venerdì 24 settembre 2010

Terzo giorno della novena a Santa Teresina

"Non ti affliggere perché non senti nessuna consolazione nelle tue Comunioni: è una prova che occorre sopportare con amore. 

Non perdere nessuna delle spine che incontri ogni giorno: con una di esse puoi salvare un'anima!

Ah, se tu sapessi quanto viene offeso il buon Dio! La tua anima è fatto apposta per consolarLo. 

AmaLo alla follia, per tutti coloro che non Lo amano"!

(Santa Teresa di Lisieux, lettera a Maria Guérin LT 93)


(Statua di Santa Teresina- Santuario di Arenzano)



Si è spesso portati a pensare che, la devozione consista nel "sentire", nel provare emozioni, trasporto, in una parola, nell'avvertire coi sensi la presenza dell'amore per il Signore.


E' invece una concezione sbagliata, perché, lo possiamo sperimentare anche nella realtà di tutti i giorni, qualunque esperienza affettiva (fra sposi, fra genitori e figli, anche fra amici!), va incontro ad un naturale percorso di sentire/non sentire. 

O meglio: non sempre sentiamo "sensibilmente" l'affetto, non sempre proviamo la stessa intensità di trasporto verso chi amiamo; capita anche, in certi momenti, di essere spinti verso sentimenti opposti all'amore, come la rabbia, la delusione, o l'apparente...non sentire.


Basta fare pochi esempi per capire meglio questo discorso: se un figlio commette una  mancanza grave, probabilmente, di primo acchito, un genitore si arrabbierà; se il coniuge dimentica una cosa importante o trascura l'altro, ecco che allora insorgerà la delusione...se tanti sono gli impegni di lavoro o quelli educativi con i figli, non si potrà dare spazio al "romanticismo" e sentirsi sulla classica....nuvoletta rosa!

Insomma, a ben guardare, nella dimensione degli affetti, il termometro giusto, quello che veramente misura la "febbre del nostro amore", non è quello che indica i gradi dell'intensità con cui noi "sentiamo", ma quello che ci dice con quale intensità "operiamo" con amore, anche quando, per via della stessa natura umana o delle situazioni, saremmo spinti verso sentimenti opposti o verso il non sentire.
E' proprio in questi ultimi due casi, che possiamo maggiormente dimostrare il nostro affetto sincero e disinteressato: se il genitore "controlla" il naturale arrabbiamento con il figlio disobbediente, sarà in grado di scegliere la punizione educativa corretta, quella che Don Bosco definirebbe sotto il concetto di "educare con amorevolezza"; se un coniuge comprende che la dimenticanza dell'altro è dovuta non a cattiveria, ma a impegni seri di lavoro, o ad una naturale distrazione, non si offenderà, ma agirà come nulla fosse....e via dicendo.

Ecco, l'amore verso il Signore ha bisogno dello stesso termometro, e a maggior ragione, quando si parla di cose spirituali, è più facili essere preda di aridità, di momenti in cui non si "sente" l'amore che noi proviamo per Lui.

Parliamo infatti di realtà che superano spesso gli stessi mezzi "materiali", umani, corporali, che noi abbiamo a disposizione per sentire questo amore!



Il consiglio di Santa Teresina, diventa allora per noi un prezioso stimolo ad andare avanti, amando il Signore e coloro in cui Lo possiamo incontrare ogni giorno (amici, parenti, colleghi etc.) anche quando non percepiamo coi sensi, alcuna consolazione spirituale, e particolarmente se nella Santa Comunione, rimaniamo (non per nostra volontà) "freddi".

Semplicemente, in questi casi, non facciamocene un cruccio eccessivo, sarà naturale (perché tale è la natura umana!) esserne dispiaciuti e desiderare di sentire l'amore verso Dio, ma, consapevoli che il Signore stesso sa tutto quello che passa nel nostro animo, offriamoGli anche la nostra aridità e accogliamo con gioia tutte le piccole occasioni di merito che potremo incontrare sul nostro cammino.
Saranno proprio queste ultime, sotto forma di incomprensioni, di mortificazioni, di piccoli servizi da rendere quando magari non ne avremmo voglia, quando non sentiamo lo "slancio" dell'amore, che ci daranno la misura reale della "febbre" del nostro affetto per il Signore.
Più sapremo operare con tale costanza, pur nelle aridità, più Gesù, che viene in noi Sacramentalmente, si sentirà amato!





O Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Dottore della Chiesa, che nella tua breve esistenza sei stata esempio di angelica purezza, di forte amore e di generoso abbandono a Dio, volgi uno sguardo di compassione a noi che confidiamo in te.
 Fa' tuoi i nostri desideri, e rivolgi per noi una parola alla Vergine Maria di cui fosti figlia prediletta e "che ti sorrise sul mattino della vita". 
Dille che, come Madre di Dio e degli uomini, ci ottenga con la sua potente intercessione la grazia che tanto desideriamo, e che l'accompagni con una benedizione che ci fortifichi in vita, ci assista in morte e ci conduca alla beata eternità. 

Amen.

Nessun commento:

Posta un commento