "colpisce" come un boomberang: noi siamo i suoi....abbiamo accolto Gesù, il Verbo fattoSi Carne per la nostra salvezza?

In primo luogo, per rispondere a questa domanda, che scuote le fondamenta delle nostre sicurezze "religiose", bisognerebbe chiedersi: chi sono questi "suoi"?

"In propria venit, et sui eum, non receperunt" si legge nella versione latina dello stesso prologo.
Venne fra "i propri", un termine ancora più forte del seguente, "i suoi".

Ma anche la precedente traduzione della Bibbia in lingua corrente ci fornisce un aiuto per rispondere alla domanda: "Chi sono i suoi"?
Si leggeva infatti nella Bibbia di Gerusalemme, traduzione del 1972: "Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto" .

Tirando le "somme", ma partendo sempre da quel "I SUOI" che è l'elemento rimasto in comune fra le tre versioni, si può dire che essi siano:
  • in primo luogo i Suoi concittadini e connazionali che in Lui non riconobbero il Figlio di Dio, il Verbo Incarnato....e che disprezzandolo per quelle Sue parole che consideravano addirittura "bestemmie", non Lo accolsero alla fine nemmeno come un profeta, ma ne fecero un reietto, un delinquente... In Gesù essi non "videro" nè Dio, nè un uomo...perché ad un uomo non si riserva una sorte tanto "disumana". Rifiutando Gesù hanno rifiutato la Luce che anche in loro doveva brillare. Di scribi e farisei, Egli dirà infatti "i farisei e i dottori della Legge hanno reso vano il disegno di Dio su di loro" (Lc 7,24)
  • in secondo luogo, i "suoi" sono, più da vicino, quanti da Lui chiamati.....che però rifiutarono di ascoltare questa chiamata fino in fondo e si lasciarono vincere dalle seduzioni del male, del potere, del denaro.... Ne è un esempio Giuda, che vendette il Figlio dell'Uomo per trenta denari; ne è un altro esempio il giovane ricco che, pur chiamato ed affascinato da Gesù, se ne andò triste, lasciandoLo, perché non se la sentiva di perdere i suoi "molti beni" (Mc 10,17) per seguirLo. Anche questi spensero la Luce che voleva brillare in loro, perché seguirono altre false luci....quelle finte luminarie che abbagliano, ma poi accecano!
  • a livello più "generale", i "suoi", i "propri" sono anche tutti gli uomini, modellati, "creati" anche ad immagine e somiglianza di Dio Figlio e creati per amarLo e per ricevere il Suo amore! In Gesù, nuovo Adamo, noi abbiamo, potremmo dire in senso semplicistico, il nostro "capostipite", per mezzo del quale anche noi siamo stati creati e mediante il quale veniamo pure generati come figli di Dio e quindi come fratelli  di ed in Cristo Gesù. I Romani non credettero in Lui....ed erano anche loro uomini, creati per la speranza della salvezza....
I "suoi" che non Lo accolgono sono purtroppo presenti ancora oggi 
  • tanti "chiamati", purtroppo a volte disattendono la sequela, per seguire altre strade;
  • molti uomini si "convertono" alle "nuove religioni" o, semplicemente, vivono una vita di indifferenza rispetto alla figura di Gesù....
E noi, noi che ci diciamo cristiani, che siamo cattolici battezzati e confermati.... come viviamo il nostro rapporto con Gesù?

Lo accogliamo fino in fondo, anche quando questo ci costa rinuncia al proprio io, alle immoralità, alle ingiustizie, ai desideri cattivi, agli impeti del momento?

La pagina biblica di ieri ci ha messo dinnanzi non solo alla "sconfitta" di una storia che non sa riconoscere il Figlio di Dio, ma anche davanti alla SPERANZA di una realtà temporale in cui è possibile accettare totalmente la luce che viene nel mondo:


"A quanti però lo hanno accolto 
ha dato potere di diventare figli di Dio:
 a quelli che credono nel suo nome, 
i quali non da sangue, né da volere di carne, 
né da volere di uomo, 
ma da Dio sono stati generati"
 (Gv, 1, 12-13)

