giovedì 26 gennaio 2017

«Viveva come se vedesse l'Invisibile». Novena a don Bosco 2017/ 5

LA SANTITÀ È PER TUTTI

 La Famiglia Salesiana quest'anno è invitata a riflettere sul tema «Maestro, dove abiti? Con te o senza te non è la stessa cosa». Tema affascinante per ogni cristiano, perché porta alla ribalta l'argomento della sequela di Cristo: l'essenza dell'essere cristiani. 
Don Bosco ha scoperto dove dimora Dio. 
E ha dimorato con Lui. 
Ma ha anche invitato i suoi interlocutori (giovani e non) a scoprire come fare per stare sempre con il Signore: è l'invito alla santità, da costruire giorno per giorno.




PREGHIERA A SAN GIOVANNI BOSCO

O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre
e la salvezza dei prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare
 Gesù Sacramentato,
Maria Ausiliatrice
e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso. 

Amen.



Ispirato dal carisma di san Francesco di Sales, don Bosco considera la santità una chiamata universale, per tutti gli uomini.
E se la santità è la definitiva unione con Dio, il dimorare per sempre con Lui in Paradiso, è anche vero che essa va costruita già sulla terra, nel binomio amore verso il Signore/carità verso i fratelli. D'altronde, la carità sulla terra è lo specchio di quelle relazioni fra santi che caratterizzeranno la vita dei beati del Cielo.
Don Bosco – al pari di altri santi del suo secolo, come Teresa di Lisieux – descrive una santità del feriale, accessibile a chiunque. 
«Egli pensava che questo tipo di santità, anziché essere riservata ad alcuni, era proposta e anche imposta da Dio a tutti gli uomini. Dividere l'umanità in una massa di mediocri ridotti a praticare i comandamenti e in pochi eletti, i soli adatti a seguire i consigli, non gli sembrava ammissibile. La santità per tutti e inoltre è facile, gli aveva insegnato Giuseppe Cafasso. Alla sua scuola, un giorno di primavera dell'anno 1855, il predicatore di Valdocco "si fermò specialmente a sviluppare tre pensieri che fecero profonda impressione sull'animo di Domenico Savio: È volontà di Dio che ci facciamo tutti santi; è assai facile di riuscirvi; c'è un gran premio preparato in cielo a chi si fa santo": O questo predicatore si chiamava don Bosco – ipotesi più probabile – oppure ne condivideva le idee. Si legge, ad esempio nel Porta teco del 1858, all'indirizzo di tutti i cristiani: "Dio ci vuole tutti salvi, anzi è sua volontà che ci facciamo tutti santi". Egli è stato compreso: un ardore, talvolta inquieto, nella ricerca delle perfezione è percettibile nella vita di parecchi membri della prima generazione dei suoi discepoli. Domenico Savio è il più noto, Michele Rua è la riprova» [1]. Ma anche tanti altri, i cui nomi ci sono noti attraverso gli scritti di don Bosco o le Memorie Biografiche o diverse testimonianze che ci raccontano storie di impegno ordinario, quotidiano, nella semplicità della vita, per il raggiungimento di una mèta straordinaria, quale è la santità. Don Bosco insegna dunque a farsi santi. Vede nella terra il luogo "visibile" in cui costruire la santità per quel mondo "invisibile" che siamo chiamati a raggiungere. 


NOTE

[1] Francis Desramaut, Don Bosco e la vita spirituale, Elledici, 1967, pp. 60-61.

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