martedì 28 settembre 2010

Settimo giorno della novena a Santa Teresina. La debolezza nella pratica della virtù

"Tu ti inganni, mia diletta, se credi che la tua piccola Teresa cammini sempre con ardore nella strada della virtù: lei è debole e molto debole; tutti i giorni ne fa una nuova esperienza.
Ma Gesù si compiace d'insegnarle, come a San Paolo, la scienza di vantarsi nelle sue infermità: questa è una grande grazia e io prego Gesù di insegnartela, poiché solo in questo si trova la pace e il riposo del cuore.
Quando ci si vede così miserabili, non ci si vuole più prendere in considerazione e non si guarda che l'unico Diletto"!

(Lettera a Maria Guérin- LT 109)

(Santa Teresina, Roma-Chiesa di Santa Maria della Vittoria)

La strada della santità è spesso ardua: bisogna armarsi di "pazienza" non solo per compiere il bene specialmente quando ci costa (per una nostra indisposizione, per una naturale antipatia verso qualcuno e via dicendo), ma anche per accettare le personali debolezze, difficoltà, lentezze, nel percorrere la strada della virtù.

Il pericolo che si corre, nel rendersi conto delle proprie fragilità, è quello di abbattersi, dicendosi che non si riuscirà mai a raggiungere la meta.
E dalla presa di coscienza di questa debolezza, allo scoraggiamento che allontana dalla via della perfezione cristiana, il passo potrebbe essere breve.

Teresina ci dice, invece, che proprio le nostre difficoltà non devono spingerci alla diserzione, bensì alla perseveranza, fidandoci non di noi stessi, che siamo creature con limiti "umani", psicologici, fisici, ma solo di Gesù, che ci prende amorevolmente in braccio ogni volta che cadiamo, sollevandoci verso di Lui, quando noi fatichiamo ad andare verso .... l'alto!
E' la famosa teoria dell'ascensore, di cui Santa Teresa di Lisieux parla nel suo manoscritto autobiografico, Storia di un'anima.

Se noi ci facciamo "piccoli", riconoscendo la nostra debolezza, non possiamo che crescere anche nella strada dell'umiltà e rendere così contento Nostro Signore, che ci verrà incontro, aiutandoci a rialzarci.
E' proprio questa la grazia di cui parla Teresina: l'accettazione dei propri limiti non è motivo di  sconfitta, ma ulteriore spinta ad appoggiarci a Gesù, unica nostra vera forza!



O Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Dottore della Chiesa, che nella tua breve esistenza sei stata esempio di angelica purezza, di forte amore e di generoso abbandono a Dio, volgi uno sguardo di compassione a noi che confidiamo in te.
 Fa' tuoi i nostri desideri, e rivolgi per noi una parola alla Vergine Maria di cui fosti figlia prediletta e "che ti sorrise sul mattino della vita". 
Dille che, come Madre di Dio e degli uomini, ci ottenga con la sua potente intercessione la grazia che tanto desideriamo, e che l'accompagni con una benedizione che ci fortifichi in vita, ci assista in morte e ci conduca alla beata eternità. 

Amen.

Nessun commento:

Posta un commento