O Dio, nostro Padre,
che apri le porte del tuo regno
agli umili e ai piccoli,
fa' che seguiamo
con serena fiducia la via tracciata
da santa Teresa di Gesù Bambino,
perché anche a noi
si riveli la gloria del tuo volto
AMEN
SECONDO GIORNO: RICONOSCERE DI ESSERE PENNELLI DA DETTAGLIO
Da "Storia di un'anima":
"Madre amata io sono un pennellino che Gesù ha scelto per dipingere la sua immagine nelle anime che lei mi ha affidato.
Un artista non si serve di un pennello solo, gliene occorrono almeno due: il primo è il più utile, è con esso che dà le tinte generali e copre completamente la tela in pochissimo tempo; l'altro, più piccolo, gli serve per i particolari.
Madre, lei mi rappresenta il prezioso pennello che la mano di Gesù prende con amore quando vuol fare un grande lavoro nell'anima delle sue figlie, mentre io sono quello piccolissimo che Egli si degna di usare in un secondo momento per i minimi particolari".
Si sente spesso dire che non ci si santifica mai da soli, ma sempre insieme agli altri.
E' verissimo: non si lavora mai in solitudine alla santificazione di quelli che ci sono affidati.
Ci si fa santi in un lavoro di squadra, in cui chi è più avanzato di noi nella via dello spirito compie il lavoro "grosso" e affida poi a noi i dettagli.
Riconoscerlo implica -da una parte- il renderci umili e sempre desiderosi di progredire nel bene e -dall'altra parte- sentire concretamente la "dolce responsabilità" che ci viene dall'Alto: siamo chiamati a dare i tocchi di rifinitura ad un'anima, ad imprimere un po' quei particolari che rendono più elegante, raffinata, un'opera d'arte.
Dunque siamo pennellini da dettaglio, ma il nostro è un compito di tutto rispetto: possiamo "abbellire" ancora di più ciò che altri e l'Altro hanno già reso bello!
Un artista non si serve di un pennello solo, gliene occorrono almeno due: il primo è il più utile, è con esso che dà le tinte generali e copre completamente la tela in pochissimo tempo; l'altro, più piccolo, gli serve per i particolari.
Madre, lei mi rappresenta il prezioso pennello che la mano di Gesù prende con amore quando vuol fare un grande lavoro nell'anima delle sue figlie, mentre io sono quello piccolissimo che Egli si degna di usare in un secondo momento per i minimi particolari".
Si sente spesso dire che non ci si santifica mai da soli, ma sempre insieme agli altri.
E' verissimo: non si lavora mai in solitudine alla santificazione di quelli che ci sono affidati.
Ci si fa santi in un lavoro di squadra, in cui chi è più avanzato di noi nella via dello spirito compie il lavoro "grosso" e affida poi a noi i dettagli.
Riconoscerlo implica -da una parte- il renderci umili e sempre desiderosi di progredire nel bene e -dall'altra parte- sentire concretamente la "dolce responsabilità" che ci viene dall'Alto: siamo chiamati a dare i tocchi di rifinitura ad un'anima, ad imprimere un po' quei particolari che rendono più elegante, raffinata, un'opera d'arte.
Dunque siamo pennellini da dettaglio, ma il nostro è un compito di tutto rispetto: possiamo "abbellire" ancora di più ciò che altri e l'Altro hanno già reso bello!
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