domenica 1 giugno 2014

ASCENSIONE "QUOTIDIANA": un percorso possibile anche per noi?


"Perché allora anche noi non fatichiamo su questa terra, in maniera da riposare già con Cristo in cielo, noi che siamo uniti al nostro Salvatore attraverso la fede, la speranza e la carità? Cristo, infatti, pur trovandosi lassù, resta ancora con noi. 
E noi, similmente, pur dimorando quaggiù, siamo già con lui. 

E Cristo può assumere questo comportamento in forza della sua divinità e onnipotenza. 
A noi, invece, è possibile, non perché siamo esseri divini, ma per l'amore che nutriamo per lui. 
Egli non abbandonò il cielo, discendendo fino a noi; e nemmeno si è allontanato da noi, quando di nuovo è salito al cielo".

(Sant'Agostino, discorsi)



L''Ufficio delle Letture di quest'oggi, ci propone, come secondo testo, un brano tratto dai discorsi di Sant'Agostino: si tratta di uno scritto che ci invita a vivere "già" ora, hic et nunc, la nostra "ascensione".
Parole forti, che a prima vista appaiono un po' difficili da comprendere.
Come si può fare della vita spirituale un'ascensione quotidiana?
Esistere come esseri terreni che riposano in Cielo anche mentre continuano ad operare nel mondo è sinonimo di contrapposizione tra sentimenti e situazioni contrastanti: difficoltà e pace; tristezza e dolore; ansia e fiducia; lavoro e riposo, precarietà e stabilità, attesa e compimento.

I santi (ed in special modo i mistici e dottori della Chiesa) hanno descritto questa possibilità, parlando nelle loro opere di quella che viene definita come "parte superiore dell'anima" o "punta dello spirito".
E' quella profondità più intima, più profonda, in cui, quando Dio dimora nell'uomo e l'uomo in Dio, si riesce a trovare realmente la "pace", anche in mezzo alle contrarietà e alle sofferenze.
E' la parte più "nobile", più elevata, in cui si può riposare nel volere di Dio.
San Francesco di Sales - nel "Trattato dell'Amor di Dio" - così ne parla:

"La nostra ragione, o per meglio dire, la nostra anima in quanto ragionevole, è il vero tempio del sommo Iddio, il quale vi dimora in modo particolare.
Dice Sant'Agostino: 
-Io ti cercavo fuori di me e non ti trovavo, perché tu eri in me. -
Anche in questo tempio mistico ci sono tre cortili, ossia tre diversi livelli di ragionevolezza:
al primo livello ci comportiamo secondo l'esperienza dei sensi; 
al successivo secondo le scienze umane; al terzo secondo la fede; infine c'è un'eccelsa e somma vetta della ragione e della facoltà spirituale, che non è guidata dalla luce della riflessione, né dalla ragione, ma da una semplice visione dell'intelletto e da un semplice sentimento della volontà, in forza dei quali lo spirito aderisce e si sottomette alla verità ed alla volontà di Dio".  

Gesù, in quanto Uomo, ha di certo vissuto la Sua vita terrena nella pace che il compiere l'opera del Padre poteva donarGli proprio nella parte superiore dell'Anima. 
Questo non Lo ha reso esente o immune dai dolori (la sudorazione di sangue nel Getsemani ne è un caso lampante), ma Gli ha consentito di non lasciarSi andare all'angoscia "disperata", alla ribellione, alla negazione del Piano salvifico.
In quanto Dio sapeva ciò che faceva, ma come Uomo ha vissuto una vita spirituale piena, intensa, che Gli ha consentito di abbracciare il Progetto del Padre proprio nella e dalla serenità che Gli veniva dalla parte superiore della Sua Anima. 
Il Signore stesso disse ai Suoi (e quindi a noi!) : "Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore".  (Gv 14,27) 
Non a caso questo parole vengono proferite dal Maestro nel "discorso di commiato" durante l'Ultima Cena e nel momento in cui preannuncia la Sua futura Ascensione al Cielo e la prossima Pentecoste.

La preghiera allo Spirito Santo può rendere l'uomo in grado di "sviluppare" la capacità di "ascoltare" quella parte superiore dell'anima in cui ci si affida con serenità al volere di Dio e da cui scaturisce la serenità interiore anche nelle prove.
Questo spinge l'uomo alla completa "libertà" dinnanzi al dolore, alla calunnia, alle incomprensioni, alle tentazioni: quando l'essere umano ha fatto quanto doveva, quando ha resistito al male, quando ha operato per il bene, nessuna calunnia, nessuna molestia umana o diabolica può toccare questa punta dello spirito in cui vi è solo l'abbandono totale alla volontà di Dio.

Questo è vivere un'ascensione quotidiana al Cielo: innalzarsi al di sopra degli errati giudizi degli altri, oltre le falsità, oltre le percosse fisiche e/o morali, oltre le difficoltà materiali e le anfosce spirituali.
Questo è immergersi nella preghiera anche quando le distrazioni esterne o le strategie del maligno, vorrebbero disturbare i sensi dell'uomo, come bene ha descritto Santa Teresa d'Avila nelle sue opere.
Pensiamo proprio alla preghiera di Gesù nell'Orto degli Ulivi: pur tra i dispiaceri per i discepoli che si addormentano ed il dolore estremo per l'ingratitudine del genere umano, nonostante lo strazio fisico per la sudorazione di sangue, la Sua orazione raggiunge livelli intensissimi, anche se di ciò non possiamo esserne oggi testimoni ed anche se i Vangeli non ci offrono descrizioni su questo punto in via diretta.
Ma se così non fosse, come avrebbe potuto, il Maestro, rivolgerSi al Padre dicendoGli:  
"Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! 
Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc 22,42)?

La pace che ci dona Gesù è la stessa in cui ha vissuto Lui: la certezza che il disegno del Padre è un disegno di Salvezza e che anche quando la vita passa attraverso la strada del dolore, tutto ha un "senso": tutto è affinchè le anime si salvino!

Concludo con le parole di San Paolo: parole realistiche sulla sofferenza e sulla preghiera ma anche parole di speranza e sulla speranza. 
Quella speranza che, come Egli stesso ci dice in Rm 5,5 "non delude"!

"Nella speranza siamo stati salvati. 
Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? 
Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.
Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. 
Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati". (Rm 8, 24-30)

BUONA DOMENICA DELL'ASCENSIONE A TUTTI VOI! 

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