venerdì 27 maggio 2011

IL BUON PASTORE, LA PORTA ED IL GUARDIANO: una rilettura "mariana" del brano evangelico di Giovanni



(Portale del Santuario della Misericordia in Davoli- Cz)

"In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. 

Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. 
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 
E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. 
Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei". 
Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. 
Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. 
Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 
Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. 
Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. 
Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; 
egli è un mercenario e non gli importa delle pecore". 
(Gv 10, 1-13)


Il Vangelo di due settimane fa ci ha presentato Gesù come Buon Pastore, Porta, e dunque, come unica via di salvezza.
Lo ha fatto con uno stile chiarissimo: il Signore stesso dice: io sono la Porta", ma si potrebbe dare una lettura in parte originale di questo brano evangelico, una lettura che che veda come "protagonisti" Maria Santissima, lo Spirito Santo ed il Verbo Incarnato.

In un certo senso, si tratta di una rilettura che, nell'interpretazione della Bibbia, non è cosa nuova; spesso la Tradizione ha attribuito alcuni caratteri, alcune descrizioni in essa contenute, anche alla Madre di Dio: molti passi della Sapienza, ad esempio, sono stati proprio riletti in chiave mariana.

Sono ricorsi a questo tipo di esegesi molti Padre della Chiesa, senza per questo negare la mediazione "unica" dell'unico mediatore, che è Gesù Cristo.
Recita la Lumen Gentium al n.60: "Uno solo è il nostro mediatore secondo le parole dell'apostolo: "Non vi è che un solo Dio, e un solo mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti"
(1Tm 2,5-6).
Ora la funzione materna di Maria verso gli uomini non oscura né in alcun modo sminuisce l'unica mediazione di Cristo, ma ne mostra piuttosto l'efficacia.
Infatti ogni influsso salvifico della beata Vergine sugli uomini non deriva da ragioni di necessità, ma dal beneplacito di Dio, sgorga dai meriti sovrabbondanti di Cristo, si fonda sulla sua mediazione, e da essa totalmente dipende attingendone l'intera sua efficacia; e nemmeno impedisce il contatto immediato dei credenti con Cristo, ma anzi lo favorisce".

Si potrebbe allora dire, proprio nel pensare a quanto la Vergine Maria favorisca il contatto con Nostro Signore, che, se il Buon Pastore è Cristo stesso, la porta dell'ovile (figura dell'umanità, della Chiesa,  ma anche della nostra anima) sia Maria Santissima, mentre il guardiano altri non sia che lo Spirito Santo.
C'è infatti una relazione indiscutibile fra Gesù, lo Spirito (ovviamente anche il Padre, quindi tutta la Trinità!), Maria e la Chiesa e la nostra vita spirituale!
Recita infatti il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 683: "Per essere in contatto con Cristo, bisogna dapprima essere stati toccati dallo Spirito Santo".
Ed ancora: "Lo Spirito Santo con la sua grazia è il primo nel destare la nostra fede e nel suscitare la vita nuova che consiste nel conoscere il Padre e Colui che lo ha mandato, Gesù Cristo.
Lo Spirito Santo è all'opera con il Padre e il Figlio dall'inizio al compimento del disegno della nostra salvezza.
Tuttavia è solo negli ultimi tempi, inaugurati con l'Incarnazione redentrice del Figlio, che Egli viene rivelato e donato, riconosciuto e accolto come persona."

Rammentiamo quello che dice il Vangelo di Matteo: "Sua madre Maria, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo"(Mt 1, 18)
Appare quindi in tutta la sua chiarezza questo ruolo di "suscitarore della fede" che è proprio dello Spirito Santo: Maria era è la prima vera donna di fede, della fede in Cristo, e lo è per opera sempre di quello Spirito che la inabita dal momento dell'Incarnazione.
Anche il Santo Padre, Benedetto XVI, ha ribadito ieri pomeriggio questo ruolo di Maria e la sua relazione con il Paraclito, nel discorso pronunciato dopo la recita del Santo Rosario in Santa Maria Maggiore e prima dell'atto di affidamento a Maria del popolo italiano: "su di lei, vergine, discende la potenza creatrice dello Spirito Santo, lo stesso che “in principio” aleggiava sull’abisso informe (cfr Gen 1,1) e grazie al quale Dio chiamò l’essere dal nulla; lo Spirito che feconda e plasma la creazione. Aprendosi alla sua azione, Maria genera il Figlio, presenza del Dio che viene ad abitare la storia e la apre a un nuovo e definitivo inizio, che è possibilità per ogni uomo di rinascere dall’alto, di vivere nella volontà di Dio e quindi di realizzarsi pienamente".

Noi riceviamo lo Spirito Santo già con il Battesimo, e veniamo poi confermati al momento della Cresima.
Maria non aveva bisogno di essere battezzata, essendo già pura, priva di peccato originale, ma in lei lo Spirito Santo opera in modo tutto particolare in questo "spartiacque" fra l'antica legge e la nuova legge di Cristo,  e la "conferma" poi in maniera altrettanto speciale al momento della Pentecoste.

Maria, dunque, con l'Incarnazione, immette Cristo nella storia, ma contestualmente lo immette anche nella nostra vita: partorendolo all'aumanità, lo partorisce anche noi, portandolo dalla cugina Elisabetta, che immediatamente riconosce la grandezza di quanto era avvenuto nella Vergine di Nazareth, ci rende palese il suo compito di "porta" tramite la quale fare entrare il Signore nlla nostra vita, anche in quella pratica, concreta di ogni giorno!

