Il tema proposto quest'anno dal Santo Padre per la giornata mondiale della pace è "BEATI GLI OPERATORI DI PACE", argomento delicato che offre piste di riflessione calate nella realtà quotidiana di tutti, non solo o non semplicemente spunti per un discorso ad ampio raggio.
La pace è un percorso che parte dal piccolo, dal concreto, dal semplice; è lo stile del momento per momento, nei rapporti con sé stessi, coi familiari, coi vicini, con i parenti, con gli amici e...finanche con i "nemici".
Scrive il Papa nel suo messaggio per la giornata di oggi: "i nostri tempi, contrassegnati dalla globalizzazione, con i suoi aspetti positivi e negativi, nonché da sanguinosi conflitti ancora in atto e da minacce di guerra, reclamano un rinnovato e corale impegno nella ricerca del bene comune, dello sviluppo di tutti gli uomini e di tutto l’uomo".
Scrive il Papa nel suo messaggio per la giornata di oggi: "i nostri tempi, contrassegnati dalla globalizzazione, con i suoi aspetti positivi e negativi, nonché da sanguinosi conflitti ancora in atto e da minacce di guerra, reclamano un rinnovato e corale impegno nella ricerca del bene comune, dello sviluppo di tutti gli uomini e di tutto l’uomo".
L'impegno a cui ci richiama il Santo Padre non è solo quello da delegare "agli altri" -siano essi politici, imprenditori, detentori di potere a vario livello-, è un dovere quotidiano e personale, che ci riguarda tutti!
La pace -è sempre il Papa che ce lo ricorda- è un'aspirazione umana, di tutti gli uomini, ad una vita felice.
Ed è anche un dono da ricevere, da costruire, da donare:
"La beatitudine di Gesù dice che la pace è dono messianico e opera umana ad un tempo.
È frutto del dono reciproco, di un mutuo arricchimento, grazie al dono che scaturisce da Dio e permette di vivere con gli altri e per gli altri. L’etica della pace è etica della comunione e della condivisione.
La realizzazione della pace dipende soprattutto dal riconoscimento di essere, in Dio, un’unica famiglia umana".
Ora, è chiaro che, messa in questi termini, la questione non è più quella di una "pace generica", a livelli solo nazionali o internazionali.
Diventa una problematica ed una sfida che ci riguarda nel concreto di ogni giorno, nel nostro modo di rapportarci a noi stessi, agli altri, al creato.
Diceva don Bosco, con una frase che quasi potrebbe essere uno slogan della sua pedagogia salesiana: "Studia sempre di diminuire il numero dei nemici, accrescere quello degli amici e fare tutti amici di Gesù Cristo".
La pace -è sempre il Papa che ce lo ricorda- è un'aspirazione umana, di tutti gli uomini, ad una vita felice.
Ed è anche un dono da ricevere, da costruire, da donare:
"La beatitudine di Gesù dice che la pace è dono messianico e opera umana ad un tempo.
È frutto del dono reciproco, di un mutuo arricchimento, grazie al dono che scaturisce da Dio e permette di vivere con gli altri e per gli altri. L’etica della pace è etica della comunione e della condivisione.
La realizzazione della pace dipende soprattutto dal riconoscimento di essere, in Dio, un’unica famiglia umana".
Ora, è chiaro che, messa in questi termini, la questione non è più quella di una "pace generica", a livelli solo nazionali o internazionali.
Diventa una problematica ed una sfida che ci riguarda nel concreto di ogni giorno, nel nostro modo di rapportarci a noi stessi, agli altri, al creato.
Diceva don Bosco, con una frase che quasi potrebbe essere uno slogan della sua pedagogia salesiana: "Studia sempre di diminuire il numero dei nemici, accrescere quello degli amici e fare tutti amici di Gesù Cristo".
E' anche questo un metodo ottimale per costruire pace, sull'esempio di Cristo che è venuto per fare l'uomo nuovamente amico di Dio, tanto da dire "Non vi chiamo più servi, ma amici". (Gv 15,15)
La pace, come l'amicizia, è un ponte da gettare e costruire negli spazi dell' ordinario: sul lavoro, in famiglia, in parrocchia.
Non pensiamoci come ad un tema lontano da noi; essere "operatori di pace" significa impegnarsi per limare tante situazioni in cui non c'è vera armonia anche nelle nostre semplici realtà di vita apparentemente civilizzate e socievoli.
Farsi attenti all'altro nei suoi bisogni, nelle sue espressioni di sentimenti, nella sua "presenza", nel suo "essere" immagine di Dio, questo significa rendersi capaci di costruire pace anche come stile educativo cui invitare quanti ci vedono, ci osservano, quanti possono essere edificati e stimolati dai nostri gesti.
Farsi attenti all'altro nei suoi bisogni, nelle sue espressioni di sentimenti, nella sua "presenza", nel suo "essere" immagine di Dio, questo significa rendersi capaci di costruire pace anche come stile educativo cui invitare quanti ci vedono, ci osservano, quanti possono essere edificati e stimolati dai nostri gesti.
"Abbiamo bisogno, Signore, della tua forza.
Ne abbiamo bisogno non solo per colmare le grandi divisioni tra i popoli, ma anche per riparare le nostre divisioni individuali.
Perché essere sono in realtà conseguenza di ciò che accade nei nostri rapporti umani spezzati, nelle nostre famiglie lacerate, nelle nostre comunità religiose frammentate, nelle nostre amicizie rinnegate...
Poiché ogni divisione fraterna è un peccato, le nostre divisioni sul piano personale producono una sorta di cedimento dell'unità tra i popoli come accade per i vasi comunicanti.
Il contenuto dei vasi meno pieni influenza la misura del contenuto di tutti gli altri.
E' la misteriosa solidarietà del peccato".
(Real Tremblay)
Signore....aiutaci ad essere operatori di pace nel nostro vivere di ogni giorno,
a fare delle nostre esistenze un mosaico di bene, di amicizia, di fraternità, di condivisione...
...a non dimenticare che la pace non è un dono preconfezionato e perpetuo senza il nostro impegno, ma un regalo che riceviamo affinché venga preservato, potenziato, custodito...
BUON ANNO A TUTTI VOI, nella pace del Signore, quella pace che Lui è venuto a donarci, affinché la diffondiamo per tutta la terra!
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