domenica 6 maggio 2012

TI FIRMO UNA CAMBIALE IN BIANCO....




MILLE LIRE AL MESE

Che disperazione, che delusione dover campar,

sempre in disdetta, sempre in bolletta!

Ma se un posticino domani cara io troverò,
di gemme d'oro ti coprirò!

Se potessi avere mille lire al mese,

senza esagerare, sarei certo di trovar
tutta la felicità!
Un modesto impiego, io non ho pretese,
voglio lavorare per poter alfin trovar
tutta la tranquillità!
Una casettina in periferia, una mogliettina
giovane e carina, tale e quale come te.
Se potessi avere mille lire al mese,
farei tante spese, comprerei fra tante cose
le più belle che vuoi tu!


Ho sognato ancora, stanotte amore l'eredità

d'uno zio lontano americano!

Ma se questo sogno non si avverasse,
come farò.... il ritornello ricanterò!

Se potessi avere . ..







"Mal'uomo, nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono" 
(Sal  49, 13      )




"Eccomi Signore, 
sono pronto  a fare tutto ciò che vuoi.
Voglio annullarmi in Te,
devi essere il mio motore,
devi essere Tu la mia  guida,
il mio fine...
Mi affido a Te prendo la mia croce e ti seguirò ovunque,
TI FIRMO UNA CAMBIALE IN BIANCO"

(Rosaldo Bellavita)







La canzone "Mille lire al mese" fu scritta negli anni '30 e divenne colonna sonora  dell'omonimo film. 
Per renderla attuale ai giorni nostri dovremmo forse dire: Se potessi avere (almeno) mille euro al mese" e chissà, mi chiedo, se con mille euro e non più mille lire, veramente l'uomo, come scriveva l'autore del testo, sarebbe in grado di afferrare la felicità e fare spese con moderazione!
La storia, molto spesso, ci dimostra il contrario: il possesso dei beni genera una spirale di desideri (non sempre leciti) per cui, la creatura senza moderazione (diciamo anche in termini teologici: senza le virtù della temperanza, della prudenza, della fortezza) si lascia prendere dalla spesa folla, anche per le più svariate inutilità.... 
In altri casi, ben peggiori, con la pecunia si prova a comprare finanche le persone: ecco il senso, in molti casi, del do ut des che tanto ha riempito la cronaca scandalistica di quest ultimi tempi...
In un certo senso (solo in un certo?) ha ragione il salmista....anzi, aveva da sempre ragione la SAPIENZA DIVINA, che al salmista ispirò di scrivere che l'uomo, nella ricchezza, comincia ad abbandonarsi alla stoltezza.
Facciamo un salto indietro nel tempo: torniamo ad Adamo ed Eva.
Erano ricchissimi, avevano tutto per loro un intero Paradiso Terrestre...l'intera Terra da soggiogare e dominare, l'intero mondo animale cui dare un nome....e persero tutto  per lo smodato desiderio di avere di più, di essere addirittura come Dio!
Adamo ed Eva erano colmi realmente di ogni "ben di Dio"....e lo sciuparono per la stoltezza di voler afferrare "il di più" che era impossibile all'uomo: farsi come Lui con le sole forze umane. Dio ci fa come Lui solo per mezzo del Figlio, che ci rende -noi povere creature di carne- Figli del Dio vivo e vero, destinati alla gloria immortale di un corpo risorto!

La fine "ingloriosa" di Adamo ed Eva nel'Eden ci insegna che, da essere dotato di ragione, l' uomo preso dai beni terreni, si fa  irrazionale, agisce -il più delle volte- come l'animale:  pensa solo alla soddisfazione "immediata"dei suoi bisogni...passando così da una necessità all'altra senza un ordine di priorità.
Cosa più terribile, poi, quando la smodatezza umana trasforma l'essere umano non semplicemente in animale....ma in "bestia", e così la creatura cerca di "spezzare" quella immagine e somiglianza di Dio che tutti rechiamo, passando da un...desiderio all' altro.

