lunedì 25 dicembre 2017

Pensieri per lo spirito

IL VERBO SI È FATTO CARNE
Una parola di gioia e speranza
Natale del Signore




 «E il Verbo si fece carne 
e venne ad abitare in mezzo a noi».
(Gv 1,14)



Il Verbo si è fatto «carne». Con queste parole, nel suo prologo, Giovanni ci introduce al mistero di un Dio che arriva a farsi uomo, che entra nella storia e nel tempo, per vivere una vita come quella di ogni altro essere umano. Una vita scandita dallo scorrere delle ore e dall'avvicendarsi delle stagioni; una vita intrecciata con altre vite, di poveri e di ricchi, di semplici e di potenti, di buoni e di cattivi; una vita in cui si inanellano giornate felici e giornate drammatiche, momenti di gioia e momenti di estremo dolore fisico, spirituale, psicologico. Una vita che, una volta iniziata, comincia il suo conto alla rovescia verso la morte. 
Carne ci dice tutto questo, rimandandoci alla condizione umana e mortale che conosciamo bene, per esperienza diretta. Carne è la parola della caducità, della fragilità che Dio decide di abbracciare per amore, per far passare la carne dell'uomo dalla decadenza all'eternità, dalla corruttibilità all'incorruttibilità. Ma carne è anche la parola della tenerezza, e usandola in riferimento al Natale, probabilmente riporta alla mente l'idea delle carni morbide e rosee di un bambino, che sembrano una tela dai colori purissimi, lisci, soffici, privi d'imperfezione. Quella carne che, per la sua bellezza, ogni madre e ogni padre si fermano a contemplare, dopo la nascita del proprio bambino.
Ma carne ci parla anche di qualcos'altro. Perché dire carne non è necessariamente dire uomo. E Giovanni avrebbe benissimo potuto scrivere che il Verbo si è fatto uomo. Invece scrive che si è fatto carne. Non è una scelta casuale (quale scrittore userebbe a caso le parole?) e neppure dettata dal desiderio di raffinatezza, perché la carne rimanda anche a un atto umano, quello del mangiare, che di poetico, almeno in un contesto che dovrebbe essere la poesia per eccellenza (Dio ama così tanto l'uomo da farsi uomo, per fare dell'uomo un dio) ha veramente poco. 
Eppure anche in questo senso Giovanni usa questa parola, infatti egli torna altre volte a scrivere carne e, in particolare nel discorso eucaristico di Gesù, quello sul pane che dà la vita:

«"Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". 
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?".  
Gesù disse loro: "In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda"». 
(Gv 6,51-52)

Ci può essere poesia più sublime di questa? Dire che il Verbo, ossia la Parola si è fatta carne significa rimandarci immediatamente a quello che di più prezioso Cristo ci ha donato: la sua carne da mangiare. Nella carne è riassunta tutta l'esperienza umana di Cristo; quella carne racchiude il suo mistero divino ed è unita ad esso; quella stessa carne ci viene donata nell'Eucaristia. Ecco che la carne di Cristo è la nostra porta di accesso più potente, più straordinaria all'esperienza umana del Dio fattosi uomo e a quella divina dell'Uomo che era, è e sarà per sempre Dio. È un mistero davanti al quale non possiamo avere altre parole: cosa mai potremmo dire per esprimere cosa sia questa Parola incarnata? Nessuna valanga di concetti e termini potrebbe mai raggiungere la pienezza e la ricchezza di ciò che Essa è. Sappiamo solo questo: nel Natale facciamo memoria (riviviamo, oggi!) del grande mistero dell'Eterno e Infinito che è diventato carne umana, esperienza vissuta, gioia e dolore, pianto e riso; morte e risurrezione: è infatti una carne che ha seguito il sentiero della volontà del Padre, una carne unita al Verbo divino che è stata glorificata e resa immortale. Di questa carne noi ci possiamo nutrire, assimilandola, gustandola, lasciando che ci doni energia per vivere, e per vivere bene, al meglio... per vivere per sempre. 
Carne, a Natale, è parola di gioia e di speranza. Con una frase di Chiara Corbella, anche noi, alla luce della carne del Dio Bambino, possiamo dire: "Siamo nati per non morire mai più". 
Buon Natale a tutti!

domenica 24 dicembre 2017

Novena di Natale 2017/ 9

CAMMINIAMO
INCONTRO AL SIGNORE!
Novena di Natale




 Egli sarà il nostro bene.
Noi la terra feconda.
Noi la terra feconda.





