CONTRO LA FALSA IDEA DI UNA CHIESA OSCURANTISTA
Integrazione tra scienza e fede nel pensiero di Benedetto XVI
L'idea di una sinergia tra scienza e fede non è affatto nuova nel pontificato di Benedetto XVI.
Risale, anzi, ai tempi del cardinalato di Papa Ratzinger, eppure la prospettiva di uno sguardo cristiano, che sappia fare della conoscenza scientifica uno strumento della rivelazione divina e un mezzo di costruzione di una società migliore, capace di vero progresso, ancora oggi fa notizia, non solo in ambito religioso.
L'anno nuovo ha preso avvio, in Vaticano, con l'omelia di Capodanno, caposaldo “riassuntivo” del Papa-pensiero sull'argomento, calato per altro nel contesto della “XLIII Giornata Mondiale della Pace”, tema, quest'ultimo, che ha consentito al Santo Padre di agganciarsi ad un altro a lui caro, quello dell' “ecologia umana”.
“Se l'uomo si degrada, si degrada l'ambiente in cui vive; se la cultura tende verso un nichilismo, se non teorico, pratico, la natura non potrà non pagarne le conseguenze. Si può, in effetti, constatare un reciproco influsso tra volto dell'uomo e “volto” dell'ambiente”.
Questo il richiamo del Santo Padre, rivolto all'umanità intera, cui ha fatto seguito un “anticipo” di quella fusione tra scienza e fede, prospettata nel corso dell'Angelus del 6 gennaio: “Rinnovo il mio appello ad investire sull'educazione, proponendosi come obiettivo, oltre alla necessaria trasmissione di nozioni tecnico-scientifiche, una più ampia e approfondita responsabilità ecologica, basata sul rispetto dell'uomo e dei suoi diritti e doveri fondamentali”.
Nulla, in queste parole, di quell'oscurantismo tante volte -purtroppo ancora oggi- attribuito alla Chiesa Cattolica, che si dimostra invece aperta alla strada del progresso apportato dalle scienze, nella consapevolezza che anche attraverso queste ultime, si sveli il volto del Dio-Creatore.
Il sapere dei magi, come ricordato dal Santo Padre nel giorno dell'Epifania, “lungi dal ritenersi autosufficiente, era aperto ad ulteriori rivelazioni ed appelli divini. Infatti, non si vergognano di chiedere istruzioni ai capi religiosi dei Giudei. Avrebbero potuto dire: facciamo da soli, non abbiamo bisogno di nessuno, evitando, secondo la nostra mentalità odierna, ogni contaminazione tra la scienza e la Parola di Dio. Invece i Magi ascoltano le profezie e le accolgono; e, appena si rimettono in cammino verso Betlemme, vedono nuovamente la stella, quasi a conferma di una perfetta armonia tra la ricerca umana e la Verità divina, un'armonia che riempì di gioia i loro cuori di autentici sapienti”.
Additati come modello degli “autentici cercatori della verità”, “aperti al mistero che si manifesta in maniera sorprendente”, i Magi si fanno anche portatori di un interrogativo carico di significato: “Qual è la ragione per cui alcuni vedono e trovano e altri no?”.
A domanda, risposta: quello che oscura il cuore degli uomini è “la troppa sicurezza in se stessi, la pretesa di conoscere perfettamente la realtà, la presunzione di avere già formulato un giudizio definitivo sulle cose”. Atteggiamenti, questi, che “rendono chiusi ed insensibili i loro cuori alla novità di Dio”, incapaci di farsi “sconvolgere nell'intimo dall'avventura di un Dio che li vuole incontrare”.
Parole forti, quelle del Papa, cui hanno fatto seguito reazioni di segno opposto, nel mondo scientifico.
Margherita Hack -astrofisica, atea- controbatte affermando che scienza e fede operino “su due piani diversi”, per cui “se la scienza fosse aperta a rivelazioni e appelli divini, allora non si tratterebbe più di scienza”.
Di rimando, Antonino Zichichi -fisico, cristiano- replica che la scienza “vede solo una parte della realtà, ovvero la parte che riguarda la materia inerte, studia solo la realtà sperimentabile e riproducibile in laboratorio. Ma non quella che riguarda il mistero della vita”.
“La fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale affermazione e dalla sua inscrizione in una ragionevolezza più grande”:lo diceva, già nel 1990, l'allora Card. Ratzinger.
Potete leggere questo "post" anche sul giornale on line "L'Italoeuropeo", al seguente link:
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