Ecco cosa scrive Mons. Scola nel libro-intervista "Il Valore dell'uomo":
"Si confonde il desiderio di infinito con l'inseguire una somma indefinita di desideri particolari; si confonde il godimento, quello che Tommaso d'Aquino chiamava gaudium, con la voluptas, cioè con il piacere e non si vede che il piacere è sempre puntuale, sempre destinato a finire e soltanto il gaudium, soltanto il godimento, può durare a certe condizioni".

Da dove nasce il problema?
Non dalla ricchezza in sè: ci sono stati santi che tali sono diventati pur vivendo -per tuta la vita o solo per un certo periodo di essa- fra agi e lussi: si possono citare Santa Elisabetta d'Ungheria e San Luigi, suo consorte.
Si potrebbe pensare ai beati Luigi e Zelia Guerin -genitori di santa Teresa del Bambin Gesù, che condussero un'esistenza di borghesi di ceto medio....e via dicendo...
Dunque, non è la ricchezza in sé, il male.
Il punto è: l0uomo, che uso ne fa?
Si lascia tentare e vincere dalla proposta di "idolatria", facendo del denaro un secondo dio, l famoso "Mammona"?

Paradossalmente, il potere, il richiamo suadente dei beni terreni è così forte che, anche persone nate e vissute nella povertà, al primo accenno di benessere mollano letteralmente su due piedi la propria fede e si rifugiano nelle comodità dei lussi e delle ricchezze...

Cattivo affare, allora, essere ricchi a questo modo!
Non è molto più produttiva la ricchezza poverissima che ha espresso, in una sua poesia, Rosaldo Bellavita?
Chi ha scritto quelle splendide parole di affidamento al Dio dell'Amore non è uno scrittore di grido, non è nemmeno un vecchietto dalla barba bianca....ma un giovane seminarista calabrese -tornato alla casa del Padre nel 1975 all'età di 20 anni-
TI FIRMO UNA CAMBIALE IN BIANCO: vera ricchezza non è avere beni materiali -se Dio non li concede-, né farne cattivo uso se invece il Signore li dispone per noi.

Vera ricchezza non è ricevere...ma DARE.

Signore, non voglio essere io a firmare la cambiale in bianco: nella Tua Onnipotenza Misericordiosa mi colmeresti di beni....ed io non saprei usarli bene, non saprei mettere a frutto tutti i miei talenti; Ti chiederei di più e Tu forse mi accontenteresti, ma non saprei, ancora una volta, fare del bene con quello di cui Tu mi colmeresti le mani.

Signore, fa' che sia io a firmare una cambiale in bianco a Te: ti dono tutto me stesso, Ti offro tutto quello che mi hai dato di più prezioso...la mia vita!
Te la dono affinché Tu ne faccia ciò che sai essere meglio per me, tanto che questo comporti per me la gioia, quanto la sofferenza; Ti dono i miei talenti, che sempre e solo Tu mi ha regalato: fammi capace di sfruttaerli al Tuo servizio...percondurti molte anime!

Signore, Ti dono il mio cuore: riempilo del Tuo Amore, affinché ciò che la radice del male che è in me vorrebbe produrre, Tu lo possa estirpare, come erbaccia cattiva...
Signore, Ti offro la mia Volontà: che sappia rinnegare in ogni momento me stessa, per fare solo ciò che Tu i chiedi, istante dopo istante...
Signore, Ti consegno i miei pensieri: che ogni parola che si agita nella mia mente sia solo di Amore, di compassione, di accoglienza dell'altro...
Signore, ti offro la mia voce: che sappia cantare le Tue meraviglie, la Tua bontà, anche in mezzo alle tempeste....

Signore: Ti offro anche la strada su cui cammino. Sii Tu stesso a disporre i miei passi, non sul tracciato che io orrei percorrere, ma su quello che Tu hai pensato per me, fin dall0eternità.

Signore, Ti consegno finanche la mia morte: sia quella che Tu desideri, quella in cui meglio Ti possa abbracciare...non per un istante solo...ma per tutta l'eternità!

QUESTA E' VERA RICCHEZZA: TI FIRMO UNA CAMBIALE IN BIANCO! Sei la migliore "garanzia" che non solo "onorerai il debito", ma mi darai più di quello di cui già NON mi sei debitore!

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