domenica 29 gennaio 2017

«Viveva come se vedesse l'Invisibile». Novena a don Bosco 2017/ 8

PER ARRIVARE ALLA SANTITÀ
L'amorevolezza

 La Famiglia Salesiana quest'anno è invitata a riflettere sul tema «Maestro, dove abiti? Con te o senza te non è la stessa cosa». Tema affascinante per ogni cristiano, perché porta alla ribalta l'argomento della sequela di Cristo: l'essenza dell'essere cristiani. 
Don Bosco ha scoperto dove dimora Dio. 
E ha dimorato con Lui. 
Ma per arrivare alla santità, l'eterno abitare nella casa di Dio, tre sono i mezzi indicati da don Bosco: la ragione, la religione, l'amorevolezza.


PREGHIERA A SAN GIOVANNI BOSCO

O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre
e la salvezza dei prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare
 Gesù Sacramentato,
Maria Ausiliatrice
e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso. 

Amen.



«L'amore del salesiano è, come dice don E. Viganò, quello che sa farsi corrispondere, perché ha intuito che con questa corrispondenza fa crescere il giovane. Sentendosi stimato, questi impara a stimarsi, ad avere fiducia e a donare anche lui gratuitamente» [1]. 
Don Bosco «era convinto che il "cuore" aperto finisce per darsi effettivamente a Dio, purché ci si prenda cura di orientarlo verso di lui. "Dobbiamo cercar di imprimere per quanto è possibile la religione nel cuore di tutti e di imprimerla più profondamente che si possa", ricordava ai suoi direttori di case nel 1877, in occasione del primo capitolo generale della società." Tuttavia, è chiaro che il cuore dell'educando non appartiene al suo educatore — anche se il discepolo, rispondendo ai suoi desideri, glielo offre —ma appartiene a Dio al quale bisogna sempre ritornare: "Io voglio che tutti mi diate il vostro cuore, affinché ogni giorno lo possa offerire a Gesù nel SS. Sacramento mentre dico la santa messa", scriveva Don Bosco agli allievi della scuola di Mirabello prima di recarsi a trovarli. Era il linguaggio della sua vita.
Così si spiega parzialmente la sua grande sollecitudine per le frequenti e convinte confessioni dei ragazzi: esse gli consentivano la padronanza provvisoria dei loro "cuori", per purificarli e rimetterli in pace con Dio.
Se, infine, si dovesse decidere circa l'importanza primaria fra la ragione e l'amore nella ricerca di Dio, così com'era considerata da san Giovanni Bosco, converrebbe senza dubbio dare il primato all'amore. La familiarità e l'amorevolezza, cioè uno spirito fatto di cordialità e di affetto, per lui contavano più, tutto sommato, dell'indispensabile ragione. Tutti i progressi spirituali dei suoi discepoli avrebbero dovuto essere penetrati di amore affettivo o, per riprendere il suo modo di dire, dettati dal "cuore". L'amorevolezza rivestì i suoi consigli e la sua dottrina. Questo composto di saggezza amabile e di affetto chiaroveggente gli meritò "de' maravigliosi effetti e delle emendazioni che sembravano impossibili"» [2]. 


NOTE

[1] Juan E. Vecchi, Spiritualità Salesiana. Temi fondamentali, Elledici, 2001, pp. 114-115.
[2] Francis Desramaut, Don Bosco e la vita spirituale, Elledici, 1967, p. 66-67.

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