La Liturgia della Parola di oggi (in cui comincia il Tempo Ordinario), ci presenta una scena di chiamata, quella di Simone e Andrea e poi di Giacomo e Giovanni.
Duccio di Buoninsegna, Chiamata di Pietro e Andrea |
Tutti e quattro sono intenti nel loro lavoro di pescatori, tutti e quattro hanno qualcosa che "occupa" il loro cuore, la loro mente, le loro mani: reti, barche, parenti...
Andrea ha già avuto modo di vedere Gesù: incontratoLo quando ancora era discepolo del Battista, lasciò quest'ultimo per seguire il Messia, chiedendoGli "Maestro, dove dimori"? e passare con Lui l'intero pomeriggio.
Un pomeriggio in cui, certamente, crebbe il fascino che proprio il Rabbì aveva esercitato sul pescatore...
Qui si potrebbe fare una prima considerazione: la chiamata alla sequela radicale di Cristo a volte non è immediata, lampante, subito comprensibile.
Può accadere che, per un' imperscrutabile disposizione divina, Dio si faccia inizialmente conoscere -studiare si potrebbe dire- in maniera particolarmente intensa, ma senza che questo faccia presumere a chi "sta" con Gesù, che di lì a poco ci sarà una chiamata in piena regola.
E' Andrea che inizialmente percepisce il fascino di Gesù e vuole sapere dove abiti, per passare del tempo con Lui, conoscerLo meglio, comprenderLo, farsi Suo amico e apprendere qualcosa da Lui. (Gv 1,35-40)
E' quello che a volte accade a tanti chiamati: imparano a stare con Gesù....e non si rendono conto immediatamente che proprio quell'essere con Lui, quella comunanza di vita è un preludio ad una chiamata ben diversa, ad uno stare "per sempre" ed in modo esclusivo con Lui.
Si potrebbe dire la stessa cosa di Pietro: è proprio suo fratello Andrea che lo conduce dal Cristo, ma anche stavolta la chiamata alla sequela radicale non è immediata.
Eppure ci sono esempi di tipo diverso, come quello del giovane ricco (Lc 18,18), che di Gesù aveva fatto solo esperienza indiretta, senza starGli fianco a fianco, ma che tuttavia riceve una chiamata repentina, immediata, alla quale, almeno fin dove giunge il racconto evangelico, dà una risposta negativa.
C'è poi un altro elemento che emerge dal Vangelo di oggi: non tutte le chiamate sono uguali anche in relazione a ciò che occorre "lasciare".
Di Andrea e Simone si dice che lasciarono le reti e seguirono Gesù.
Di Giacomo e Giovanni si precisa invece che lasciarono reti, garzoni ed anche il padre.
Ora, qui possiamo cogliere uno spunto di meditazione pur sapendo che Pietro aveva moglie , ma leggendo l'episodio in chiave simbolica. (fra l'altro, è ipotizzabile pensare che San Pietro fosse già vedovo o che portò con sé la consorte, come ricorda anche Padre Angelo Bellon, sul sito amicidomenicani)
Alcuni sono chiamati a lasciare "soltanto" le reti, cioè il personale progetto di vita che non corrisponda a quello che Dio ha in mente.
Potremmo dire che questa vocazione la si potrebbe identificare con quella alla consacrazione nel mondo -con voti privati o anche in un istituto secolare- o magari ad una chiamata meno "radicale", come può essere quella all'ingresso in un terz'ordine, o ad un qualsiasi ministero nella Chiesa.
Tutte situazioni che non impediscono di lavorare, di avere una casa propria, delle amicizie nel mondo, ma che indubbiamente "stravolgono" un progetto di vita magari pensato fino a quel momento.
Per altri la sequela è invece più radicale, le comporta un lasciare veramente tutto, progetto di vita (le reti), ricchezze in senso letterale (i garzoni presenti sulla barca di Giacomo e Giovanni, sottolineano il buon tenore di vita dei due), parenti.
Può essere la chiamata più "classica", quella in un ordine religioso, magari anche di clausura, in cui è più radicale il taglio netto con il mondo esterno, con limitazioni particolarmente intense anche sul piano dei contatti con i parenti.
L'esempio che oggi ci danno i quattro "chiamati" del Vangelo è stupendo: "Lasciarono...e lo seguirono"
Gesù vale più di ogni altra cosa.
Gesù è Tutto.
Gesù promette il CENTUPLO a chi abbandona ogni cosa, e finanche le persone più care, per seguirLo.
Gesù ricompensa sempre chi si affida completamente a Lui, per fare la Sua Volontà.
Convertirsi e credere nel Vangelo è anche questo: avere fiducia cieca in Colui che è Parola Incarnata e che ci assicura che veramente avremo ogni cosa (basti pensare alle beatitudini!) se sapremo lasciare le reti dei nostri progetti a volte errati, per seguire Lui che è VIA, VERITA' E VITA (Gv 14,6).
Buon Tempo Ordinario a tutti voi!
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