"Subito li
chiamò.
Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca
con i
garzoni e andarono dietro a lui"
(Mc 1,20)
Il Vangelo di oggi (Mc 1,14-20) ci pone davanti a due parole chiave: barca e padre.
"Venite post me": "Venite dietro a me" dice Gesù.... seguitemi!
Sequela è una parola grande, di ampio respiro.
E' togliere l'uomo vecchio, il vestito vecchio, l'otre vecchio e... rinnovarsi.
E' andare dietro ad Uno più grande di tutti, l'Unico che veramente conosca e ci indichi la strada, perché Lui è la Via, la Verità, la Vita.
"Sequere me" è l'invito rivolto ai chiamati in senso stretto (sacerdoti, religiosi, consacrati), ma anche ai battezzati, già consacrati, unti, tutti del Signore, impegnati nella causa del Vangelo perché "sacerdoti, re e profeti".
"Sequere me" è allora lasciare la BARCA delle proprie comodità, dalla "casa" tanto in senso materiale (come avviene per i religiosi e i sacerdoti, cui è chiesto un taglio più radicale) quanto in senso metaforico.
"Sequere me" è abbandonare il proprio progetto di vita per interrogarsi e comprendere quello che Dio ha su ciascuno di noi.
Ma alla barca si associa un'altra parola chiave:PADRE.
La sequela è fortemente connessa con il passare da una paternità all'altra.
Dalla paternità puramente umana, dagli affetti terreni, ad una paternità divina.
Barca e padre danno allora la dimensione perfetta del cattolico: quella della vita nella CHIESA.
Barca e padre oggi ci dicono: lascia la barca -pur importante, ma non capace di salvarti! (cfr LG)- della vita umana ed immettiti nella BARCA DELLA CHIESA!
E' in questa barca -che è la Santa Romana Chiesa, quella che nel Credo confessiamo "Una, santa, cattolica, apostolica",- che attraverso il Santo Battesimo noi diventiamo FIGLI DI DIO! In questa BARCA troviamo il vero PADRE!
Il Tempo per Annum che oggi comincia liturgicamente, ci offre allora uno spunto di riflessione biblica che fa da cerniera tra ieri -Solennità del Battesimo di Gesù- e oggi -ripresa del Tempo Ordinario-.
Aver vissuto bene il Tempo di Natale, concluso con la memoria del Battesimo di Cristo, è invito a fare tesoro del nostro stesso Battesimo.
Sacramento che ci ha resi Figli di Dio, immettendoci nella Barca della Chiesa, di cui Cristo è Capo.
Auguro a me stessa e a tutti gli amici del blog, un tempo ordinario colmo della straordinarietà di questa "buona novella": siamo membra viva della Chiesa -"Barca di Pietro" e abbiamo un Padre che tutto governa con la Sua Sapienza infinita.
A noi il compito, anche oggi, di gettare le reti con fiducia....Gesù ci invita a "pescare", come invitò anche Pietro!
Come ci ha ricordato Benedetto XVI, nell'udienza generale del 17 maggio 2006, pescare nella barca di Pietro- nella Barca Chiesa che è guidata da Cristo- è quasi come fare un salto nel buio.
Implica la FEDE...la FIDUCIA.
Fidiamoci di Gesù: la Sua Parola è "efficace".
Sulla Sua Parola, getteremo le nostre reti!
Egli chiede
allora di salire sulla barca, quella di Simone, e lo prega di scostarsi da
terra.
Sedutosi su quella cattedra improvvisata, si mette ad ammaestrare le
folle dalla barca.
E così la barca di Pietro diventa la
cattedra di Gesù.
Quando ha finito di parlare, dice a Simone:
«Prendi il largo e
calate le reti per la pesca».
Simone risponde:
«Maestro, abbiamo faticato tutta
la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
Gesù, che era un falegname, non era un esperto di pesca: eppure Simone
il pescatore si fida di questo Rabbi, che non gli dà risposte ma lo chiama ad
affidarsi.
La sua reazione davanti alla pesca miracolosa è quella dello stupore
e della trepidazione: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore».
Gesù risponde invitandolo alla fiducia e ad aprirsi ad un progetto che
oltrepassa ogni sua prospettiva: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di
uomini».
Pietro non poteva ancora immaginare che un giorno
sarebbe arrivato a Roma e sarebbe stato qui “pescatore di uomini” per il
Signore.
Egli accetta questa chiamata sorprendente, di lasciarsi coinvolgere in
questa grande avventura: è generoso, si riconosce limitato, ma crede in colui
che lo chiama e insegue il sogno del suo cuore.
Dice di sì – un sì coraggioso e
generoso -, e diventa discepolo di Gesù".
(Benedetto XVI- udienza generale 17 maggio 2006)
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