Riconoscere Dio come il nostro bene significa accettare che Egli cresca in noi, che noi portiamo frutto in Lui. Un binomio vincente, perché ci trasforma da terra sterile in terra feconda, capace di rinnovare ogni giorno la magia del Natale, in cui un Bambino viene a portare la gioia, l'amore, la vita vera sulla terra. Il Natale, come memoria di un evento storico, dura un giorno... liturgicamente parlando dura un'intera ottava; come memoria di un evento spirituale e interiore, come memoria di un incontro personale... non deve aver fine, perdurando per tutta la nostra vita e anche oltre la nostra vita umana, quella che ora sperimentiamo e conosciamo. Chi incontra veramente Gesù, il Dio vivo e vero che ha preso carne umana, e sperimenta il suo amore concreto, non può che continuare a far nascere il Cristo, giorno dopo giorno, nella propria esistenza e in quella degli altri. Se si incontra l'Amore, se ci si sente amati, se si ama, allora ogni giorno, sorretti e aiutati da questo Amore, sapremo fare di noi una cosa nuova, capace di spalancare orizzonti sempre più ampi, di portare luce nella vita di chi ci sta intorno, di seminare speranza. Noi saremo, nel tempo storico, la carne e il cuore operante di quel Gesù che ci  ha mostrato come amare e come farsi amare. 

sabato 23 dicembre 2017

Novena di Natale 2017/ 8

CAMMINIAMO
INCONTRO AL SIGNORE!
Novena di Natale




 Egli sarà il nostro bene.





Dio sarà il nostro bene. Quel Dio che viene a visitarci nella natura umana, di Bambino, a Natale. Ecco perché camminiamo con gioia incontro a Lui: Egli sarà per noi ciò che è buono, ciò che si confà a noi, sempre desiderosi di infinito, di amore, di verità, di felicità... che ne siamo consci o meno. Solo Dio può appagare questa sete apparentemente insaziabile dell'essere umano. Una sete che spesso si cerca di soddisfare attingendo acqua alle fonti sbagliate delle cose passeggere, dei "beni" superflui, oppure delle persone e situazioni che alla fine non apportano qualcosa di positivo alla vita dell'uomo, ma a volte sono proprio quelle che definiamo le persone sbagliate, le scelte errate, le situazioni che si trasformano in veri e propri pantani, dai quali è difficile uscire. L'uomo si incaponisce nella decisione di ciò che darà o meno la chiave di accesso alla felicità. Ma Dio, a Natale, ribadisce in un Bambino che lì sta la nostra felicità, nell'andare incontro a questa creatura nata sulla terra per nascere nei nostri cuori. Con Dio nella propria vita anche le difficoltà acquistano un valore differente, si fanno meno pesanti da attraversare; i rifiuti, le rinunce, i dispetti degli altri vengono riletti alla luce dell'Unico e Solo che veramente sa amare l'uomo, senza mai voltargli le spalle.
Allora Dio sarà il nostro bene anche in un altro senso: sarà il nostro "tesoro", lo scrigno prezioso alla fine del cammino, della ricerca, dell'attesa. E quest'attesa, per chi sa incontrare e trovare Dio nella capanna di Betlemme è già, in un certo senso, finita. Viviamo in un anticipo di eternità, certi del fatto che Dio è qui, per noi, con noi, in noi, e lo sarà per sempre.

venerdì 22 dicembre 2017

Novena di Natale 2017/ 7

CAMMINIAMO
INCONTRO AL SIGNORE!
Novena di Natale




 Egli viene è il Dio fedele 
che ci chiama alla sua comunione.





Misericordia di Dio e Grazia ricreano nell'uomo la comunione con il divino. Questa riconciliazione tra l'uomo e Dio è già simboleggiata dal Cristo stesso, l'Uomo-Dio che nasce a Natale. Un prodigio dell'amore, perché solo l'amore rende possibile l'unione di due nature così diverse. Presi dallo stupore per questa meraviglia, riconoscenti per questo dono che viene davvero dall'Alto, ma che accetta di offrirsi a noi nella maniera più umana possibile, lasciamo che prevalga l'apertura del cuore, lasciamo che sia proprio questo Bambino a riconciliarci con Dio (cfr. 2Cor 5,20). Comprendiamo che solo l'amore è in grado di salvare, guarire, pacificare. Che solo l'amore può portare l'uomo alla piena realizzazione di sé, alla completezza, a vette forse mai immaginate. Guardiamoci con gli occhi oggettivi di chi sa riconoscersi imperfetto, peccatore, dunque bisognoso dell'amore di Dio che rinnova. L'umiltà è sempre il primo passo per avvicinarsi a Dio e per riconoscerlo. Dio stesso ce lo dimostra, perché Lui per primo si presenta a noi umile, semplice, povero... Non c'è da aver paura di un Dio così, che sembra quasi volere, a tutti i costi, rendersi più amabile, per suscitare il nostro interesse!  

giovedì 21 dicembre 2017

Novena di Natale 2017/ 6

CAMMINIAMO
INCONTRO AL SIGNORE!
Novena di Natale




 Mostrerà la sua misericordia, 
ci darà la sua grazia, 
ci darà la sua grazia.





