mercoledì 17 novembre 2010

FESTA DI SANT'ELISABETTA D'UNGHERIA. Il fuoco della carità riscalda chi ci sta intorno!


O Dio, che a sant'Elisabetta hai dato la grazia di riconoscere e onorare Cristo nei poveri, 
concedi anche a noi, per sua intercessione, 
di servire con instancabile carità 
coloro che si trovano nella sofferenza e nel bisogno. 
AMEN

(Sant'Elisabetta, con i pani che si trasformano in rose)

Figlia di re, sposa di un re, moglie fedele e felice, madre, terziaria francescana, Elisabetta d'Ungheria, nacque nel 1207 e morì nel 1231.
Giù durante il matrimonio si dedicò alle opere di carità, sempre appoggiata dal marito, anche lui fervente cattolico e innamoratissimo della moglie, nonostante le nozze fossero state combinate, quando lei aveva solo 14 anni!.
Fondò ospedali, visitò e curò gli ammalati, specialmente i più bisognosi e ripugnanti, mise tutte le sue ricchezze a disposizione dei poveri.

Anche il Santo Padre ha dedicato una catechesi generale a questa Santa, e nell'omelia che ho potuto ascoltare durante la Santa Messa, il sacerdote celebrante ha letto la bellissima lettera  lasciataci da Corrado di Marburgo, suo direttore spirituale, che si trova anche nell'ufficio delle letture di quest'oggi. (aprendo il link, scorrete la pagina, troverete la lettera dopo i salmi e la prima lettura)
E' un vero "concentrato" dell'esperienza spirituale di Sant'Elisabetta....esperienza che si fece carità concreta!

Ma, oltre a questa splendida lettera, mi ha molto colpita un' episodio della vita della Santa, narrato dal celebrante.

Un giorno, in pieno inverno, con la neve che aveva imbiancato ogni cosa, Sant'Elisabetta si accingeva, come ogni mattina, ad andare a visitare i suoi ammalati, nell'ospedale da lei fatto costruire vicino al suo castello.
Con lei, come sempre, sarebbe venuta anche la sua serva....che tuttavia appariva titubante per via della neve e del freddo e aveva dunque proposto di tralasciare, per quella mattina, la prima delle due visite giornaliere agli ammalati.
Sant'Elisabetta, invitò invece la sua serva a seguirla come da solito, camminando là dove lei, passando per prima, avrebbe lasciato le sue impronte.
La serva, fidandosi della padrona, fece come detto....e ricalcando le orme della Santa, non solo non sentì freddo e non calpestò neve, ma avvertì, insolitamente.... calore ai piedi!

L'episodio fa riflettere: la carità non è mai "sterile", produce sempre una scia d'amore che riescono a percepire anche quanti ci stanno attorno, se ben disponibili...all'ascolto!
A volte, ne facciamo esperienza anche nelle nostre situazioni di vita quotidiana: basta che ci sia una persona di famiglia o un amico, a trascinarci in una qualche attività di bene verso chi ha necessità (materiali o psicologiche), per infervorarci, facendoci realmente sperimentare il calore, il fuoco della carità!

Che Sant'Elisabetta, che ricordiamo quest'oggi, ci ottenga dal Signore lo stesso suo zelo nella carità, specialmente per quelli che maggiormente hanno bisogno, non necessariamente di beni materiali, ma anche di una parola di conforto, di una preghiera, della nostra vicinanza!

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