Se si prova a rileggere la "storia" (di cui Gesù è SIGNORE!) alla luce di questa speranza...ecco apparire Nicodemo -ebreo, fariseo, membro del Sinedrio- che si fa discepolo del Cristo;
ecco apparire santi come Edith Stein, filosofa...atea...ebrea, che folgorata dalla lettura di Santa Teresa d'Avila, trova in Cristo la VERITA' e si fa cristiana cattolica, monaca carmelitana, martire per la fede;
ecco venirci incontro Longino, soldato romano, pagano....che sotto la Croce si converte e si fa da straniero fratello, da pagano credente;
ecco, ancora, la storia di Agostino d'Ippona, che dopo anni di "sballottamenti" morali e religiosi, passando anche per falsi credi, ritrova la "strada di casa"....e si fa cristiano cattolico...vescovo...santo, dottore della Chiesa!
Ed...infine...ecco  un San Pietro...che pur sbagliando dopo la sua chiamata, si rialza, si rimette in cammino...e a lui viene detto: "PASCI I MIEI AGNELLI" (Gv 21,15), "a te darò le chiavi del regno dei Cieli" (Mt 16,19)!

E noi, io, tu....quali "suoi"di Gesù siamo?
A ciascuno di noi, il Vangelo di ieri pone la domanda: HAI ACCOLTO GESU'? 


Che la Vergine Maria, donna del "SI", ci renda capaci di riconoscere e accogliere in noi la Luce che è venuta nel mondo, la Luce che viene ogni giorno, ogni momento!

domenica 18 dicembre 2011

SE IL CUORE E' INFIAMMATO D'AMORE...



...sostando davanti al Tabernacolo quanto è facile lasciarsi "infiammare" d'amore per Colui che ci ama!

Quanto è semplice farsi incendiare dall'amore di Colui che ci ama in modo perfetto, eterno, infinito, purissimo!

Dietro quella porta di metallo dorato, c'è un Cuore che ARDE d'amore per Dio Padre, un Cuore ricolmo di Spirito Santo, il "Fuoco CONSOLATORE"; un Cuore che BRUCIA d'amore per ogni creatura!

E il fuoco non scioglie forse il metallo di quella piccola porticina, che ci separa materialmente dal Cuore dei nostri Cuori?

Allora, se "l'ostacolo" che ci rende impossibile accedere alle fiamme d'Amore Divino non esiste più, perché è rimosso dallo stesso Amore Eterno ed Increato....allora, da quel Cuore ricolmo d'Amore, ardente d'Amore, quante scintille, quanti "lapilli" si sprigionano, e raggiungono anche il mio piccolo, povero, finitissimo cuore....

Troppo poco? No....
Perché, come anche una goccia di benzina fa compiere un piccolo movimento alle ruote di un'auto....così, anche una scintilla incendiata di quel Fuoco che arde, ma non consuma, se raggiunge il mio cuore lo "accende", lo infiamma di un po' più di amore per la Santa Trinità, per l'umanità intera....

Se ogni giorno, anche solo per poco tempo, sostiamo dinanzi a quel Tabernacolo che nasconde l'AMORE AMANTE, ecco che per noi quell'Amore si fa anche l'AMORE AMATO....e poi l'AMORE DA FARE AMARE....

Se ogni giorno, fosse solo per un minuto, entrando in Chiesa pensassimo: "Sono sotto lo sguardo innamorato di Colui che da sempre mi ama....e che ora gioisce nel vedermi"....porteremmo con gioia un po' di quell'Amore anche agli altri, proveremmo a far capire loro: DIO TI AMA, DIO TI AMA DA SEMPRE!
E non sono necessarie tante parole....è sufficiente rimanere lì, in silenzio, sotto lo Sguardo Misericordioso di Dio, dinanzi a quel Cuore di Carne che batte eternamente per darci vita...


L'ardente carità che rimane "silenziosa" dietro la porta del Tabernacolo, in realtà è una FORNACE ARDENTE che aspetta di trovarci lì, ai Suoi piedi, per dare anche a noi un po' di quel fuoco inestinguibile che ci rende sale del mondo, luce della terra, adoratori in Spirito e Verità.

venerdì 16 dicembre 2011

Novena di Natale


L'adorazione dei pastori-Gherardo delle notti

Anche quest'anno vi invito a pregare la novena di Natale in compagnia delle Carmelitane Scalze di Parma, che hanno arricchito il loro sito natalizio con uno splendido "novenario innevato"!

