Cuore di Gesù- Torino, Chiesa di Santa Maria di Piazza |
Giorni fa, con un caro amico sacerdote, parlavo dei "piccoli messaggi" che spesso il Signore ci manda anche attraverso le persone che incontriamo.
Nello specifico, si discuteva di come, a volte, Gesù ci sproni attraverso episodi raccontatici da altri o anche e più semplicemente per mezzo della loro testimonianza, ad amarLo di più.
Capite bene che, essendo il mio interlocutore un sacerdote e per di più un prete veramente innamorato del Cuore di Cristo (e di quello di Maria!), il discorso non mi è parso affatto scontato!
Sento spesso dirmi, da questo padre salesiano: "Innamorati di più di Gesù, non smettiamo di innamorarci di Lui"!
Allora, un sacerdote così che ammette di doversi innamorare ANCORA di più di Lui, che ammette che altri -anche laici, persone sposate, giovani!- possano trasmettergli un invito ad amare maggiormente....a non smettere di camminare sulla strada dell'innamoramento di Gesù....ha fatto riflettere molto anche me.
E' vero: a volte dimentichiamo che il nostro "obiettivo" finale è nientemeno che Dio, che il godimento eterno della Divinità è qualcosa che ci supera INFINITAMENTE.
Presi dai "traguardi" materiali o spirituali che riusciamo a raggiungere, scordiamo che non possiamo e non dobbiamo mai adagiarci sugli allori, o ritenerci migliori di altri solo perché a noi, magari, il Signore concede (pochi, tanti o moltissimi) doni.
Sant'Agostino diceva che -almeno in forma latente- ogni persona abbia in sé qualcosa che la renda migliore di tutte le altre.
Sì, migliore, non semplicemente uguale.
Non peggiore.....
MIGLIORE.
E non solo qualcuno e di qualcuno, ma ogni persona e di TUTTI, ogni persona che esiste nel mondo, ogni persona che mi sta intorno...è in potenza o latenza migliore di me!
Questo vuol dire che (ovviamente) anche io in "latenza" o in potenza (dipende se faccio fruttificare o meno i talenti!) ho il mio personale dono, ma anche e soprattutto che non DEVO MAI DISPREZZARE NESSUNO, considerandolo come "peggiore, inferiore" a me...meno dotato.
Un giorno potrei stupirmi....e, come dice il Vangelo, vedere che le prostitute e i pubblicani mi passano davanti nel Regno dei Cieli. (cfr Mt 21,32)
Magari, anche all'ultimo minuto, quelli che oggi considero peccatori, o solo meno "dotati" di me... saranno riusciti a scoprire quel loro "lato migliore latente" e a svilupparlo.
A me, allora, cosa resta da fare?
Prima di tutto lavorare sulla mia umiltà: quando anche Dio mi concedesse grandi doni, quando anche me ne concedesse pochi, ma che a mio avviso sono "preziosi" e diversi da quelli che regala ad altri, dovrei ammettere che io non conosco i pregi, le qualità, le grazie che ricevono gli altri, o quelli che potrebbero ricevere in futuro.
In secondo luogo devo ammettere che ci sono testimonianze di amore per il Signore molto forti che provengono spesso dalle persone più semplici e che denotano una "intensità" d'affetto che lascia ammirati!
Magari sono testimonianze che lasciano -per un attimo- senza fiato....perché in esse spicca un coraggio realmente soprannaturale, magari davanti a certe situazioni difficili della vita....magari perché provengono da persone che vivono una normalissima vita cristiana ordinaria, come la maggior parte di noi la vive!
Sono esperienze, testimonianze che fanno comprendere che spesso noi riceviamo molto e sprechiamo o non impieghiamo al massimo i nostri doni.
Ci impegniamo con sforzo nella via della vita cristiana, magari anche dando "il di più": Messa quotidiana, preghiera intensa...meditazione...
Eppure siamo "bloccati" nell'Amore: avanziamo a fatica, a volte arranchiamo!
La lezione che ci viene dai "semplici" evangelici è veramente forte e ci invita a non considerarci mai arrivati, ma sempre in partenza, proiettati verso la tappa successiva.
Pensiamo per un attimo a Maria Santissima, visto che stiamo vivendo proprio il mese mariano: come "creatura" -seppure redenta in anticipo, seppure piena di Grazia, seppure Madre del Suo Figlio e Sposa dello Spirito Santo- non ha smesso neanche per un istante della sua vita terrena di INNAMORARSI SEMPRE PIU' DEL SUO DIO: DIO SPIRITO, DIO FIGLIO, DIO PADRE.
Ora. proviamo ad immaginare la sua vita con Gesù, Verbo Incarnato: la sua esistenza è stata un continuo "conoscere" il Figlio, uno scoprire -giorno dopo giorno- le Sue infinite ricchezze.
