martedì 3 gennaio 2012

OGNI ATTIMO E' CARICO DI ETERNO..... -introduzione al lavoro del blog sul tema dei Novissimi-



"Da quando il Salvatore è disceso dal Cielo, 
l'uomo non è più schiavo di un tempo
 che passa senza un perché,
 o che è segnato dalla fatica, dalla tristezza, dal dolore. 

L'uomo è figlio di un Dio 
che è entrato nel tempo per riscattare il tempo 
dal non senso o dalla negatività
 e che ha riscattato l’umanità intera,
 donandole come 
nuova prospettiva di vita 
l’amore, che 
è eterno". 

(Benedetto XVI -primi vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio)



Qualche mese fa, l'Arcivescovo della mia diocesi (Catanzaro Squillace) ha pubblicato la sua prima lettera pastorale, dal titolo "Ogni attimo è carico di eterno".

Si tratta di un lavoro incentrato sul tema dei "NOVISSIMI", argomento di cui oggi si sente sempre meno spesso parlare...anche dal puplito delle Chiese.
L'invito di Mons. Bertolone è quindi quello di riproporre una pastorale incentrata anche su questo tema, e nel suo piccolo, anche il blog vorrebbe lavorare quest'anno in questa direzione, attraverso un contributo che, spaziando dal Magistero della Chiesa a scritti e rivelazioni di santi, possa un po' riprendere in mano il discorso su Paradiso, Purgatorio ed Inferno...i novissimi, per l'appunto.

Nella sua lettera pastorale, il nostro arcivescovo si è così espresso: "nell'uomo di ogni tempo esistono due visioni: conoscere il presente per trarne direttive di vita, oppure cercare risposte nel trascendente per trarne indicazioni di senso di pensiero e per la vita.
La prima visione la si fa risalire all'Illuminismo e ha portato alla massima fiducia nei poteri della scienza, ritenuta capace di risolvere ogni problema e dare risposta ad ogni dubbio; la seconda appartiene a chi, come la Chiesa, contrariamente a quanto postulato dal positivismo e dallo scientismo, offre e promuove modelli improntati a valori trascendenti ed eterni".

Papa Benedetto XVI, nella sua enciclica SPE SALVI, bene riassume la prima di queste due visioni....in un excursus storico che, a partire da Bacone, trasforma la speranza in "fede nel progresso".

Tuttavia, non è la fede nel progresso che libera l'uomo dai mali,  dalle paure, dalle insicurezze e dalla morte.
Solo la speranza cristiana "non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori" (Rm 5.5).


Questa speranza, che come dice anche il Papa è strettamente collegata alla fede, ci fa veramente credere che Dio si è fatto carne, è morto e risorto per noi, per aprirci le porte della VITA ETERNA!
Solo la certezza della vita eterna rende l'uomo...libero dalle paure!


Pavel Evdokimov, nel suo testo "La novità dello Spirito", così si esprime, parlando dell'uomo di fede: "Egli è colui che cammina sui serpenti, comanda a ogni malattia, rimuove le montagne e risuscita i morti, se tale è la volontà di Dio.
Non ha che da vivere semplicemente la sua fede fino in fondo, ponendosi incrollabilmente ai suoi termini estremi.
E' anche un uomo che la fede libera dalla grande paura del secolo XX: paura della bomba, del cancro, del comunismo, della morte; la sua fede è sempre una certa maniera di amare il mondo, seguendo il suo Signore fino alla discesa nell'inferno".


Paradiso, Purgatorio ed Inferno sono le "vie" che possiamo percorrere al termine di questa esistenza terrena, e non sono le vie a "scegliere noi", ma noi a scegliere, giorno dopo giorno e nel momento dell'ultimo incontro con "colui che viene" quale strada percorrere.
Dipende tutto da come decidiamo di vivere, realizzare la nostra fede...o non realizzarla!
Liberamente possiamo optare per un cammino di bene e dunque instradarci verso il Paradiso, magari passando attraverso la via di purificazione del Purgatorio...così come -purtroppo- liberamente possiamo imboccare la strada del male e dunque "autocondannarci" all'inferno, alla lontananza eterna da Dio!
L'unica nostra salvezza che può spingerci alla santità, darci il gusto del farci santi, scegliere la vita eterna piena in Dio, è Cristo Signore.


Papa Benedetto XVI ci ha lasciato delle parole stupende nel messaggio Urbi et Orbi del Santo Natale appena trascorso:
"Così lo invoca un’antica antifona liturgica: -O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio-. 
Veni ad salvandum nos!
 Vieni a salvarci! 

Questo è il grido dell’uomo di ogni tempo, che sente di non farcela da solo a superare difficoltà e pericoli.
Ha bisogno di mettere la sua mano in una mano più grande e più forte, una mano che dall’alto si tenda verso di lui.
Questa mano è Cristo, nato a Betlemme dalla Vergine Maria.
Lui è la mano che Dio ha teso all’umanità, per farla uscire dalle sabbie mobili del peccato e metterla in piedi sulla roccia, la salda roccia della sua Verità e del suo Amore". 


Vieni a salvarci Signore, liberaci da quel male, radicato nella fragile umana natura, che rischia di farci perdere il senso dell'attimo che viviamo, dimenticando che, nella sua tensione escatologica, anche quest'attimo è già carico di eterno e ci proietta, con le nostre scelte personali, verso l'incontro con il Signore che viene!

1 commento:

  1. Carissima Maria, sii fedele, bellissimo che vengano commentati i "Novissimi", detti anche "Ultime realtà", poiché oggi, chissà perché non se ne parla più. Ho fatto l'esperienza presentandoli nel Centro di Ascolto per adulti che tengo da alcuni anni a Brescia e ho notato che l'argomento è stato non solo gradito, ma oggetto di tante domande, riflessioni, esperienze di vita, confronto davvero utile per la vita di ogni giorno. Coraggio! Avanti!

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