Buona novena a tutti!

giovedì 15 dicembre 2011

FURTO DI OSTIE....PREGHIAMO, RIPARIAMO!


Qualche giorno fa, nella Chiesa parrocchiale di Santa Caterina sullo Jonio (Cz) sono state purtroppo rubate delle Ostie Consacrate.
Come precisato dal parroco, Don Saverio Mattei, pissidi e teche in cui erano contenute le Sacre Specie, non sono di valore.
Ci si auspica quindi che venga restituito l'UNICO VERO VALORE: GESU' SACRAMENTATO.



Chiedo a tutti i lettori del blog di offrire la propria preghiera, la partecipazione alla Santa Messa o anche i piccoli "fioretti" quotidiani, in riparazione per questo terribile atto sacrilego ed affinché le Ostie possano fare ritorno in Chiesa.


Grazie a voi tutti!

mercoledì 14 dicembre 2011

MEMORIA DI SAN GIOVANNI DELLA CROCE, carmelitano scalzo




         O Dio, che hai guidato san Giovanni della Croce 
alla santa montagna 
che è Cristo, 
attraverso la notte oscura della rinuncia
 e l'amore ardente della croce, 
concedi a noi 
di seguirlo come maestro di vita spirituale, 
per giungere alla contemplazione
 della tua gloria.

AMEN





La liturgia di quest'oggi fa memoria di San Giovanni della Croce, riformatore del ramo maschile del Carmelo, da sempre ricordato assieme alla riformatrice del ramo femminile, ossia Santa Teresa d'Avila.

L'ufficio delle letture del "proprio della liturgia delle ore" dei Carmelitani Scalzi (ossia, una liturgia delle ore "specifica" per quest'ordine, che integra quella "ordinaria" con le memorie, solennità e feste dei santi carmelitani), propone una bellissima seconda lettura, tratta dal Cantico Spirituale, intitolata "La bellezza di Dio partecipata alle creature per il Verbo".


Meditare su questo testo offre l'opportunità, in un certo senso, di "ripercorrere" interiormente tutta la Parola di Dio: dalla creazione del mondo, poi dell'uomo e della donna ad immagine e somiglianza della TRINITA' (la Bibbia dice "a nostra immagine e nostra somiglianza" Gn1,26), alla caduta da cui l'uomo si "riscatterà", o meglio, verrà riscattato, attraverso la morte in Croce di Cristo.
Dio creò l'uomo in vista del Verbo, quindi, si potrebbe dire...utilizzando Cristo come "stampo", prototipo, per realizzare un mondo a "misura Sua".....
Ma l'uomo non riesce a mantenere l'armonia tra anima e corpo....
Solo con l'Incarnazione del Verbo, avviene una nuova "unificazione" tra la "figliolanza divina" e la "figliolanza dell'uomo".
Nella Genesi, infatti, ad un certo punto pare che quasi si scollino queste due nature umane, e viene detto che "i figli di Dio vedevano che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero" (Gn 6,2).
Quando l'uomo considera l'altro solo per la sua esteriorità, spinto da desideri carnali disordinati, dalla materialità...smette di agire da figlio di Dio e smette di cogliere nell'altro quella stessa figliolanza divina. L'uomo si comporta così ogni volta che lascia dominare in sé gli istinti di male!
L'uomo si fa....semplicemente uomo, terra, frutto della polvere....
Con l'Incarnazione, il Figlio di Dio si dirà Figlio dell'Uomo: l'ipostasi consente di riunire, di "riappacificare" ogni cosa, perché tutto è stato fatto per mezzo del Verbo, fin dal principio (come ci ricorda anche il prologo di Giovanni) e tutto è stato fatto in vista di Lui, per ricapitolare in Lui ogni cosa (come invece ci dice San Paolo).
E da Lui....abbiamo ricevuto grazia su grazia! (Gv 1,18)
CORRISPONDIAMO A TANTA BENEVOLENZA, MISERICORDIA, DONAZIONE GRATUITA DI COLUI CHE SI E' FATTO SERVO PER AMORE!

Buona lettura!