Approssimandoci di più al Natale cominciamo a intravedere sempre meglio la ricchezza del tesoro cui andiamo incontro. Stiamo lavorando su noi stessi per essere dono per Gesù, ma Lui ha dei doni ancora più grandi per noi. Stiamo camminando rimanendo sobri, gioiosi, correggendo le storture del percorso. Stiamo andando incontro al Signore lasciandoci guidare dalla sua promessa di salvezza, in cui la notte delle sofferenze e della morte sarà sconfitta. Ci stiamo preparando ad accogliere una promessa di vita, quella che il Figlio di Dio viene a offrirci: la misericordia che comprende la debolezza umana, che ama con tenerezza infinita il peccatore aspettando che si converta, che entra nel cuore dell'uomo capace di ammettere il proprio errore... e lo trasforma. Siamo chiamati a riconoscerci bisognosi di Dio, sempre, in ogni circostanza, lungo tutto il corso della nostra vita.
Ecco allora che anche la Grazia può entrare in noi, riallacciando il rapporto tra il Creatore e la creatura. È l'esperienza di un "secondo battesimo" che ci rinnova interiormente, che ci rende ancora pieni di bellezza agli occhi di Dio. Gesù Bambino è il segno vivente della Grazia di Dio e del dono che Egli ci fa. Isaia, preannunciando la sua venuta, dirà: «un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio (Is 9,5)». 
Gesù ci porta la misericordia e la Grazia di Dio, venendo ad abitare nei nostri cuori, così come un figlio vive sempre nel cuore dei suoi genitori; e un figlio va nutrito e accudito giorno dopo giorno, affinché cresca sano e robusto. Così, il dono della Grazia che riceviamo in Cristo va sempre alimentato, con costanza e fiducia, sapendo che alla fragilità dell'uomo viene in soccorso la potenza di Dio. Il dono del Natale è un dono per tutta la vita, da coltivare quotidianamente. 

mercoledì 20 dicembre 2017

Novena di Natale 2017/ 5

CAMMINIAMO
INCONTRO AL SIGNORE!
Novena di Natale




 Egli viene andiamogli incontro 
ritornando sui retti sentieri.





Dire Natale è dire speranza: Gesù prende carne per abbracciare la carne di ogni essere umano, anche di quelli che sono lontani dalla strada che conduce a Lui... soprattutto di quelli che non sanno di avere bisogno di Lui. Se Cristo si fa uomo non è per negarsi a qualcuno, ma per darsi a tutti. Con l'Incarnazione Dio assume sembianze come le nostre, per rendersi più accessibile, per mostrare il suo amore in maniera comprensibile. Il linguaggio di un bambino è quello della tenerezza, della fragilità, della simpatia. È un messaggio che, in fin dei conti, riesce a essere veicolato senza bisogno di parole; così semplice, ma così essenziale, profondo, vero, da comporsi solo di gesti, sguardi, sorrisi, pianti. Questo è uno dei messaggi dell'Incarnazione, in cui Dio parla una lingua universale: quella dell'amore. E Gesù vivrà sulla propria pelle questo messaggio, per tutta la sua vita di uomo: rendendosi vicino al dolore degli emarginati, degli scartati, finanche dei delinquenti, come arriverà a fare sulla Croce, quando muoverà a compassione il cuore di uno dei due ladroni, non mettendosi a sfoggiare le proprie prerogative divine, ma semplicemente presentando la propria esperienza umana, di uomo condannato ingiustamente. La sua stessa presenza mite, il suo essere arrivato sulla Croce senza aver fatto nulla di male riusciranno a toccare l'animo di quello che oggi chiamiamo il buon ladrone.
Ecco, il Natale ci ricorda proprio questo: Dio viene in mezzo a noi come uno di noi, e si esprime in una modalità universale e ci dice che c'è possibilità di cambiamento per tutti. Dio ha accettato la grande sfida di farsi uomo, di abbassarsi fino al nostro livello, pur di attirarci tutti a sé. Per tutti, arrivando più o meno alla fine dell'anno e tirando le somme, sicuramente comparirà qualcosa che sembra averci fatto deviare dalla strada verso Gesù. Rimbocchiamoci le maniche, rinsaldiamoci nella speranza, rimettiamoci in cammino, impegniamoci ad abbandonare modi di fare e di pensare che contraddicono il Vangelo. Alla fine della strada... Gesù ci aspetta!

