domenica 30 gennaio 2011

TRIDUO A SAN GIOVANNI BOSCO- Terzo giorno: come evitare gli scrupoli



O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,

che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre e la salvezza dei prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona morte,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso. 
Amen.




Nei primi due giorni del triduo, Don Bosco ci ha invitati a confessarci spesso ed accordando piena fiducia al confessore.
Tuttavia, può a volte capitare, per sensibilità di coscienza o per tentazione del demonio, di essere colpiti da una malattia spirituale di cui oggi si parla poco è quella degli "scrupoli"....
Padre Angelo Bellon, sul sito amicidomenicani, così descrive questo "malanno":
 "Lo scrupolo è una malattia, un danno, un pericolo, un inciampo, una tentazione; si vede il peccato anche dove non c’è; lo si vede grave anche dove non può esser che lieve.
Il soggetto opera una erronea maggiorazione. 
Ed anche quando la materia è lieve, egli teme di avere una interiore disposizione ed intenzione viziata da grave malizia. 
Perciò per lo scrupoloso non esiste di fatto la distinzione fra peccato grave e peccato lieve: il peccato (commesso o da commettersi) lo pensa sempre grave (se lo ritenesse veniale non avrebbe l’angoscia della colpa).
 Nel campo religioso la coscienza scrupolosa si manifesta frequentemente in una eccessiva meticolosità nell’accusa dei peccati e delle loro circostanze e nella paura di non informare (o di non aver, pel passato, informato) sufficientemente il confessore. 
Nonostante questi dia la decisa assicurazione che l’accusa è sufficiente, il penitente trova difficoltà ad acquistare l’intima sicurezza perché manifesta e ripete sempre gli stessi timori e turbamenti".


Don Gianni Asti, nel suo libro, fa riferimento anche a questo tema, ricordando i consigli di Don Bosco:
"Questa malattia, con grande facilità, si fa strada nella mente dei giovanetti quando vogliono darsi davvero a servire il Signore.
Il danno è grave, perché con questo mezzo il demonio turba la mente, agita il cuore, rende gravosa la pratica dell religione; e spesso fa tornare ad una vita cattiva coloro che avevano già fatti molti passi nella virtù.
Il mezzo più facile per liberarci da tale sciagura è l'abbandonarci all'obbedienza illimitata del confessore.
Quando esso dice che una cosa è cattiva, facciamo quanto possiamo per non più commetterla.
Dice invece che in questa o in quel'altra azione non c'è alcun male?
Si segua il suo consiglio, e si vada avanti con pace ed allegria di cuore.

Insomma, l'obbedienza al confessore è il mezzo più efficace per liberarci dagli scrupoli e perseverare nella grazia del Signore".

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