Dal Cantico Spirituale di San Giovanni della Croce
"La bellezza di Dio partecipata alle creature per il Verbo".



"Le creature, come afferma S. Agostino, danno testimonianza della grandezza e perfezione divina.

Dio infatti ha creato tutte le cose con grande facilità e prestezza e ha lasciato in esse qualche orma del suo essere, non solo traendole dal nulla all'esistenza, ma anche dotandole di innumerevoli grazie e virtù, abbellendole di ordine mirabile e di stretta dipendenza le une dalle altre, operando tutto questo per mezzo della sua Sapienza, che è il Verbo suo Unigenito Figlio, mediante il quale le ha create.

Secondo quanto afferma San Paolo, il Figlio di Dio è lo splendore della gloria del Padre e l'immagine della sua sostanza.

E' dunque da osservare che Dio con la sola immagine di suo Figlio guardò tutte le cose, dando loro l'essere naturale, comunicando molte grazie e doni naturali, facendole perfette e rifinite secondo le parole della Genesi: Dio guardò tutte le cose che aveva fatto ed erano molto buone.
Vederle molto buone equivale a farle molto buone nel Verbo, suo Figlio.
Guardandole, non soltanto comunicò loro l'essere e le grazie naturali, ma con questa immagine di suo Figlio le lasciò rivestire di bellezza, comunicando loro l'essere soprannaturale.
Ciò accadde quando Egli si fece uomo, innalzando questo alla bellezza di Dio e per conseguenza in lui tutte le creature, poiché, facendosi uomo, si unì con la natura di  tutte quelle.
Perciò il medesimo Figlio di Dio dice: Quando sarò alzato da terra, trarrò a me tutte le cose.

E così, in questa glorificazione dell'Incarnazione del Figlio suo e della sua resurrezione secondo la carne, Dio abbellì le creature non solo in parte, ma le lasciò rivestite completamente di bellezza e dignità".

martedì 13 dicembre 2011

SANTA LUCIA

PREGHIERA A SANTA LUCIA 


(breve estratto da una preghiera di San Pio X)




O Santa, che dalla luce hai nome, 
a te pieni di fiducia ricorriamo 
affinché ne impetri una luce sacra,
 che ci renda santi
per non camminare nelle vie del peccato
e per non rimanere avvolti nelle tenebre dell'errore.


AMEN








Un anno fa scrissi su questo blog di un signore non vedente della mia parrocchia, il cui atteggiamento di profonda devozione durante un'adorazione Eucaristica mi aveva molto colpita.
Questo signore è venuto a mancare durante i mesi estivi, riacquistando finalmente la "luce degli occhi".
Ancora una volta vorrei parlare di lui, in occasione di questa memoria di Santa Lucia, la santa "della vista", perché pensare ad un non vedente che muore -un non vedente dalla nascita- mi ha fatto riflettere sul senso del "vedere" dopo la nostra partenza da questa terra.

Chi di noi ha la fortuna di possedere e mantenere integro il dono della vista, probabilmente pensa poco a quanta e quale importanza abbiano gli occhi nella vita di ogni giorno.
Si dà per scontato che ci siano, che ci rendano un servizio utile, ma non ci soffermiamo su questo punto con particolare attenzione.
Non è una banalità: chiunque infatti attraversi, ad un certo punto della vita, un momento in cui la vista cominci ad essere "difettosa", o incorra in qualche problema ad essa più o meno serio, si ritrova improvvisamente preso da mille preoccupazioni e riconosce immediatamente l'importanza del dono immenso -e non dovuto!- che Dio ci fa nella vista.
La paura di poter "non vedere" diventa la molla per riflettere sulla quantità di cose (tutte, probabilmente!) che facciamo con l'ausilio di questi organi di senso, quali sono gli occhi.
Forse impariamo anche a "custodirli" meglio, a proteggerli dagli sforzi eccessivi, dalle situazioni pericolose, a ringraziare Dio per quel dono che avevamo anche prima, ma che consideravamo un tesoro "scontato".

C'è però anche un'altra cosa a cui forse, nel tempo della salute oculare, non si pensa: per quali scopi usiamo i nostri occhi?
Ne facciamo strumento a servizio di Dio, "riparandoli" dalle cose che possono danneggiare la vista interiore, quella dell'anima?
O facciamo entrare in noi, attraverso di essi, cose che poco per volta fanno accumulare sporcizia spirituale o che semplicemente diventano "inutilità", cose superflue?