D'altronde, Maria, nelle litanie lauretanee, viene definita "porta del Cielo" a significare il suo ruolo di persona che ci "spalanca" l'ingresso in Cristo, tanto su questa terra, quanto in Paradiso.
La sua definizione come "porta" è in realtà da riferirsi a vari passi biblici, ed in un certo senso è quello che affermiamo quando chiediamo, già nell'Ave Maria, l'assistenza materna "adesso e nell'ora della nostra morte".
Si legge infatti -nella spiegazione di questo titolo di Maria- che:  "la Santa Vergine ci indica le vie del Cielo e realmente ci introduce sulle vie dell'eternità beata, come sempre hanno insegnato i Padri della Chiesa e i grandi devoti di Maria: Sant'Ambrogio e San Bonaventura, ad esempio, chiamano Maria 'il Libro della Vita nel quale è scritto il nome degli eletti'.
Perciò, noi a ragione applichiamo a Maria le parole della Scrittura: "Attollite portas principes vestras""Sollevate, porte, i vostri frontali" (Sal 23, 7); "Ianuas coeli aperuit""Aprì le porte del cielo" (Sal 78, 23); "Non est hic aliud nisi porta coeli""Questo luogo non è altro che la porta del cielo" (Gen 28, 17)
Potremmo sintetizzare il discorso con la famosa espressione "Ad Jesum per Mariam", tanto ben illustrata da San Luigi Grignon de Montfort nel suo "Trattato della vera devozione a Maria", ma anche con quanto ci dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: "Per mezzo di Maria, lo Spirito Santo comincia a mettere in comunione con Cristo gli uomini, oggetto dell'amore misericordioso di Dio".

Maria è dunque la porta che apre per far entrare in noi Cristo, per "partorirlo" alla nostra esistenza.
Ma il brano evangelico ci parla anche di un "guardiano", che riconosce il Buon Pastore ed apre la porta, per farlo entrare.
Questo guardiano si potrebbe identificare con lo Spirito Santo, e si potrebbe utilizzare un paragone per comprenderlo meglio.

Quando usciamo di casa, chiudiamo normalmente la porta di ingresso a chiave, per custodire tutto ciò che lasciamo dentro dagli estranei e dai ladri.
Allo stesso modo, come non si regalano delle copie della chiave a chiunque, ugualmente -anche quando si è in casa- non si apre la porta ad ogni persona che bussa, ma attraverso un citofono, o l'occhiolino, ci si accerta prima se colui che si presenta sia una persona conosciuta o meno....
E se occorre andar fuori sede per qualche tempo, si affida la chiave ad una persona di fiducia, perché controlli di tanto in tanto che tutto vada bene....

Per la nostra anima avviene la stessa cosa: far entrare in essa tutto ciò che ci viene dal mondo, dall'esterno, sarebbe un pericolo; potremmo incappare in false dottrine, in falsi profeti, dai quali Gesù stesso ci mette in guardia.
Potremmo subire saccheggi, potremmo essere addirittura "uccisi" dal nemico, che è il diavolo.
Ecco l'esigenza di trovare un guardiano per la porta della nostra anima!
E se la porta è Maria, quale guardiano migliore dello Spirito Santo potremmo trovare?

La nostra porta deve allora rimanere "chiusa" ed essere aperta dal guardiano quando egli si accorge che colui che bussa non è né un ladro né un brigante!
Nel Cantico dei Cantici, le espressioni "giardino chiuso, fontana sigillata" vengono interpretate con riferimento proprio alla Vergine Maria, per indicarne la verginità.
Questa verginità di Maria custodita indubbiamente dallo Spirito Santo, ci consente di preservare il nostro interno da tutto quello che, se non puro, potrebbe inquinarci....se veramente facciamo di Maria la nostra porta!

Questa "verginità", questa chiusura, nel senso sopra detto, come "custodia", come "vigilanza", la dobbiamo dunque conservare anche noi!
D'altronde, sappiamo che lo Spirito Santo porta con sè i "sette doni", ed  il testo di una bella preghiera al Divin Paraclito, così recita: "Concedimi lo spirito di Intelletto, per illuminare la mia mente la luce della divina verità" e "concedimi lo spirito di Consiglio, perché io possa sempre scegliere la via più sicura per piacere a Dio compiendo la sua volontà".

Questa via, questa porta, è dunque Maria Santissima, e lo Spirito, se invocato, con i suoi santi doni ci aiuta a "fiutare" ciò che viene da Dio e ciò che non proviene da Lui, evitandoci così rovinose cadute, impedendoci di seguire strade che non sono le sue!
Oggi sentiamo tanto parlare di sedicenti veggenti, di maghi, e di pseudo filosofie religiose come il new age; anche tanti cristiani cattolici a volte lasciano la strada maestra per seguire queste sedicenti vie.

Invochiamo dunque lo Spirito Santo, affidandoci a Maria, affinché il Guardiano, posto a tutela della nostra anima, riconosca il brigante e non apra la porta, mentre farà invece passare Gesù in noi, per mezzo di Maria, nostra Madre, e ci condurrà alla vita eterna, dove innalzeremo una lode eterna di ringraziamento a Dio Padre, sul modello della Vergine: L'anima mia magnifica il Signore!

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