E questo amore continuo -favorito naturalmente dalla Grazia di cui Maria era colma- ha favorito la conoscenza e la conoscenza ha stimolato l'amore...in un crescendo continuo.
In un certo senso, come Uomo, anche il Verbo Incarnato ha conosciuto Maria giorno dopo giorno, ne ha seguito i progressi spirituali, l'ha amata sempre di più.....mentre come Dio la conosceva da sempre (il Creatore conosce dall'eternità le Sue Creature, sottolinea il SALMO 138!).
Dio ci ama di amore infinito da sempre, dunque non c'è "imperfezione" in questo "accrescimento" d'amore, siamo noi, con il nostro linguaggio limitato, ad intenderlo così.........esprime invece bene questo concetto San Giacomo, al capitolo 4 della sua lettera:
"Avvicinatevi a Dio ed Egli si avvicinerà a voi". (Gc 4,8)
L'amore crescente che noi portiamo a Dio ci renderà più vicini a Lui, ci renderà capaci di accogliere maggiormente il Suo Amore...ecco quello che, in termini più semplici, si può tradurre come "l'incremento d'amore" del Cuore di Gesù verso di noi.
Concludo questa mia riflessione con un passo della catechesi di Benedetto XVI sul Salmo 138:
"San Gregorio Magno, nelle sue Omelie su Ezechiele, ha intessuto sulla frase del Salmo da noi prima commentata: «Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro» (v. 16).
Su quelle parole il Pontefice e Padre della Chiesa ha costruito un’originale e delicata meditazione riguardante quanti nella Comunità cristiana sono più deboli nel loro cammino spirituale.
E dice che anche i deboli nella fede e nella vita cristiana fanno parte dell'architettura della Chiesa, vi "vengono tuttavia annoverati... in virtù del buon desiderio.
È vero, sono imperfetti e piccoli, tuttavia per quanto riescono a comprendere, amano Dio e il prossimo e non trascurano di compiere il bene che possono. Anche se non arrivano ancora ai doni spirituali, tanto da aprire l'anima all'azione perfetta e all'ardente contemplazione, tuttavia non si tirano indietro dall'amore di Dio e del prossimo, nella misura in cui sono in grado di capirlo.
Per cui avviene che anch'essi contribuiscono, pur collocati in posto meno importante, all'edificazione della Chiesa, poiché, sebbene inferiori per dottrina, profezia, grazia dei miracoli e completo disprezzo del mondo, tuttavia poggiano sul fondamento del timore e dell'amore, nel quale trovano la loro solidità" (2, 3, 12-13, Opere di Gregorio Magno, III/2, Roma 1993, pp. 79.81).
Qui troviamo un po' la "chiave" per rileggere tutto il discorso sull'innamoramento continuo: quando siamo poco innamorati di una persona, ma per particolari motivi siamo portati ad avere "timore" nei suoi confronti, proprio questo timore sarà il deterrente dall'agire male nei suoi confronti.
Così è spesso agli inizi della vita spirituale, così è spesso per molti buoni cristiani.
Il timore fa sì che non si devii dalla retta via, almeno nelle grandi cose, per "paura" di offendere Dio (usando un'espressione semplicistica, ma efficace) ed anche per evitare a noi stessi il "castigo"...la "punizione".
Man mano che però si avanza nella via dell'innamoramento, il timore cede il posto all'amore.... tuttavia, in noi esseri umani che siamo deboli e spesso soggetti a "sbandamenti emozionalI", il momento in cui si "sente" quell'amore è la fase della "fiducia" totale in Dio, della carità (anche espressa nelle varie circostanze quotidiane della vita), ma basta una piccola aridità, o un periodo di maggiore "stasi" per bloccarci ed impedirci di progredire.
Corriamo il rischio dell'abitudine o dello scoraggiamento....
Avendo superato la fase del "timore"...in un certo senso la salita diventa più ardua, perché se non c'è più timore (chi ama molto si fida molto, non teme l'Amato!), e se anche l'Amore -nei momenti di freddezza spirituale- non viene percepito...occorre avanzare con la SOLA FORZA DI VOLONTA'...pur non sentendo sensibilmente l'affetto trascinante verso Dio.
Ma il Signore ci invita a non scoraggiarci: Egli stesso ha sperimentato la prova del "non sentire", in cima al Calvario, appeso alla Croce sulla quale è morto per noi.
Anche Lui avrà provato la tentazione dello scoraggiamento, non sentendosi amato dagli uomini!
Perché, come rivelò alla beata Angela da Foligno, Gesù anche a noi ricorda: "Non ti ho amato per scherzo"!
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