domenica 22 maggio 2016

Novena a Maria Ausiliatrice 2016 /8


MARIA AUSILIATRICE
DONNA MISERICORDIOSA
Consolare gli afflitti


L'Anno Santo della Misericordia diventa occasione propizia per riflettere su Maria Ausiliatrice quale Madre di misericordia: proprio perché misericordiosa ella si fa aiuto dell'uomo. Così è possibile parlare della Vergine in correlazione alle opere di misericordia, in una mirabile sintesi di gesti e parole concrete che il Vangelo ci ha tramandato, e analizzando i loro significati simbolici e spirituali.




PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
(composta da San Giovanni Bosco)

O Maria, Vergine potente,
Tu grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu aiuto mirabile dei cristiani,
Tu terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola
tutti gli errori del mondo,
Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni.
AMEN






«Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala».
 (Gv 19,25)


MARIA, L'AIUTO CHE CONSOLA

«I padri della Chiesa hanno parlato di» Maria, la madre di Gesù, anche «come sponsa Verbi: per dire che ella, a differenza della maggior parte delle madri (che portano il figlio alla maturità, ma poi lo lasciano all'unità di vita con un'altra donna) è stata l'adiutorium (cf Gn 2,18) di Gesù per l'intero arco della vita terrena del Signore, sino alla morte in croce» [1].
Adiutorium è un termine latino che indica chi si fa aiutante, ed è in questo ruolo che Maria diventa anche auxilium del figlio, colei che presta aiuto. Presso la Croce l'aiuto di Maria è, a livello più basilare, quello di una madre che consola un figlio nell'afflizione, nel dolore estremo. E su questo si innesta il livello superiore, quel livello che Maria ha vissuto per tutta la sua esistenza a fianco di Gesù, ma che ai piedi della Croce trova il suo culmine. Quello che nel linguaggio corrente «viene espresso dal termine corredenzione: con il quale si afferma che ella ha partecipato attivamente all'intera opera salvifica compiuta da Gesù nel corso della sua vita terrena, contribuendo autenticamente alla costituzione della cosidetta redenzione oggettiva (che è l'opera salvifica del Cristo completata dalla sua morte e risurrezione)» [2]
Così si può dire, in termini simbolici (ma densi di significato reale), che rimanendo con Gesù fino alla Croce Maria ha consolato il Figlio e, nel Figlio, anche tutto il genere umano bisognoso di consolazione.

Imparare a stare presso la croce

«Stare presso la croce ci chiama a riscoprire il grande compito della simpatia cristiana. Si è detto molto su questo "stare". Il primo atteggiamento di fronte al dolore, è quello di non fuggire, di non girarsi dall'altra parte, di non lasciarsi tentare dalla circonvallazione del Calvario, ma di stare accanto, in compagnia, in prossimità. La modalità di questa vicinanza può essere indicata attraverso una immagine del mondo contadino. L'innesto avviene per ferita. Dio si innesta nel mondo con il Calvario, con la ferita della croce; con dolore e per dolore ognuno si innesta nell'albero della storia e nella vita dell'altro. Mi innesto per ferita, con dolore e per dolore, sull'albero della vita. Solo allora possiamo portare la ferita, il dolore, portare l'altro. Dio è dentro. Noi, come Maria, possiamo solo essere accanto, innestati però sull'altrui dolore» [3]. Noi, come Maria, possiamo portare conforto, consolazione, la stessa consolazione con cui siamo consolati da Dio (cfr. 2 Cor 1,4).


NOTE

[1] Giorgio Gozzelino, Ecco tua Madre! Breve saggio di mariologia sistematica, Elledici, 1998, p. 86.

[2] Ibidem, p. 86.

[3] Ermes Ronchi, Bibbia e pietà mariana. Presenze di Maria nella Scrittura, Queriniana, 2004, pp. 105-106.

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