martedì 19 dicembre 2017

Novena di Natale 2017/ 4

CAMMINIAMO
INCONTRO AL SIGNORE!
Novena di Natale






 Rivestiamo la forza di Dio 
per resistere al male,
per resistere al male 





Il tempo della veglia è anche il tempo in cui si rischia maggiormente di stancarsi fisicamente. Il tempo passa, gli occhi vorrebbero chiudersi, il corpo preferirebbe abbandonarsi totalmente al sonno. In termini spirituali si può dire che l'attesa è anche il momento della tentazione, in cui le debolezze umane sono messe maggiormente alla prova. Ne siamo consapevoli anche attraverso il Vangelo, perché sappiamo che il Gesù adulto sarà tentato, nel deserto, dopo un periodo di lungo digiuno e preghiera, durato quaranta giorni. 
Camminare mentre si veglia, camminare per arrivare, camminare incontro. Possiamo aggiungere anche: camminare rimanendo sempre all'erta. Dobbiamo dotare il nostro spirito di una sorta di antifurto, che scatti non appena qualcuno o qualcosa tenti di manometterlo.
Sembra un controsenso – se proprio il tempo dell'attesa è quello in cui si è più deboli – che san Pietro scriva: «Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare» (1Pt 5,8). Ma la soluzione dell'enigma sta in quel siate sobri. Vegliare con sobrietà non è la stessa cosa che vegliare tra i divertimenti. Né sobrietà significa povertà. Lo dicevamo già ieri: le vergini stolte mandano in fumo le nozze perché si trovano a mani vuote! Sobrio non vuol dire semplicemente moderato, ma soprattutto pienamente cosciente. Diciamo che una persona è sobria quando non è ubriaca: ecco perché ci serve rivestirci della forza di Dio per resistere al male. Se la grazia di Dio ci riveste, se la fede ci sostiene, allora avremo occhi, mente, orecchie, mani e cuori sobri per riconoscere i tranelli in cui rischiamo di cadere, il peccato che rischia di sedurci sotto false apparenze di bellezza, l'orgoglio che vorrebbe gonfiarci di superbia... Il cammino a volte è come una corsa a ostacoli e solo se sapremo evitare i pericoli rimanendo ben desti, potremo correre incontro alla meta desiderata.

lunedì 18 dicembre 2017

Novena di Natale 2017/ 3

CAMMINIAMO
INCONTRO AL SIGNORE!
Novena di Natale




 Egli viene, vegliamo in attesa, 
ricordando la sua parola.





Il tema della veglia ci riporta a quello del primo giorno: camminare. Vegliare e camminare non sono in contrapposizione, al contrario! Solo chi veglia nel modo giusto è in grado di camminare bene verso la meta. Le vergini stolte del Vangelo (cfr. Mt 25,1-13) ne sono un lampante esempio a rovescio: attendono, ma nel modo errato. Non hanno olio e, quando si mettono in cammino per andare a comprarlo è troppo tardi: lo Sposo giunge in loro assenza ed esse rimangono per sempre chiuse fuori dal palazzo, cui invece accedono le vergini sagge. Vegliare significa essere vigili, ben desti, percepire i segnali che provengono dall'esterno; è cogliere i segni dei tempi, giocando d'anticipo per arrivare pronti al momento cruciale. Nel cammino di Avvento (come poi in quello della vita) è la Parola che ci guida nella veglia. Non un semplice esercizio di memoria, ma un mettere in pratica, un lasciarsi stimolare, interrogare, cambiare dalla Parola. Questo ricordare ciò che Gesù ha detto e fatto diventa la bussola per orientarci nella vita, e a maggior ragione in questo tempo speciale di attesa che ogni anno la Chiesa ci chiama a vivere. Riscopriamo la Parola, riscopriamo come Gesù ha vissuto, come ha amato, come si è donato. Solo così saremo pronti ad accoglierlo nel modo migliore all'arrivo del Natale.

domenica 17 dicembre 2017

Novena di Natale 2017/ 2

CAMMINIAMO
INCONTRO AL SIGNORE!
Novena di Natale




 Egli viene il giorno è vicino 
e la notte va verso l’aurora.
 Eleviamo a Lui l’anima nostra,
 non saremo delusi, 
non saremo delusi.





La notte, il buio, la delusione: sono tutti simboli di realtà non solo materiali, ma anche e soprattutto interiori. Sono la parte oscura della vita, la faccia pesante dell'esistenza, il carico di sofferenze, solitudini, tristezze e sconfitte che ognuno si porta dietro, a cui tutti – prima o poi – vanno incontro. Dio viene a liberarci dal giogo di questi pesanti fardelli, perché Gesù in persona è la Buona Novella, l'annuncio della liberazione per ogni uomo. Quella liberazione a cui tutti aneliamo, e che già nell'Antico Testamento risuona come profezia carica di bellezza e speranza. Ma questa liberazione è ancora più profonda e importante: è la liberazione dalla notte del peccato, dal buio della morte. La carne umana che "rivestirà" il Verbo di Dio, la temporalità che ricoprirà l'eternità della seconda Persona della Trinità e la finitezza che ammanterà l'infinito assoluto del divino saranno la porta di accesso alla salvezza. In quella carne – con quella carne – Gesù dimostrerà al mondo di quale amore Dio ama ogni uomo; in quella carne Gesù affronterà la morte, per sconfiggerla definitivamente. Quella stessa carne risorgerà, pegno e anticipazione dello spezzare le catene che ancora tengono gli uomini inchiodati nella penombra delle loro cadute e risalite. Ma intanto, ne siamo già certi: il giorno è vicino, la notte non dura per sempre. Dio, facendosi uomo, viene per annientare il male, il peccato e la morte. Dio è luce, Dio è amore (cfr. 1Gv 1,15; Gv 8,12). 

