giovedì 31 maggio 2012

FESTA DELLA VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA





O Dio onnipotente ed eterno, 
che nel tuo disegno di amore 
hai ispirato alla beata Vergine Maria, 
che portava in grembo il tuo Figlio, 
di visitare sant'Elisabetta, 
concedi a noi di essere docili all'azione del tuo Spirito,
 per magnificare con Maria 
il tuo santo nome. 

AMEN






Nella Liturgia odierna la Chiesa commemora la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria.
La Madonna, già in attesa del Bimbo Divino, si reca dalla sua anziana cugina Elisabetta....colei che tutti dicevano "sterile".

Il Vangelo di Luca (Lc 1,39-56) sottolinea, nel primissimo rigo della Parola di oggi, tre elementi su cui poter meditare.

1) "Si alzò" : la Vergine Maria, modello di tutti i credenti, tipo e figura della Chiesa, ci dice una cosa importantissima, con questo gesto.
Dopo il nostro personale incontro con Cristo, che viene nelle nostre vite, non possiamo più rimanere "seduti", nella posizione di chi è comodo a casa propria, nel recinto chiuso degli affari personali...
Lo stare seduto è l'atteggiamento ozioso che il cristiano deve dismettere: il Signore viene per cambiare la nostra vita....e per renderci strumento di cambiamento per gli altri.
Dobbiamo alzarci e andare a salare ed illuminare la terra!
Dobbiamo elevarci e guardare ogni cosa da nuova prospettiva: quella della fede!

2) "Andò in fretta": il Battesimo ci fa "consacrati" al Signore, ci rende partecipi del Suo Sacerdozio e come tale ci impegna a vivere il personale sacerdozio "comune" con l'impegno a portare ad altri la Buona Novella. 
Il Concilio Vaticano II tratteggia così il nostro compito...stupendo, anche se impegnativo!
Ci siamo "alzati", stiamo guardando la realtà dall'alto...vediamo che tanti sono senza Dio: nostro compito è sfruttare ogni momento, ogni occasione, per portare un po' di Parola, un po' di Gesù anche ai nostri fratelli!

3) "Verso la regione montuosa": alzarsi e andare in fretta sono a volte il percorrere un cammino irto e faticoso.
La montagna è indice di una scalata...quella in cui si incontrano tribolazioni, indifferenza, disprezzo, fatica....
Eppure, proprio nel Vangelo di ieri, Gesù ci ha detto che chi lascia tutto per seguirLo, avrà sì molte persecuzioni...ma alla fine anche la VITA ETERNA.
Perché alla fine c'è la vetta della montagna, quella da cui si tocca il Cielo e si respira aria buona.
Quella dove si vede, si tocca, si respira...il Dio delle Altezze!

lunedì 28 maggio 2012

INNAMORIAMOCI SEMPRE PIU' DI GESU'!


Cuore di Gesù- Torino, Chiesa di Santa Maria di Piazza

Giorni fa, con un caro amico sacerdote, parlavo dei "piccoli messaggi" che spesso il Signore ci manda anche attraverso le persone che incontriamo.
Nello specifico, si discuteva di come, a volte, Gesù ci sproni attraverso episodi raccontatici da altri o anche e più semplicemente per mezzo della loro testimonianza, ad amarLo di più.
Capite bene che, essendo il mio interlocutore un sacerdote e per di più un prete veramente innamorato del Cuore di Cristo (e di quello di Maria!), il discorso non mi è parso affatto scontato!
Sento spesso dirmi, da questo padre salesiano: "Innamorati di più di Gesù, non smettiamo di innamorarci di Lui"!
Allora, un sacerdote così che ammette di doversi innamorare ANCORA di più di Lui, che ammette che altri -anche laici, persone sposate, giovani!- possano trasmettergli un invito ad amare maggiormente....a non smettere di camminare sulla strada dell'innamoramento di Gesù....ha fatto riflettere molto anche me.

E' vero: a volte dimentichiamo che il nostro "obiettivo" finale è nientemeno che Dio, che il godimento eterno della Divinità è qualcosa che ci supera INFINITAMENTE.
Presi dai "traguardi" materiali o spirituali che riusciamo a raggiungere, scordiamo che non possiamo e non dobbiamo mai adagiarci sugli allori, o ritenerci migliori di altri solo perché a noi, magari, il Signore concede (pochi, tanti o moltissimi) doni.

Sant'Agostino diceva che -almeno in forma latente- ogni persona abbia in sé qualcosa che la renda migliore di tutte le altre.

Sì, migliore, non semplicemente uguale.
Non peggiore.....
MIGLIORE.