Ecco, pensando al signore non vedente che è tornato alla casa del Padre quest'estate, il primo pensiero è stato: HA CONSERVATO IL VINO BUONO PER L'ULTIMO...non ha "sprecato" gli occhi per e su cose inutili o sporche, ha riservato per essi, per la propria vista interiore, la vista del SOLO CHE VERAMENTE POSSA DARCI OCCHI PER VEDERE!
Non vedente fin dalla nascita, chissà come avrà potuto immaginare sua madre, gli alberi, il mare che tante volte "ascoltava" quando veniva portato a passeggiare, la Chiesa in cui pregava....
Non vedente, chissà come avrà immaginato Nostro Signore, che non ha mai visto in nessuna delle Sue rappresentazioni scultoree o pittoree....
Non vedente, è stato come una persona che, partendo per un lungo viaggio, veda colui che lascia e poi chiuda gli occhi, per riaprirli solo al momento del ritorno a casa, per rincontrare con lo sguardo l'amico da cui si era separato....

Che bello sarebbe se, tutti noi che godiamo del bene della vista, potessimo "idealmente", spiritualmente riservare il "primo sguardo" per il Signore che ci accoglierà nell'eternità!
Per farlo è però necessario imparare a "mitigare" il nostro desiderio di guardare tutto, di "curiosare" con gli occhi, di perdere anche del tempo prezioso attraverso il loro cattivo uso.

Pensiamo a quante ore vengano sprecate per guardare programmi televisivi poco educativi (se non addirittura volgari), a quanto tempo si perda nel leggere riviste che non lasciano nessuno spazio alla riflessione....
pensiamo, poi, a quanto poco tempo si dedichi invece alla contemplazione della natura, che ci rimanda con la sua bellezza, al Creatore;
a quanto poco si osservino i propri figli, la propria moglie, il proprio marito, che sono "capolavori" di Dio nelle nostre vite;
a quante poche ore si dedichino alla contemplazione Eucaristica...

San Giovanni, nel suo Vangelo, ci dice: "la concupiscenza degli occhi non viene dal Padre, ma dal mondo" (Gv 2,16).
E l'etimologia della parola "concupiscenza" richiama un desiderio "bramoso" di qualcosa, quindi eccessivo...fuori luogo...perché il significato della parola indica l'inclinazione verso "piaceri non puri".

Non è allora un caso se il Vangelo utilizzi proprio il verbo "osservare" in riferimento alla Parola di Dio: gli occhi hanno una grande "potenza": possono essere lo strumento concreto per assimilare qualcosa, in bene o in male.
Se impariamo quella che i santi di tutti i tempi  hanno chiamato la "custodia" degli occhi allora potremo anche noi, simbolicamente, riservare veramente il primo sguardo, uno SGUARDO PURIFICATO per il Signore che viene, altrimenti rischieremo di essere come vedenti che si fanno ciechi....

Che Santa Lucia, di cui oggi si fa memoria, ci aiuti in questo percorso di purificazione della vista, affinché i nostri sguardi -mondati dalla ricerca di ciò che è vano, cattivo, inutile- possano acquistare la purezza necessaria per vedere DIO, rendendoci capaci di riconoscerLo in ciò che ci circonda e di fuggire da quello che ci separa da Lui.

Buon onomastico a chi porta il nome di questa Santa Martire!

domenica 11 dicembre 2011

"VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO": luce "riflessa" in noi da Cristo Signore!


Il Vangelo della III domenica di Avvento ci ha nuovamente presentato la figura del Battista e lo ha fatto attraverso le sue stesse parole e quelle dell'evangelista Giovanni.
Abbiamo ascoltato questi versetti: 
"venne un uomo mandato da Dio
 come testimone 
per rendere testimonianza alla luce. 
Egli non era la luce" (Gv 1, 6-8).

Eppure in Matteo, leggiamo le parole di Cristo stesso, che sprona le folle asserendo: "voi siete la luce del mondo" (Mt 5,14).
Come è possibile conciliare il fatto che Giovanni non fosse la luce, con quello che invece viene poi detto a noi: siamo luce del mondo?
Siamo o non siamo "luce"?
E' uno di quei....classici paradossi del Vangelo, che possono essere compresi solo nella prospettiva della Parola letta nella sua interezza, meditata, assimilata.

