O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre
e la salvezza dei prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare Gesù Sacramentato,
Maria Ausiliatrice
e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona morte,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso. AMEN!
TERZO GIORNO: DON BOSCO COMUNICA AI GIOVANI LA SUA ESPERIENZA DI DIO
Non si può pensare a don Bosco e alla sua capacità di "santificare" senza ritornare con la memoria ad un incontro, quello fra lui e S.Domenico Savio.
Visitando a Torino la stanzetta di questo "a tu per tu" colpisce la frase "Da mihi animas caetera tolle". E' la scritta che campeggia nello stemma della Congregazione salesiana, impressa come un marchio di fabbrica
Dalla Strenna 2014:
“Don Bosco: profondamente uomo e
totalmente aperto a Dio ha vissuto un
progetto di vita assunto con decisione: il servizio ai giovani.
Lo rileva Don Rua: «Non diede
passo, non pronunciò parola, non mise mano ad impresa alcuna che non avesse di
mira la salvezza della gioventù».
Con la sua dedizione ai
giovani, Don Bosco voleva comunicare loro l’esperienza di Dio.
La sua era non solo
generosità o filantropia, ma carità pastorale.
Questa viene detta «centro e
sintesi» dello spirito salesiano.
L’amore rappresenta il punto
massimo di arrivo della maturazione di qualsiasi persona, cristiana o no. L’impegno
educativo si propone di portare la persona ad essere capace di donarsi.
Per Don Bosco, come per tutti i
santi, la carità è centrale e viene raccomandata in forme molteplici: come base
della vita di comunità, principio pedagogico, fonte della pietà, condizione
dell’equilibrio e della felicità personale, pratica di virtù specifiche, quali
l’amicizia, la buona educazione, la rinuncia a propri interessi.
I testimoni della prima ora e
la riflessione successiva della Congregazione hanno portato alla convinzione
che l’espressione che riassume la spiritualità salesiana è proprio il Da mihi
animas, cetera tolle”: DAMMI LE ANIME, TOGLIMI TUTTO IL RESTO.
"L’espressione ricorre con
frequenza sulle labbra di Don Bosco e ha influito sulla sua fisionomia
spirituale.
È la massima che impressionò
Domenico Savio nell’ufficio di Don Bosco ancora giovane sacerdote e lo mosse a
un commento rimasto famoso: «Ho capito che qui non si fa negozio di denaro, ma
di anime. Ho capito: spero che l’anima mia farà anche parte di questo
commercio». Per questo ragazzo fu chiaro
dunque che Don Bosco non gli offriva solo istruzione e casa, ma soprattutto
un’opportunità di crescita spirituale”.
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