domenica 1 gennaio 2012

DIVINA MATERNITA' DI MARIA SANTISSIMA -il concetto di fedeltà e genitorialità dall'Antico al Nuovo Testamento




Il mistero della maternità -più in generale della "genitorialità"- è forse uno dei più grandi fra quelli "contemplabili" sulla terra.

Rispecchia quella che è la paternità divina, un concetto che riempie tutta la Parola fin dall'inizio, fin da quando Dio afferma "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza" (Gn 1, 26), fin da quando la Genesi presenta il Padre che dice alle Sue creature: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra" (Gn 1, 28).

Tutta la Bibbia è un "approfondimento" di questo mistero....la discendenza assume un ruolo così importante fin da subito, tanto che, anche dopo il peccato originale, Adamo loda il Signore per avergli dato un altro figlio in seguito all'uccisione di Abele e  all'esilio di Caino (Gn 4,25).
Proseguendo oltre, ecco che ad Abramo viene promessa una discendenza numerosa quanto le stelle del cielo (Gn 22, 17)....e via via, fino al mistero di una paternità divina che si svela completamente con la nascita del Verbo Incarnato.

L'essere umano, nel percorso biblico che conduce dal'Antico al Nuovo Testamento, dimostra di essere in cammino verso una comprensione "corretta" del modo in cui Dio intende la paternità e la "concreazione" cui chiama l'uomo, Suo collaboratore nel generare alla vita altri esseri umani.

In effetti, la storia iniziale della Genesi presenta l'uomo legato indissolubilmente ad una sola donna, dalla quale avrebbe dovuto avere dei figli...ma dopo la caduta, anche questo legame si distorce e Dio -in un certo senso- lascia fare all'uomo un cammino progressivo  verso una nuova comprensione del progetto sulla fedeltà sponsale e sulla "genitorialità" responsabile.
Dio...aspetta che l'essere umano arrivi alla giusta "dimensione" dell'essere padre, madre, marito, moglie....a quella dimensione non solo "umana, carnale"....ma spirituale...DIVINA!

Ecco, infatti, che Abramo, secondo il diritto dell'epoca, si unisce alla schiava Agar (Gn, 16), con il consenso (anzi, dietro suggerimento!) della moglie Sara, sterile ed incapace quindi di assicurargli una discendenza.
Da un lato, se questo "diritto" umano sottolinea ancora l'incapacità dell'uomo di comprendere il vero significato della paternità, dall'altro, evidenzia proprio l'importanza, nella vita dell'uomo, della "figliolanza".
Ed anche quello che accade ad Agar, evidenzia lo stesso aspetto della questione.

Lei, schiava, senza diritti....nel momento in cui concepisce Ismaele, il figlio del suo padrone, improvvisamente si sente RICCA, non più senza diritto di parola, non più "colei che obbedisce"... e si concede la "libertà" di non prestare più fede alle richieste della sua padrona. 
La Genesi dice: "quando si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei" (Gn 16,4).
Agar si rende conto che, in virtù del figlio di Abramo che porta in grembo...può godere di una certa "autorità" finanche sul proprio padrone...
In effetti, questo "potere" deriva dal figlio che porta in grembo, infatti, quando Sara finalmente darà un discendente ad Abramo e vedrà giocare insieme Ismaele ed Isacco...chiederà al marito di allontanare il figlio della schiava...ed egli se ne dispiacerà, "per riguardo a suo figlio" (Gn     21,11).

Qui si interpone però anche la reazione di Sara: lei, che per prima aveva invogliato Abramo a fare uso del diritto umano -per l'uomo- di unirsi ad una schiava per generare una prole, si sente  adesso"offesa" nell'amor proprio e nel suo  "diritto interiore, spirituale, affettivo" di moglie legittima....chiede dunque che la schiava venga nuovamente...messa al suo posto! 

L'atteggiamento di Sara non è incomprensibile, il diritto prevedeva  una cosa, perché l'uomo percepiva nell'intimo l'importanza della paternità; ma d'altro canto il cuore comprendeva già che questo diritto era un po'....contorto, contrario alla "sete di amore fedele, unico, esclusivo" che alberga nell' uomo.
Il cuore umano sentiva già che era invece possibile una paternità al di dentro di un solo rapporto sponsale, caratterizzato dalla fedeltà al coniuge.

