lunedì 23 gennaio 2017

«Viveva come se vedesse l'Invisibile». Novena a don Bosco 2017/ 2

IL FIGLIO RICOPIÒ LA MADRE


 La Famiglia Salesiana quest'anno è invitata a riflettere sul tema «Maestro, dove abiti? Con te o senza te non è la stessa cosa». Tema affascinante per ogni cristiano, perché porta alla ribalta l'argomento della sequela di Cristo: l'essenza dell'essere cristiani. 
Don Bosco ha scoperto dove dimora Dio. 
E ha dimorato con Lui. 
Ha imparato a farlo non solo con l'indispensabile aiuto della Grazia e sotto la guida dello Spirito Santo, ma anche attraverso alcune persone incontrate nel corso della propria vita. Tra queste, mamma Margherita.


PREGHIERA A SAN GIOVANNI BOSCO

O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre
e la salvezza dei prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare
 Gesù Sacramentato,
Maria Ausiliatrice
e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso. 

Amen.



Giovanni Bosco è certamente un bambino dotato di un carisma particolare e favorito da Dio di doni speciali, come testimonia il sogno che fa all'età di nove anni.
Ma se queste qualità naturali e questi aiuti soprannaturali riescono a fiorire straordinariamente nella sua vita, è anche perché egli incontra delle persone che sapranno aiutarlo a capire dove dimora Dio e come fare per stare sempre con Lui.
Tra queste non si non può non menzionare mamma Margherita. Una donna energica, che non si lascia abbattere dalla sciagura della vedovanza, che non si fa piegare dalla fame, dalla povertà. Margherita ha fede, ma una fede che non è fatta semplicemente di devozioni esteriori, di preghiere biascicate distrattamente, per abitudine. No, Margherita crede che Dio e Maria siano una presenza reale, familiare, costante. Per questo si affida a loro e insegna anche ai suoi figli a farlo. Giovanni sarà quello in cui l'esempio della madre attecchirà meglio, e così, se nei primi decenni di vita del ragazzo sarà la madre a insegnare al figlio come trovare Dio nella preghiera, e a non impedirgli di adoperarsi nell'apostolato, alla fine sarà Giovanni a impartire una lezione a sua madre. Quando lei sarà ormai anziana, lui, già sacerdote, già alle prese con un primo oratorio, la chiamerà per dimorare con Dio in un modo nuovo: incontrandolo tra i giovani pericolanti della Torino dell'Ottocento.
Tale madre, tale figlio, si potrebbe dire. E infatti le Memorie Biografiche ce ne danno questo bel ritratto: «il figlio ricopiò in se stesso la madre, e vedremo risplendere in lui la stessa fede, la stessa purità, lo stesso amore alla preghiera; la sua pazienza, l’intrepidezza, la costanza, la fiducia nel Signore; lo zelo della salute delle anime, la semplicità e l’amorevolezza nei modi, la carità verso tutti, l’operosità instancabile, la prudenza nel porre e condurre a termine gli affari, nel sorvegliare con mirabile maestria i soggetti, la tranquillità nelle cose avverse; tutti pregi riflessi in lui dal cuore di Margherita e in lui impressi, come la lente fotografica imprime sul vetro preparato le immagini che le stanno innanzi. 
E questa stessa preparazione fu opera di Margherita, colle sue sante industrie e la sua antiveggenza, che non contrastava, ma andava modificando e rivolgendo a Dio le inclinazioni e i doni naturali, dei quali era arricchito Giovanni. Manifestava egli grande apertura di mente, attacco ai propri giudizii, tenacità di propositi; e la buona madre lo assuefece ad una perfetta obbedienza, non lusingandone l’amor proprio, ma persuadendolo a piegarsi alle umiliazioni inerenti al suo stato: in pari tempo non lasciò mezzo intentato, perché potesse darsi agli studii, e ciò senza affannarsi soverchiamente e lasciando che la divina Provvidenza determinasse il tempo opportuno. Il cuore di Giovanni, che doveva un giorno aver ricchezze immense di affetto per tutti gli uomini, era pieno di esuberante sensibilità che poteva riuscir allora pericolosa, se fosse stata secondata: Margherita non abbassò mai la maestà di madre a inconsulte carezze, o a compatire o tollerare ciò che poteva avere ombra di difetto; non per questo ella usò mai con lui modi aspri o maniere violenti, che lo esasperassero o fossero cagione di raffreddamento nella sua figliale affezione. Giovanni aveva in sé quel sentimento di sicurezza nell’agire, pel quale l’uomo sentesi naturalmente portato a sovrastare e che è necessario in chi è destinato a presiedere alle moltitudini, ma che si può con tanta facilità trasnaturare in superbia; e Margherita non esitò a reprimerne i piccoli capricci fin dal principio, quando egli non poteva ancor essere capace di responsabilità morale. Quando però lo vedrà primeggiare fra i compagni per scopo di fare il bene, osserverà in silenzio i suoi andamenti, non contrarierà le sue piccole imprese, e non solo lo lascierà libero di agire a suo piacimento, ma gli procaccerà ancora i mezzi necessari, anche a costo di sue privazioni. Per tal modo ella dolcemente e soavemente s’insinuerà nell’animo di lui e lo piegherà a far sempre la propria volontà» [1]. 
Una volontà orientata a beni superiori: la salvezza dell'anima, la rettitudine della coscienza, l'onestà civile. Quella stessa volontà che guiderà Giovanni, fino al compimento finale della propria missione terrena nei confronti dei propri figli, tanto da poter dire ai suoi giovani: «Io non chieggo che le vostre anime, non desidero che il vostro bene spirituale. Io vi prometto e vi do tutto quel che sono e quel che ho. Io per voi studio, per voi vivo e per voi sono disposto anche a dare la vita» [2].

NOTE


[1] MB I,  41.
[2] MB VII, 585.

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