Partendo dal prologo di Giovanni, troviamo infatti il primo nostro punto fermo, GESU' SIGNORE! 
La "chiave" per sciogliere il nodo dell'apparente antinomia fra luce/non luce...

"In lui era la vita 
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta
Veniva nel mondo 
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo".
(Gv 1, 4-5; 9)

La luce vera è solo CRISTO, LUI E' IL SOLE di cui dobbiamo "rivestirci" se vogliamo brillare...di luce riflessa!
Noi non siamo i "protagonisti" della storia umana, il protagonista è soltanto LUI, e noi, come Giovanni Battista, siamo chiamati a "render testimonianza alla luce" (Gv 1, 9).
Agendo senza manie di protagonismo, riusciamo a comportarci come quei pianeti che, ruotando attorno all'astro principale, non brillano di luce propria, bensì di luce riflessa, eppure quella luce, guardata dagli altri, appare...semplicemente "luminosa" e dona chiarore anche a chi sta intorno!
Il Natale Cristiano andò ad inserirsi in quella data che per i pagani coincideva con la festa del sole, e per noi Gesù è veramente un SOLE: la stella più luminosa di tutte, più vicina a noi "pianeti" che ruotiamo intorno a Lui...

L'avvento dovrebbe richiamarci a questa realtà: imparare a non nutrire manie da "star" nel nostro voler illuminare il mondo, ma saper prima di tutto coltivare in noi la luce di Cristo, lasciarle spazio...per poi donarla gratuitamente anche agli altri....con spirito di umiltà.

La Vergine Maria, nel suo "avvento" durato nove mesi, ha fatto esattamente questo, ed ha continuato su questa strada per tutta la sua vita, come ci ha ricordato, in Piazza di Spagna, l'8 dicembre scorso, Papa Benedetto XVI:

"la “donna” dell’Apocalisse è Maria stessa. 
Ella appare “vestita di sole”, cioè vestita di Dio: la Vergine Maria infatti è tutta circondata dalla luce di Dio e vive in Dio. 
Questo simbolo della veste luminosa chiaramente esprime una condizione che riguarda tutto l’essere di Maria: Lei è la “piena di grazia”, ricolma dell’amore di Dio. E “Dio è luce”, dice ancora san Giovanni (1 Gv 1,5).
 Ecco allora che la “piena di grazia”, l’“Immacolata” riflette con tutta la sua persona la luce del “sole” che è Dio".

Ora, concretamente, come può fare l'uomo ad essere testimone della luce, luce "riflessa", senza volersi sostituire alla LUCE VERA?

Nel Vangelo di Luca Gesù ricorre alla parabola della lucerna, asserendo:

"nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce.
La lucerna del corpo è l'occhio.
Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma e è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre" (Lc 11, 33-34)

Viene qui spontaneo un parallelo con le prime pagine della Genesi: dopo che Adamo ed Eva mangiarono il frutto dell'albero "proibito" "si aprirono gli occhi di tutti e due" ed ebbero vergogna, "paura" davanti a Dio....perché "si accorsero di essere nudi"...(Gn 3, 7) 
inoltre, prima ancora di mangiare di quel frutto, nell'accogliere la tentazione del serpente, Eva "vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza" (Gn 3, 6).

La lucerna del tuo corpo è l'occhio, ha detto Gesù nel Vangelo di Luca: e gli occhi di Adamo ed Eva ci vedevano bene anche prima di mangiare il frutto "proibito", anzi....ci vedevano meglio di come videro dopo!
Vedevano in "purezza", vedevano attraverso la luce di Dio che "passeggiava nel giardino" illuminando ogni cosa...
Essi vedevano secondo il dettato di San Paolo: "Tutto è puro per i puri; ma per i contaminati e gli infedeli nulla è puro; sono contaminate la loro mente e la loro coscienza". (Tt 1,15)
Non percepivano infatti la loro nudità come vergognosa, perché erano esenti da malizia;
non consideravano l'unione carnale come morbosa, perché la vivevano nel rispetto delle leggi divine;
non affrontavano il parto ed il lavoro come faticosi, perché tutto contribuiva alla realizzazione del disegno di Dio: coltivare e custodire il Creato, crescere, moltiplicarsi e regnare sulla terra!