sabato 16 dicembre 2017

Novena di Natale 2017/ 1

CAMMINIAMO
INCONTRO AL SIGNORE!
Novena di Natale




 Rit. Camminiamo incontro al Signore, camminiamo con gioia, 
Egli viene non tarderà, Egli viene ci salverà. 





La novena di Natale ci avvicina all'incontro con Gesù, con il Figlio di Dio che si fa uomo tra gli uomini. La tradizione ha riempito questa attesa (che parte con il Tempo di Avvento) di canti che tutti conoscono, melodie che inevitabilmente associamo al periodo che ci prepara alla nascita del Cristo.
Ma anche i canti più moderni hanno qualcosa da dire al popolo di Dio che cammina verso Gesù. Camminiamo incontro al Signore, dice uno di questi canti. 
Camminare: l'Avvento non è un'attesa statica, in cui semplicemente aspettiamo che qualcuno ci raggiunga. L'Avvento è l'attesa di chi sa che c'è un tesoro da trovare, da riscoprire, e per questo si mette in cammino. D'altronde, questa è la logica dell'amore: chi ama non sta fermo, chi ama cerca di raggiungere l'oggetto del proprio amore. Così l'uomo si mette in cammino verso Dio, proprio mentre Dio si mette in cammino verso l'uomo. Sapere che Dio sta venendo verso di noi dovrebbe riempirci di gioia, e farci muovere passi festosi, di chi non sta nella pelle per quello che sta per succedere.
Camminare nell'Avvento, dunque, è un camminare incontro, un camminare per incontrarsi reciprocamente. Ma come tradurre in termini concreti questo doppio movimento? Se sentiamo che Dio si fa vicino a noi, avviciniamoci a Lui con le modalità più varie, dalla vita di preghiera e liturgica più intensa a un incontro con il Signore che passa attraverso gli altri, per mezzo di quei fratelli in cui siamo chiamati a riconoscere il volto di Dio che nell'oggi, realmente, ci viene incontro, e verso cui dobbiamo, a nostra volta, andare. Per portare un sorriso, una parola di conforto, un invito alla speranza; per dare un abbraccio di consolazione, per condividere una gioia, per essere segno visibile di un amore che si è manifestato in carne e ossa duemila anni fa, ma che ancora oggi mi aspetta e si aspetta che lo raggiunga. Se l'amore ci muove allora stiamo davvero camminando incontro a Dio. Il Dio della vita, della gioia, della speranza. 

giovedì 7 dicembre 2017

SOLENNITÀ DI MARIA IMMACOLATA

AVE, MARIA 
PIENA DI GRAZIA!
Cibo e Parola
(in collaborazione con Enza, foodblogger su Foodtales)






Preghiera alla Vergine Immacolata 

 Vergine Immacolata, scelta fra tutte le donne per donare al mondo 
il Salvatore, serva fedele del mistero della redenzione, fa' che sappiamo rispondere alla chiamata di Gesù e seguirlo sul cammino dell vita che conduce al Padre. Vergine tutta santa, strappaci dal peccato e trasforma i nostri cuori. Regina degli apostoli, rendici apostoli, fa' che nelle tue sante mani 
noi possiamo divenire strumenti docili e attenti per la purificazione 
e santificazione del nostro mondo peccatore. Condividi con noi 
la preoccupazione che grava sul tuo cuore di Madre, 
e la tua viva speranza che nessun uomo vada perduto. 
Possa, o Madre di Dio, tenerezza dello Spirito Santo la creazione intera celebrare con te la lode della misericordia e dell'amore infinito. 
 Amen




