LA SANTITÀ È PER TUTTI
La Famiglia Salesiana quest'anno è invitata a riflettere sul tema «Maestro, dove abiti? Con te o senza te non è la stessa cosa». Tema affascinante per ogni cristiano, perché porta alla ribalta l'argomento della sequela di Cristo: l'essenza dell'essere cristiani.
Don Bosco ha scoperto dove dimora Dio.
E ha dimorato con Lui.
Ma ha anche invitato i suoi interlocutori (giovani e non) a scoprire come fare per stare sempre con il Signore: è l'invito alla santità, da costruire giorno per giorno.
PREGHIERA A SAN GIOVANNI BOSCO
O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre
e la salvezza dei prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare
Gesù Sacramentato,
Maria Ausiliatrice
e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso.
Amen.
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Ispirato dal carisma di san Francesco di Sales, don Bosco considera la santità una chiamata universale, per tutti gli uomini.
E se la santità è la definitiva unione con Dio, il dimorare per sempre con Lui in Paradiso, è anche vero che essa va costruita già sulla terra, nel binomio amore verso il Signore/carità verso i fratelli. D'altronde, la carità sulla terra è lo specchio di quelle relazioni fra santi che caratterizzeranno la vita dei beati del Cielo.
Don Bosco – al pari di altri santi del suo secolo, come Teresa di Lisieux – descrive una santità del feriale, accessibile a chiunque.
«Egli pensava che questo tipo di santità, anziché essere riservata ad alcuni, era proposta e anche imposta da Dio a tutti gli uomini. Dividere l'umanità in una massa di mediocri ridotti a praticare i comandamenti e in pochi eletti, i soli adatti a seguire i consigli, non gli sembrava ammissibile. La santità per tutti e inoltre è facile, gli aveva insegnato Giuseppe Cafasso. Alla sua scuola, un giorno di primavera dell'anno 1855, il predicatore di Valdocco "si fermò specialmente a sviluppare tre pensieri che fecero profonda impressione sull'animo di Domenico Savio: È volontà di Dio che ci facciamo tutti santi; è assai facile di riuscirvi; c'è un gran premio preparato in cielo a chi si fa santo": O questo predicatore si chiamava don Bosco – ipotesi più probabile – oppure ne condivideva le idee. Si legge, ad esempio nel Porta teco del 1858, all'indirizzo di tutti i cristiani: "Dio ci vuole tutti salvi, anzi è sua volontà che ci facciamo tutti santi". Egli è stato compreso: un ardore, talvolta inquieto, nella ricerca delle perfezione è percettibile nella vita di parecchi membri della prima generazione dei suoi discepoli. Domenico Savio è il più noto, Michele Rua è la riprova» [1]. Ma anche tanti altri, i cui nomi ci sono noti attraverso gli scritti di don Bosco o le Memorie Biografiche o diverse testimonianze che ci raccontano storie di impegno ordinario, quotidiano, nella semplicità della vita, per il raggiungimento di una mèta straordinaria, quale è la santità. Don Bosco insegna dunque a farsi santi. Vede nella terra il luogo "visibile" in cui costruire la santità per quel mondo "invisibile" che siamo chiamati a raggiungere.
NOTE
[1] Francis Desramaut, Don Bosco e la vita spirituale, Elledici, 1967, pp. 60-61.
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