FINO A QUANDO CI SI FIDA DI DIO; FINO A QUANDO SI E' FEDELI ALLA PAROLA, AL MAGISTERO, ALLA DOTTRINA DELLA CHIESA; FINO A QUANDO SI VIVE UNA VERA VITA SACRAMENTALE stando lontani dal peccato....allora l'occhio dell'uomo è davvero una lucerna...una lucerna SANA! 
Capace quindi di trasmettere "sanità" anche agli altri, capace di riflettere la luce di Dio che lo inonda....

Ma se l'occhio è "malato"....se si lascia tentare dal demonio che spinge l'uomo a vedere ogni cosa "sotto un'altra luce", allora esso trasmette per contagio quel "malanno" anche ad altri occhi...più deboli, meno forti nella fede.
E' proprio quello che ha fatto con Eva, la quale, tentata dal serpente a vedere diversamente l'albero proibito....finisce col convincersi che quella fosse la "luce giusta" e trasmette in seguito quella stessa "luce che è tenebra" al marito....

"Bada dunque, che la luce che è in te non sia tenebra" (Lc 11, 35).

Che la Vergine Maria, la donna vestita di sole, aiuti anche a noi a rivestirci della vera LUCE che viene nel mondo: CRISTO SIGNORE!


venerdì 9 dicembre 2011

ICI E CHIESA: un articolo che spiega per bene come stiano le cose...

In questi giorni si sta molto "ri"parlando di ICI e Chiesa....linko molto volentieri un articolo che illustra la situazione con dovizia di particolari e ci mette nelle reali condizioni di smontare le infondate accuse dei tanti "anticlericali per moda" (e non solo) che vanno in giro a sputar sentenze!

Buona lettura a tutti

giovedì 8 dicembre 2011

SOLENNITA' DI MARIA IMMACOLATA CONCEZIONE

Maria Immacolata, Barocci



PREGHIERA ALLA VERGINE IMMACOLATA


Vergine Immacolata, scelta fra tutte le donne per donare al mondo il Salvatore, serva fedele del mistero della redenzione, fa' che sappiamo rispondere alla chiamata di Gesù e seguirlo sul cammino dell vita che conduce al Padre.
Vergine tutta santa, strappaci dal peccato e trasforma i nostri cuori.
Regina degli apostoli, rendici apostoli, faa' che nelle tue sante mani noi possiamo divenire strumenti docili e attenti per la purificazione e santificazione del nostro mondo peccatore.
Condividi con noi la preoccupazione che grava sul tuo cuore di Madre, e la tua viva speranza che nessun uomo vada perduto.
Possa, o Madre di Dio, tenerezza dello Spirito Santo la creazione intera celebrare con te la lode della misericordia e dell'amore infinito.

AMEN








A conclusione della novena alla Vergine Maria Immacolata Concezione e per meditare anche quest'oggi, solennità per tutta la Chiesa, ecco alcuni pensieri tratti dalla rivista internazionale di teologia "Immaculata Mediatrix":

"L'essenza soprannaturale di Maria è la sua Immacolata Concezione; tutte le sue altre prerogative fluiscono dall'Immacolata come i trascendentali e le operazioni fluiscono dall'essere.
Usando un linguaggio analogico, San Massimiliano Maria Kolbe definisce lo Spirito Santo  l'Immacolata Concezione eterna e increata, nome che donerà alla Sua Sposa, l'Immacolata Concezione creata.
Il volto di Maria è l'epifania perfetta dello Spirito Santo.
Sì, perché lo Spirito Santo partecipa la giustizia divina ad ognuno e come vuole e la Sua Sposa ne rivela la luce dal Suo volto perché partecipata al massimo grado, proprio perché" -scrive Edith Stein- "quanto è maggiore la partecipazione d'essere di cui fruisce una creatura, tanto più vigorosa è la sua attualità".
E San Massimiliano Maria Kolbe, afferma che la Vergine Maria è "l'Immacolatezza medesima; l'Immacolata Concezione appartiene in un certo qual modo all'essenza dell'Immacolata, non è qualcosa di accidentale, ma fa parte della sua stessa natura. 
C'è la stessa differenza che passa, ad esempio, tra i termini bianco e bianchezza.
Se una cosa è bianca può insudiciarsi, ma quando una cosa è la bianchezza stessa, allora non subisce alcun mutamento".