Ogni volta che recitiamo l'Ave, Maria facciamo memoria del mistero della Madonna Immacolata. Lo ricordiamo quando pronunciamo le parole piena di grazia, che ci riportano al momento dell'Annunciazione, in cui l'angelo Gabriele rivela qualcosa di questo miracolo che è Maria stessa. 
Ricolma di Grazia significa che tutto – in questa donna – è bellezza, purezza, pienezza, bontà, equilibrio, intelligenza. Non c'è spazio, in lei, per ciò che è negativo. Invocare Maria piena di grazia è invocare Maria Immacolata. E dire Maria Immacolata significa dire: Il Signore è sempre con te. Perché dove non ci sono punti oscuri, sporco ostinato, incrostazioni di male, allora solo Dio alberga, solo Dio accompagna, solo Dio regna.
Questo è il motivo per cui diciamo a Maria benedetta fra le donne, e lo facciamo anche a motivo del Figlio, che ella ha potuto accogliere proprio perché Immacolata, capace di vivere continuamente assieme a Dio e in vista di Dio.
Questo è il motivo per cui possiamo rivolgerci a lei chiedendole di pregare per noi, per i bisogni di questa vita e per il momento del passaggio a quella vera. 
Com'è bella questa immagine di Maria che prega! È un fermo immagine che sfata molte delle nostre errate convinzioni sulla preghiera, ricordandoci che dove c'è vera preghiera c'è una potenza d'amore che si innesca nel rapporto con Dio, a beneficio di tutti... magari anche di chi non conosciamo personalmente. La preghiera alimenta e rinsalda i legami familiari che abbiamo con Dio e con il nostro prossimo. 
La solennità dell'Immacolata può essere allora un momento da vivere in famiglia, magari provando a spiegare ai più piccoli questo grande mistero che è la Madonna Immacolata, portando loro dei paragoni afferrabili, come, appunto, quello della vicinanza, dell'amore, della famiglia.
I biscotti di Enza, del blog Foodtales possono darci un spunto per farlo, in un momento di intima atmosfera familiare che cerchi di richiamare (in piccolo) quella che Maria, proprio nel suo essere Immacolata, ha pienamente vissuto accanto a Dio.



LECCABISCOTTO
di Enza, del blog Foodtales


Occorrente: 
una formina per biscotti a piacere 
bastoncini in carta forno 
timbro per biscotti con letterine

Ingredienti:

250g farina 
125g burro 
125g zucchero 
1 uovo 
Scorza di un limone bio grattugiata 
Aroma alla vaniglia 

Per la glassa: zucchero a velo q.b. e qualche goccia di limone 

Procedimento: Tagliare a pezzetti il burro freddo e lavorarlo velocemente con tutti gli altri ingredienti. 
Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e lasciare riposare al fresco per un’ora circa. 
Stendere l’impasto su un piano leggermente infarinato oppure su carta forno. Ritagliare i biscotti e disporli su una teglia coperta con carta forno, ben distanziati fra loro. 
Sollevare delicatamente ogni biscotto da un lato per inserire il bastoncino di carta forno. 
Decorare con la scritta facendo una leggera pressione con il timbro all’altezza del bastoncino, così da fissarlo per bene. Infornare a 170° per 12/15 minuti. 
Intanto preparare la glassa mescolando lo zucchero a velo con poche gocce di limone. 
 Con una siringa formare dei piccoli decori sui lecca biscotto quando si saranno raffreddati completamente.  


La statua della Vergine Ausiliatrice che viene incoronata ogni anno, l'8 dicembre, 
a mezzogiorno, a Soverato (Catanzaro). La statua svetta nella piazzetta a lei intitolata, su cui si affaccia 
la chiesa matrice Maria Ss. Immacolata, affidata ai Salesiani.
Don Bosco invocava la Madonna con i due titoli di Immacolata e Ausiliatrice e, anzi, l'Ausiliatrice è l'Immacolata, che proprio per questo diventa aiuto potente dei cristiani.



Triduo a Maria Immacolata /3

IMMACOLATI CON IL PROSSIMO
Triduo a Maria Immacolata



Preghiera alla Vergine Immacolata 

 Vergine Immacolata, scelta fra tutte le donne per donare al mondo 
il Salvatore, serva fedele del mistero della redenzione, fa' che sappiamo rispondere alla chiamata di Gesù e seguirlo sul cammino dell vita che conduce al Padre. Vergine tutta santa, strappaci dal peccato e trasforma i nostri cuori. Regina degli apostoli, rendici apostoli, fa' che nelle tue sante mani 
noi possiamo divenire strumenti docili e attenti per la purificazione 
e santificazione del nostro mondo peccatore. Condividi con noi 
la preoccupazione che grava sul tuo cuore di Madre, 
e la tua viva speranza che nessun uomo vada perduto. 
Possa, o Madre di Dio, tenerezza dello Spirito Santo la creazione intera celebrare con te la lode della misericordia e dell'amore infinito. 
 Amen




«Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mt 19,9) ribadisce Gesù nel Vangelo. Essere immacolati non vuol dire amarsi di meno, anzi. È amarsi di più, ma nel modo giusto, come ci mostra l'auto-onestà e l'auto-coerenza di Maria. Ma cosa vuol dire essere immacolati nei confronti del prossimo? Lo si accennava il primo giorno del triduo, parlando dell'incorruttibilità della persona. Immacolatezza verso gli altri è quindi non fare loro del male per il proprio tornaconto; non accettare di violare la legge e di andare contro i propri principi morali per un guadagno facile che danneggi i propri simili.
Ma essere immacolati verso gli altri vuol dire anche non omettere quanto si potrebbe fare per arrecare loro un sollievo, un beneficio, specialmente quando alcuni legami di parentela o di amicizia, o semplicemente la legge dell'amore, ce lo imporrebbero. Perché anche i peccati di omissione sporcano l'anima. In questo senso Maria è immacolata verso Elisabetta quando, sapendola incinta in età avanzata, si reca da lei nonostante la propria condizione di donna gravida. E certamente molte altre saranno state le sue premure verso gli altri, intese nell'ottica dell'immacolatezza, che avrà messo in pratica nel corso della sua vita.
Ma apparire senza macchia verso gli altri è anche non avere timore a ribadire il proprio ruolo di responsabilità, quando se ne ricopre uno. Non farlo significherebbe sporcarsi dell'accondiscendenza o della viltà. Basti pensare a quello che fa Maria, dopo i tre giorni di affannosa ricerca del proprio Figlio che si è smarrito, ancora quasi bambino, all'età di dodici anni. Entrando nel Tempio e trovandolo lì, a discutere con i dottori della Legge quasi dimentico dei propri doveri di Figlio, Maria non ha timore a parlare da madre, a ribadire – pur se in toni pacati – che Gesù si è comportato (umanamente) in maniera sbagliata, con una capacità decisionale che non gli competeva. 
Sono scene evangeliche che mostrano il perfetto equilibrio in Maria, donna che si mantiene mantiene giorno per giorno immacolata e, addirittura, aggiunge di volta in volta un tassello in più alla sua integrità.
Questa possibilità esiste per ogni credente: rinnovato nel Battesimo, dopo ogni inevitabile caduta può riacquistare la veste bianca attraverso la confessione sacramentale e questa, a sua volta, deve spingerlo all'impegno feriale che rende il proprio interno (cfr. Mt 23,26) sempre più pulito, sempre più brillante, sempre più trasparente. Solo così nell'immacolatezza della propria vita gli altri potranno vedere un riflesso della bellissima immacolatezza divina. Quella che Maria, per prima, ha mostrato al mondo.

mercoledì 6 dicembre 2017

Triduo a Maria Immacolata /2

IMMACOLATI CON DIO
Triduo a Maria Immacolata



Preghiera alla Vergine Immacolata 

 Vergine Immacolata, scelta fra tutte le donne per donare al mondo 
il Salvatore, serva fedele del mistero della redenzione, fa' che sappiamo rispondere alla chiamata di Gesù e seguirlo sul cammino dell vita che conduce al Padre. Vergine tutta santa, strappaci dal peccato e trasforma i nostri cuori. Regina degli apostoli, rendici apostoli, fa' che nelle tue sante mani 
noi possiamo divenire strumenti docili e attenti per la purificazione 
e santificazione del nostro mondo peccatore. Condividi con noi 
la preoccupazione che grava sul tuo cuore di Madre, 
e la tua viva speranza che nessun uomo vada perduto. 
Possa, o Madre di Dio, tenerezza dello Spirito Santo la creazione intera celebrare con te la lode della misericordia e dell'amore infinito. 
 Amen




Maria è la donna senza macchia anche perché non ha avuto paura di essere trasparente con Dio, di mostrarsi a Lui così com'è, senza filtri.
Quando Gabriele le porta l'annuncio della maternità divina per cui Dio l'ha scelta, l'angelo si ritrova davanti una giovane donna totalmente sincera, nella sua intersezione di razionalità e spiritualità.
«Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?» (Lc 1,34), chiede Maria. È una domanda che mostra la sincerità di questa ragazza, pur davanti a un progetto più grande di lei. Maria non è incredula, ma vuole spiegazioni, e parla con una schiettezza che disarma, in un a tu per Tu che ha l'aspetto di un dialogo normale, sereno, in cui l'essere umano si presenta a Dio rimanendo pienamente se stesso, nella complementarità di cuore e cervello. 
A volte l'uomo manca di questo coraggio nei confronti del divino: non riesce a essere immacolato, a mostrarsi realmente nella propria essenza. L'uomo è più spesso come Adamo ed Eva dopo il peccato originale: si nasconde per paura, e quand'anche è costretto a comparire dinanzi a Dio, finge nonostante l'evidenza, o riversa la colpa dei propri comportamenti sugli altri. 
La semplicità di Maria, invece, è affascinante e disarmante proprio perché non sacrifica – nel credere e nell'amare – né la propria umanità né la divinità di Dio.
E così dovrebbe imparare a fare anche il credente, che – nella propria condizione di essere infinitamente meno perfetto dell'Immacolata – non può agire se non portando a Dio pure le proprie debolezze e fragilità. Porsi in dialogo con l'Alto non è fingersi già santi e neppure giustificarsi con mille cavilli linguistici e psicologici. 
Dialogare con l'Alto, pregare, sintonizzarsi con Dio è innanzitutto accogliere una verità fondamentale: Dio conosce il cuore di ciascuno, vede laddove occhi umani non possono scandagliare: niente può rimanere nascosto veramente dinanzi a Lui.
E, in secondo luogo, in Cristo, Dio conosce bene la realtà umana (eccezion fatta per il peccato!), sa com'è fatto l'essere da Lui creato e per questo è anche, oltre che giusto, misericordioso. 
A conti fatti, allora, è meglio presentarsi a Dio nella propria interezza, con pregi e difetti, con atti virtuosi e con i propri peccati, e consegnare tutto nelle sue mani nella preghiera, nel sacramento della Penitenza, invocando lo Spirito Santo perché guidi l'uomo lungo il cammino che conduce dove non ci sarà più macchia, ma solo perfezione, solamente santità. 

