PROFONDAMENTE UOMO
PROFONDAMENTE SANTO
PROFONDAMENTE SANTO
La Famiglia Salesiana quest'anno è invitata a riflettere sul tema «Maestro, dove abiti? Con te o senza te non è la stessa cosa». Tema affascinante per ogni cristiano, perché porta alla ribalta l'argomento della sequela di Cristo: l'essenza dell'essere cristiani.
Don Bosco ha scoperto dove dimora Dio.
E ha dimorato con Lui.
Come? Essendo profondamente uomo e profondamente uomo di Dio, cioè coniugando la preghiera e l'azione....
PREGHIERA A SAN GIOVANNI BOSCO
O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre
e la salvezza dei prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare
Gesù Sacramentato,
Maria Ausiliatrice
e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso.
Amen.
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Il tema su cui quest'anno è invitata a riflettere la Famiglia Salesiana è quello della sequela, ben sintetizzato da questo titolo: «Maestro, dove abiti? Con te o senza te non è la stessa cosa». È un tema che riguarda comunque ogni cristiano, perché la sequela è il nucleo essenziale dell'esperienza cristiana. Un cristiano è tale se segue Cristo, se impara a dimorare con lui, se comprende che la vita, con lui è totalmente diversa, incomparabilmente migliore a una vita... senza di lui.
Don Bosco questo lo ha capito molto bene, fin dagli anni della fanciullezza. E questa presa di coscienza si è tradotta in una attuazione straordinariamente ordinaria e... ordinariamente straordinaria dello stare con Dio.
Don Bosco ha saputo coniugare i due luoghi privilegiati del dimorare con Dio, ossia l'agire e il pregare, traducibili anche come il fare e il contemplare o il lavorare e l'adorare. Lo ha fatto nelle esperienze quotidiane, prima di bambino, poi di adolescente, infine da uomo adulto e anche da anziano.
Lo ha fatto da povero ragazzo di campagna e da studente lavoratore (se volessimo usare un termine moderno!). Lo ha fatto da seminarista e da giovane prete in cerca di una chiarezza interiore sulla scelta pratica del proprio futuro. Lo ha fatto da fondatore, alle prese con problemi logistici, finanziari ed educativi. Lo ha fatto da figlio, da "padre" in senso spirituale e da... santo.
L'art. 21 delle Costituzioni Salesiane descrive così don Bosco: «profondamente uomo e uomo di Dio, ricco della virtù della sua gente e ricolmo dei doni dello Spirito, aperto alle realtà terrestri viveva come se vedesse l'Invisibile».
Vivere come se si vedesse l'Invisibile: è il baricentro della vita di don Bosco, è il segreto della sua profondità spirituale, ma anche della sua profondità umana. È il suo asso nella manica, la sua carta vincente. Essere profondamente uomo, perché Dio si può vedere negli altri uomini, trovare su questa stessa terra che Egli ha voluto abitare, incarnandosi.
Essere profondamente uomo di Dio, perché Dio è il principio, il centro e il fine di tutto, anche dell'esistenza di ogni essere umano.
Essere profondamente uomo di Dio, perché Dio è il principio, il centro e il fine di tutto, anche dell'esistenza di ogni essere umano.
Don Bosco declina questa sua umanità e spiritualità in tratti variegati: la fiducia verso gli altri (soprattutto verso i giovani), l'amorevolezza, la cura pastorale, l'incrollabile fede anche nelle situazioni più disparate, la capacità di leggere i segni soprannaturali con cui il Signore interviene nella sua vita, l'attingere forza da una preghiera costante, intensa, che va ben al di là delle semplici parole.
Così ci insegna che, se vogliamo essere veramente seguaci di Cristo, anche ciascuno di noi deve imparare a raggiungere la pienezza della propria umanità, ma anche della propria spiritualità.
Traguardi forse ardui da raggiungere, ma sicuramente desiderabili, perché a questo l'uomo è chiamato: realizzarsi nella sua unica, ma sfaccettata realtà, di essere umano e di essere spirituale.
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