In Maria Santissima, in maniera totalmente straordinaria e splendida, questi elementi trovano finalmente la loro armonica fusione:

  • Maria, l'umile serva del Signore, la Vergine di Nazareth, viene resa MADRE DI DIO!
  • Pur mantenendo sempre la sua umiltà, ella, molto più di Agar....diviene RICCHISSIMA: IL FIGLIO DI DIO E' LA SUA STESSA RICCHEZZA! Lei, che era donna, all'epoca quindi priva di diritti, lei che non era profetessa, quindi senza...voce, lei che non era regina, quindi senza beni e poteri terreni....diviene colei che tutte le genti diranno beata, perché grandi cose ha fatto in lei l'Onnipotente!


Ora, se Agar, schiava, si sentiva dotata di una certa "autorità" verso il padrone, padre del figlio che portava in grembo...quale POTERE DIO HA CONCESSO A MARIA....DAL MOMENTO IN CUI NEL SUO GREMBO E' VENUTO A DIMORARE IL VERBO INCARNATO?
Si badi bene, qui non è Maria Santissima che si "autoattribuisce" l'autorità: nella sua umiltà non lo farebbe mai; tuttavia Dio stesso gliela concede....proprio perché è la Creatura umana che ha meglio risposto alla chiamata, che è stata pensata fin dall'eternità, progettata, creata per dare carne umana al Figlio dell'Altissimo!


E Maria, in un certo senso, sempre rimanendo umilissima, sottomessa a Dio, si rende conto di questo LEGAME INTENSIFICATO fra lei SPOSA E MADRE e DIO SPOSO E PADRE....tanto che al momento delle Nozze di Cana interviene per sollecitare il miracolo del Figlio...sente che l'AMORE che lega lei alla Santa Trinità le offre anche l' "ardire" di una tale richiesta....


Quale sarà dunque il "potere" di cui ora gode in Cielo Maria, Regina non solo del Cielo stesso, ma anche della terra?
E quanto si sarà intensificato il rapporto d'amore fra Dio e la Vergine, nel momento in cui l'Increato e la Creatura sono stati mirabilmente uniti da...un Figlio!


Chi ha fatto l'esperienza della paternità/maternità ripete spesso che un figlio genera un legame "unico" tra gli sposi; 
non di rado questa unicità e l'intensità crescente dell'amore trova anche manifestazione concreta in quello che viene considerato...il regalo alla futura mamma.... o nei fiori che vengono portati in ospedale....quasi per dimostrare tangibilmente la "gratitudine", il senso di dignità altissima che conferisce un figlio ad un genitore....


E Dio non ha colmato Maria di doni immensi? E non continua a farlo?
Ma questi doni sono tutti a nostro vantaggio, la Vergine vuole spenderli per tutti noi, che siamo figli di Dio!

L'Onnipotente, infatti, pur avendo un Figlio Unigenito nel quale si è compiaciuto, non dimentica noi altri....per noi uel Figlio si è incarnato, è morto e risorto.



Noi siamo come...Ismaele, figlio della schiava Agar, ma pur sempre prole di Abramo: pur non potendo rimanere in casa con lui, assieme al figlio "unico che egli amava", cioè Isacco, anche ad Ismaele viene assicurato ogni bene ed ogni protezione....Dio stesso si occupa di lui (Gn 21,18)!
Anche di noi si occupa il Padre Nostro che è nei Cieli, di noi che siamo "Ismaele", figli non unigeniti del Padre che è nei Cieli, ma pur sempre figli...
E Dio si prende cura delle Sue creature attraverso Maria, madre del genere umano, cui siamo stati affidati sotto la Croce!


Che la Vergine Maria, Madre buona e vigilante, ci guidi in questo nuovo anno, conducendoci sempre di più al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo!

BUON 2012!

3 commenti:

  1. Bello il paragone tra Ismaele e noi!!! buon anno a te e alla tua famiglia!

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  2. Cara, in ritardo sul blog, ti rinnovo gli auguri di buon anno! Un abbraccio formato Paradiso!

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  3. Dio ha colmato Maria di doni immensi, l'ha arricchita di grazia e di bontà, se l'è eletta come sua Madre. Maria però è anche la nostra vera Mamma del Cielo, ci è sempre vicina e vuole solo che imitiamo e amiamo il suo e nostro Gesù.
    Maria,umile serva del Signore, è anche splendida regina del Cielo e della terra, nulla sfugge di noi. Ci vuole suoi figli felici. Grazia, Maria!

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