martedì 5 dicembre 2017

Triduo a Maria Immacolata /1

IMMACOLATI CON SE STESSI
Triduo a Maria Immacolata



Preghiera alla Vergine Immacolata 

 Vergine Immacolata, scelta fra tutte le donne per donare al mondo 
il Salvatore, serva fedele del mistero della redenzione, fa' che sappiamo rispondere alla chiamata di Gesù e seguirlo sul cammino dell vita che conduce al Padre. Vergine tutta santa, strappaci dal peccato e trasforma i nostri cuori. Regina degli apostoli, rendici apostoli, fa' che nelle tue sante mani 
noi possiamo divenire strumenti docili e attenti per la purificazione 
e santificazione del nostro mondo peccatore. Condividi con noi 
la preoccupazione che grava sul tuo cuore di Madre, 
e la tua viva speranza che nessun uomo vada perduto. 
Possa, o Madre di Dio, tenerezza dello Spirito Santo la creazione intera celebrare con te la lode della misericordia e dell'amore infinito. 
 Amen





Parlare di "immacolatezza" sembra quasi anacronistico, ai nostri giorni, in un'epoca in cui l'uomo ha la pretesa di riscrivere su tutto ciò che già Dio ha scritto, dal DNA dell'essere umano stesso al creato che lo circonda.
Ma ogni anno, puntualmente, l'approssimarsi della solennità di Maria Immacolata ricorda il grande mistero della Donna senza macchia che ha realizzato il progetto iniziale di Dio: l'uomo puro, pulito... immacolato, appunto.
Un progetto che nella Vergine di Nazaret si è compiuto per primo, ma che a nessuno è precluso, anzi, che a tutti è presentato come invito. Maria Immacolata è lo specchio di ciò che l'uomo può diventare. E non si tratta semplicemente di una immacolatezza fisica, ma anche e soprattutto interiore, spirituale. Concreta, certamente, ma non necessariamente e immediatamente visibile da tutti. E questa immacolatezza assume sfumature diverse, a seconda che vada a riguardare il rapporto dell'uomo con se stesso, con Dio, con i propri simili.
C'è una immacolatezza che è innanzitutto una forma di auto-onestà, di auto-coerenza. La Madonna è stata una persona onesta e coerente con se stessa, fino in fondo. Così coerente che nel Vangelo non la sentiamo inventarsi scuse per "risolvere" in maniera indolore (per lei) la propria improvvisa e inspiegabile gravidanza, perché aveva già accettato quel Figlio venuto dall'Alto, e se ne doveva allora assumere tutte le... conseguenze. Così onesta che continua a essere Madre senza scappare, senza dissociarsi, anche quando quel Figlio viene scambiato per un pazzo e alla fine è ucciso come il peggiore dei delinquenti, appeso a una croce di legno, in mezzo a due delinquenti veri. Così coerente alla propria scelta, alla propria missione, che anche dopo la morte di Gesù rimane accanto ai discepoli, per continuare a essere ciò che aveva accettato volontariamente di essere: una Madre sempre presente.
D'altronde, come si potrebbe pretendere di essere immacolati nei confronti degli altri, se non si è prima immacolati verso se stessi? In un certo senso anche il sentire comune  e la lingua stessa colgono la verità di questo assunto, tanto che quando una persona è onesta, corretta fino in fondo da non accettare compromessi, si dice che è una persona integra, integerrima, incorruttibile
Chi è onesto perché crede in certi principi che ha assunto come parte di sé è una persona che non può e non vuole sporcarsi o essere sporcata. 
Ecco, Maria è una persona incorruttibile, che non ha voluto imbrattarsi rinunciando a essere ciò che sapeva di poter essere. E così insegna all'uomo che si può andare fino in fondo a un progetto di grande bellezza, di perfetta integrità, pur se con tutti gli sforzi che la vita quotidianamente richiede con le sue difficoltà, le sue prove, le sue sofferenze. Maria ha attraversato l'esistenza temporale senza lasciarsi macchiare dagli eventi, dagli istinti, dalle provocazioni, dal dolore. Maria è immacolata anche per questo.