lunedì 8 novembre 2010

TRIDUO ALLA BEATA ELISABETTA DELLA TRINITA', CARMELITANA SCALZA. Terzo giorno:se agiamo in Dio, niente è banale!



O Dio, che ami tanto gli uomini da fare in essi la tua dimora,
Ti ringraziamo dei doni concessi a Suor Elisabetta della Trinità,
alla quale hai fatto comprendere e gustare l'ineffabile tua presenza nell'anima.

Se Ti piace glorificare questa tua serva fedele, 
per i suoi meriti concedici la grazia che ti domandiamo.

3 GLORIA PATRI



Da una lettera della beata Elisabetta a Francesca de Sourdon:

"Per arrivare alla vita ideale dell'anima credo che bisogna vivere nel soprannaturale, cioè non agire mai naturalmente.
Bisogna prendere coscienza che Dio si trova nel più intimo di noi ed affrontare tutto con lui.
Allora non si è mai banali, neppure facendo le azioni più ordinarie perché non si vive in queste cose, ma si va al di là di esse.
Un' anima soprannaturale non tratta mai con le cause seconde, ma solo con Dio.
Com'è semplificata così la sua vita, come si avvicina alla vita degli spiriti beati, com'è resa libera da se stessa e da ogni cosa!
Tutto per lei si riduce all'unità, quest'unico necessario di cui il Maestro parlava alla Maddalena.
Allora è veramente grande, veramente libera, perché essa ha incluso la sua volontà in quella di Dio".

Ci sono poi tanti di noi, che non vivono circondati da cose preziose, ma che, giorno dopo giorno, si dedicano a semplici attività: mamme di famiglia, casalinghe, spazzini, operai...e tanti altri ancora...non da ultimo, i disoccupati. che pur possedendo competenze e capacità, sono spesso "costretti" ad una vita  diversa da quella cui aspiravano.

Ci sono poi persone che si dedicano ad attività più "intellettuali" o "artistiche", ma anche per loro, giunge il quotidiano e irrinunciabile appuntamento con i gesti e le azioni più semplici: dal pranzo da preparare, alla pulizia necessaria della casa; dal compilare la lista della spesa al riposare nelle ore notturne...

Finché non si "vive" in Dio, si potrebbe essere portati a fare differenze fra i due stili di vita, nonostante la comunanza di mille azioni quotidiane, si potrebbe pensare che l'intellettuale o l'artista conducano un'esistenza più "piena", intensa, importante anche agli occhi di Dio, mentre la casalinga, la madre di famiglia, la donna di servizio, lo spazzino, siano "inferiori" sul piano sociale e umano.
Quanti complessi di inferiorità, che si scatenano in molte persone, per questo motivo, e quante manie di protagonismo, nascono invece in tante altre!

La beata Elisabetta della Trinità, ci dice oggi che questi atteggiamenti sono sbagliati, non corrispondono all'ottica di un Dio-Amore che ha creato questo nostro mondo, questa nostra esistenza fatta sia di cose elevate, artistiche, intellettuali, sia di cose apparentemente umili, semplici...piccole.

Nel pensiero divino  ciascuna cosa, ciascuna attività, hanno una loro specifica "importanza", rientrano in un'economia che consente alla vita umana di essere bene organizzata, di...funzionare!
Pensiamo, per un attimo, a cosa accada nel laboratorio di un grande artista, che produca veri capolavori: per arrivare al risultato finale, anche lui dovrà sporcarsi le mani con i materiali che utilizza, dovrà impastare, o tagliare, sudare per ottenere l'esito finale.
Dovrà ripulire il piano di lavoro più volte, per evitare che lo sporco "contamini" la sua produzione....
Alla fine, noi ne ammireremo il risultato finale, e loderemo quell'artista solo per quel capolavoro, ma quante azioni, apparentemente più umili, ma necessarie, ci sono dietro!

Ecco, nell'ottica di Dio, tutta la nostra vita può essere (se anche noi lo vogliamo!) un CAPOLAVORO e per giungere a farne un'opera d'arte, dobbiamo anche noi compiere molteplici piccoli gesti quotidiani, che a prima vista sono "inferiori" rispetto al valore finale dell'opera, ma senza i quali, quell'opera non potrà mai venire alla luce!

Così, accudire una persona anziana, sarà il nostro semplice lavoro per fare della nostra vita un capolavoro di carità e amore; lavare con amore le verdure che useremo per preparare i nostri pasti, servirà a creare un capolavoro di servizio che si manifesta anche nelle attenzioni per i bisogni materiali dei nostri cari....e via dicendo....

Se riversiamo ogni azione in Dio, vedendo in essa un'occasione per dimostrare la nostra gratitudine per il dono della vita, ed un'opportunità per farne una meraviglia, nell'ottica divina che ci ha CREATI, VOLUTI immersi anche nei piccoli gesti, potremo realmente superare la "materialità" delle attività e vivere nel soprannaturale, già in questa terra!

Allora, preghiamo la beata Elisabetta, affinché ci aiuti in questo nostro impegno, guardando al modello dell'umile Gesù, figlio di un falegname di Nazareth e di una "casalinga", vissuto in una piccola e povera casa, affaccendato anche lui fra mille azioni quotidiane di una "semplicità" sorprendente....
...quell'umile lavoratore, quell'umile uomo, è il Figlio di Dio e ha fatto della sua esistenza terrena, un CAPOLAVORO DI AMORE! 
Che anche la nostra vita, possa divenire un'opera d'arte, della quale il Signore possa compiacersi per l'Eternità!

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