BUONA SOLENNITA' A TUTTI!

mercoledì 7 dicembre 2011

NOVENA ALL'IMMACOLATA CONCEZIONE- Nono giorno-

PREGHIERA ALLA VERGINE IMMACOLATA


Vergine Immacolata, scelta fra tutte le donne per donare al mondo il Salvatore, serva fedele del mistero della redenzione, fa' che sappiamo rispondere alla chiamata di Gesù e seguirlo sul cammino dell vita che conduce al Padre.
Vergine tutta santa, strappaci dal peccato e trasforma i nostri cuori.
Regina degli apostoli, rendici apostoli, faa' che nelle tue sante mani noi possiamo divenire strumenti docili e attenti per la purificazione e santificazione del nostro mondo peccatore.
Condividi con noi la preoccupazione che grava sul tuo cuore di Madre, e la tua viva speranza che nessun uomo vada perduto.
Possa, o Madre di Dio, tenerezza dello Spirito Santo la creazione intera celebrare con te la lode della misericordia e dell'amore infinito.

AMEN






"Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.
In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità" (Ef 1, 3-4)

In Maria Santissima noi vediamo in anticipo ciò che siamo chiamati ad essere: SANTI ED IMMACOLATI!
Ma dobbiamo imparare a costruire, cominciare a costruire questa santità e questa "immacolatezza" già fin d'ora.
Certo, la nostra santità e la nostra "immacolatezza" non saranno mai come quelle della Vergine, che è l' Immacolata Concezione....in persona, potremmo dire!
In lei si è verificato qualcosa di UNICO ed IRRIPETIBILE.
Siamo però chiamati a raggiungere la nostra personale "misura" di santità e di purezza interiore, vivendo quotidianamente secondo la Parola di Dio, nutrendoci dei Sacramenti, praticando la carità fraterna.
Maria ha risposto generosamente col suo SI' al piano divino di santità per l'essere umano....prendendola a modello, imitandola, facendoci ispirare continuamente dai suoi materni consigli, anche noi ci faremo santi e puri dinanzi a Dio, per poterLo contemplare un giorno faccia a faccia!
Maria è nata "Immacolata", senza peccato...noi recuperiamo nel Santo Battesimo la veste bianca e dobbiamo quotidianamente impegnarci per arrivare il più "bianchi" possibile all'incontro con Dio.
Ci si può far santi nonostante le imperfezioni...le piccole cadute....finanche persone che sono cadute "rovinosamente" sono poi riuscite a santificarsi.
C'è una differenza però tra la ricerca della santità e quella dell'immacolatezza in questa vita, tant'è che San Paolo mette in rilievo entrambe le cose.
Se mi voglio far santo...ma non mi impegno AL MASSIMO per eliminare da me ogni piccola macchia, sbavatura....dovrò affrontare più purgatorio (per rendermi puro e degno di vedere Dio!) di quanto non me ne servirà allorché decida, ogni giorno e con grande determinazione, di eliminare da me ogni occasione di peccato, ogni caduta anche veniale....
Se mi anima un desiderio di "santità consumata" -che non è traguardo impossibile da raggiungere: tanti santi ce l'hanno fatta!- allora cercherò di vivere ogni giorno non solo alla ricerca della santità, ma anche della "purezza", della totale purificazione dell'anima!


Che la carità operosa dell'Immacolata Concezione ci sproni ad essere sempre più pronti nel donare agli altri l'amore di Cristo; che la purezza di Maria Santissima sia uno stimolo a renderci puri per essere degni della compagnia continua di una così buona Madre e per non doverci "vergognare" dinanzi a Dio; che l' Immacolata Concezione ci sia stimolo per rendere le nostre vesti "interiori" sempre più bianche, ricorrendo alla Santa Confessione che ripulisce il nostro animo ed all'Eucaristia che ci fortifica nell'Amore a Dio e nella carità fraterna!