mercoledì 30 gennaio 2013

TRIDUO A SAN GIOVANNI BOSCO- Terzo giorno: "Il Sistema preventivo nelle sue declinazioni concrete"-









TRIDUO A SAN GIOVANNI BOSCO

Terzo giorno: Il Sistema Preventivo nelle sue declinazioni concrete


O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre 
e la salvezza dei prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare Gesù Sacramentato, 
Maria Ausiliatrice 
e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona morte,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso. 
Amen.



Nel secondo giorno del triduo si è sottolineato un passaggio importante nella pedagogia salesiana: il Sistema Preventivo è uno solo, ma trova declinazione concreta differente per ciascun ragazzo.
E' un elemento importante per chiunque tenti, non solo coi giovani, di trascinare alla fede qualcuno: solo attraverso un metodo unico, da attualizzare secondo i bisogni personali del ricevente, sarà possibile ottenere buoni risultati.

Don Chavez, nella Strenna 2013, sottolinea come "Il Sistema Preventivo nell'educazione della gioventù, la Lettera da Roma, le Biografie di Domenico Savio, Michele Magone, Francesco Besucco, sono tutti scritti di Don Bosco che illustrano bene sia la sua esperienza educativa che le sue scelte pedagogiche.
Per Don Bosco si doveva cominciare dalla realtà di ciascuno dei ragazzi senza dover attendere di avere situazioni ideali, facendo leva sui valori e le attitudini che si portavano dietro e additando vette da raggiungere".

Un programma concretissimo: si parte da quello che c'è, differente in ciascuna persona, per arrivare alla vetta "adatta" a ognuna di loro, identica però nella sostanza, cioè, la salvezza eterna.

Ad esempio, nella testimonianza di un oratoriano, Giovanni Anfossi, si legge che:
"Ogni sera, secondo la consuetudine dell'Oratorio, recitate le preghiere in comune, Don Bosco era solito rivolgere alcune parole di ammaestramento ai giovani, e dopo essi usavano presentarsi al medesimo per augurargli una buona notte; egli allora coglieva l'occasione per dare ammonimenti particolari ad ogni giovane di eccitamento alla virtù o di correzione amorosa.
Noto in modo speciale la sollecitudine che Don Bosco poneva nel suggerire ogni sera a Domenico Savio consigli in modo particolare opportuni al medesimo, il quale a sua volta li accoglieva con profonda venerazione, dimostrando col suo contegno che dava molta importanza e cercava di trarne profitto".

Suggerire in modo opportuno a ogni ragazzo implica una particolare capacità di "osservazione" e ascolto da parte dell'educatore.
Attenzione che va coltivata anche nelle piccole cose...
Don Bosco si era ad esempio reso conto che Domenico Savio aveva un "potenziale di santità elevatissimo", ma tendeva a esagerare con le penitenze, e non essendo d'accordo, cercava di tenere a bada il suo spirito di sacrificio.
Testimoniò così Michele Rua: "Se Domenico Savio non cadde in veri eccessi, lo si deve alla vigilante attenzione che verso di lui usava Don Bosco, il quale conoscendo il suo spirito di penitenza sovente s'informava della sua salute, e del modo di regolarsi nel vitto e nel riposo".

Imitiamo don Bosco: facciamoci osservatori, ascoltatori attenti dell'altro, per condurlo a Dio tenendo conto della sua peculiare esperienza di vita, del suo potenziale di santità.

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