E non solo qualcuno e di qualcuno, ma ogni persona e di TUTTI, ogni persona che esiste nel mondo, ogni persona che mi sta intorno...è in potenza o latenza migliore di me!
Questo vuol dire che (ovviamente) anche io in "latenza" o in potenza (dipende se faccio fruttificare o meno i talenti!) ho il mio personale dono, ma anche e soprattutto che non DEVO MAI DISPREZZARE NESSUNO, considerandolo come "peggiore, inferiore" a me...meno dotato.
Un giorno potrei stupirmi....e, come dice il Vangelo, vedere che le prostitute e i pubblicani mi passano davanti nel Regno dei Cieli. (cfr Mt 21,32)
Magari, anche all'ultimo minuto, quelli che oggi considero peccatori, o solo meno "dotati" di me... saranno riusciti a scoprire quel loro "lato migliore latente" e a svilupparlo.

A me, allora, cosa resta da fare?
Prima di tutto lavorare sulla mia umiltà: quando anche Dio mi concedesse grandi doni, quando anche me ne concedesse pochi, ma che a mio avviso sono "preziosi" e diversi da quelli che regala ad altri, dovrei ammettere che io non conosco i pregi, le qualità, le grazie che ricevono gli altri, o quelli che potrebbero ricevere in futuro.

In secondo luogo devo ammettere che ci sono testimonianze di amore per il Signore molto forti che provengono spesso dalle persone più semplici e che denotano una "intensità" d'affetto che lascia ammirati!

Magari sono testimonianze che lasciano -per un attimo- senza fiato....perché in esse spicca un coraggio realmente soprannaturale, magari davanti a certe situazioni difficili della vita....magari perché provengono da persone che vivono una normalissima vita cristiana ordinaria, come la maggior parte di noi la vive!
Sono esperienze, testimonianze che fanno comprendere che spesso noi riceviamo molto e sprechiamo o non impieghiamo al massimo i nostri doni.
Ci impegniamo con sforzo nella via della vita cristiana, magari anche dando "il di più": Messa quotidiana, preghiera intensa...meditazione...

Eppure siamo "bloccati" nell'Amore: avanziamo a fatica, a volte arranchiamo!

La lezione che ci viene dai "semplici" evangelici è veramente forte e ci invita a non considerarci mai arrivati, ma sempre in partenza, proiettati verso la tappa successiva.

Pensiamo per un attimo a Maria Santissima, visto che stiamo vivendo proprio il mese mariano: come "creatura" -seppure redenta in anticipo, seppure piena di Grazia, seppure Madre del Suo Figlio e Sposa dello Spirito Santo- non ha smesso neanche per un istante della sua vita terrena di INNAMORARSI SEMPRE PIU' DEL SUO DIO: DIO SPIRITO, DIO FIGLIO, DIO PADRE.
Ora. proviamo ad immaginare la sua vita con Gesù, Verbo Incarnato: la sua esistenza è stata un continuo "conoscere" il Figlio, uno scoprire -giorno dopo giorno- le Sue infinite ricchezze.
E questo amore continuo -favorito naturalmente dalla Grazia di cui Maria era colma- ha favorito la conoscenza e la conoscenza ha stimolato l'amore...in un crescendo continuo.

In un certo senso, come Uomo, anche il Verbo  Incarnato ha conosciuto Maria giorno dopo giorno, ne ha seguito i progressi spirituali, l'ha amata sempre di più.....mentre come Dio la conosceva da sempre (il Creatore conosce dall'eternità le Sue Creature, sottolinea il SALMO 138!).
Dio ci ama di amore infinito da sempre, dunque non c'è "imperfezione" in questo "accrescimento" d'amore, siamo noi, con il nostro linguaggio limitato, ad intenderlo così.........esprime invece bene questo concetto  San Giacomo, al capitolo 4 della sua lettera:
"Avvicinatevi a Dio ed Egli si avvicinerà a voi". (Gc 4,8)
L'amore crescente che noi portiamo a Dio ci renderà più vicini a Lui, ci renderà capaci di accogliere maggiormente il Suo Amore...ecco quello che, in termini più semplici, si può tradurre come "l'incremento d'amore" del Cuore di Gesù verso di noi.


Concludo questa mia riflessione con un passo della catechesi di Benedetto XVI sul Salmo 138:

"San Gregorio Magno, nelle sue Omelie su Ezechiele, ha intessuto sulla frase del Salmo da noi prima commentata: «Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro» (v. 16).
 Su quelle parole il Pontefice e Padre della Chiesa ha costruito un’originale e delicata meditazione riguardante quanti nella Comunità cristiana sono più deboli nel loro cammino spirituale.
E dice che anche i deboli nella fede e nella vita cristiana fanno parte dell'architettura della Chiesa, vi "vengono tuttavia annoverati... in virtù del buon desiderio. 
È vero, sono imperfetti e piccoli, tuttavia per quanto riescono a comprendere, amano Dio e il prossimo e non trascurano di compiere il bene che possono. Anche se non arrivano ancora ai doni spirituali, tanto da aprire l'anima all'azione perfetta e all'ardente contemplazione, tuttavia non si tirano indietro dall'amore di Dio e del prossimo, nella misura in cui sono in grado di capirlo. 
Per cui avviene che anch'essi contribuiscono, pur collocati in posto meno importante, all'edificazione della Chiesa, poiché, sebbene inferiori per dottrina, profezia, grazia dei miracoli e completo disprezzo del mondo, tuttavia poggiano sul fondamento del timore e dell'amore, nel quale trovano la loro solidità" (2, 3, 12-13, Opere di Gregorio Magno, III/2, Roma 1993, pp. 79.81).


Qui troviamo un po' la "chiave" per rileggere tutto il discorso sull'innamoramento continuo: quando siamo poco innamorati di una persona, ma per particolari motivi siamo portati ad avere "timore" nei suoi confronti, proprio questo timore sarà il deterrente dall'agire male nei suoi confronti.
Così è spesso agli inizi della vita spirituale, così è spesso per molti buoni cristiani.
Il timore fa sì che non si devii dalla retta via, almeno nelle grandi cose, per "paura" di offendere Dio (usando un'espressione semplicistica, ma efficace) ed anche per evitare a noi stessi il "castigo"...la "punizione".

Man mano che però si avanza nella via dell'innamoramento, il timore cede il posto all'amore.... tuttavia, in noi esseri umani che siamo deboli e spesso soggetti a "sbandamenti emozionalI", il momento in cui si "sente" quell'amore è la fase della "fiducia" totale in Dio, della carità (anche espressa nelle varie circostanze quotidiane della vita), ma basta una piccola aridità, o un periodo di maggiore "stasi" per bloccarci ed impedirci di progredire.
Corriamo il rischio dell'abitudine o dello scoraggiamento....
Avendo superato la fase del "timore"...in un certo senso la salita diventa più ardua, perché se non c'è più timore (chi ama molto si fida molto, non teme l'Amato!), e se anche l'Amore -nei momenti di freddezza spirituale- non viene percepito...occorre avanzare con la SOLA FORZA DI VOLONTA'...pur non sentendo sensibilmente l'affetto trascinante verso Dio.

Ma il Signore ci invita a non scoraggiarci: Egli stesso ha sperimentato la prova del "non sentire", in cima al Calvario, appeso alla Croce sulla quale è morto per noi.
Anche Lui avrà provato la tentazione dello scoraggiamento, non sentendosi amato dagli uomini!

Allora....andiamo avanti con fiducia, amiamo sensibilmente quando sentiamo questo amore, amiamo con la volontà quando non lo percepiamo in noi.... sicuri che è solo questo che il Signore ci chiede: di amarLo senza smettere mai di fare progressi nell'Amore!
 Perché, come rivelò alla beata Angela da Foligno, Gesù  anche a noi ricorda:  "Non ti ho amato per scherzo"!

giovedì 24 maggio 2012

MEMORIA LITURGICA DI MARIA AUSILIATRICE



In occasione della memoria liturgica di Maria Ausiliatrice, eccovi un bell'articolo tratto dalla "Rivista di Maria Ausiliatrice" (anno 2010, n.5), di don  Scudu, sdb.
Il titolo è già tutto un programma: "MARIA AUSILIATRICE E DON BOSCO: UN DUO INSCINDIBILE"

E' un testo utile per festeggiare la "Madonna di don Bosco" e, allo stesso tempo, contribuire alle iniziative in preparazione al secondo centenario della nascita del santo salesiano, ripercorrendo un po' la sua storia...di sognatore, sempre accompagnato dalla Vergine!

Prima di lasciarvi all'articolo, come piccola premessa, inserisco alcuni pensieri (tratti da un'omelia della novena 2012 a don Bosco) di un caro amico, sacerdote salesiano, con riferimento innanzitutto, al sogno dei nove anni.
Narrando di esso, don Bosco disse che la Madonna lo prese con bontà per mano..."ma lui non ha più lasciato quella mano....perché si è reso conto che con Maria e Gesù si sta troppo bene".

Poi la Vergine disse: "A suo tempo, tutto comprenderai"..."e don Bosco comprese il 16 maggio 1887 , celebrando la sua unica Messa nella Basilica del Sacro Cuore.
Una Messa durata oltre due ore, perché più volte don Bosco si interruppe in pianto.
Quante cose della nostra vita non comprendiamo ora, ma comprenderemo poi....quante cose della nostra giovinezza stiamo comprendendo oggi...."!

Che la Madonna di don Bosco ci prenda per mano, ma soprattutto che noi ci lasciamo guidare da lei! 
Che facciamo di Gesù e di Maria i nostri unici e veri amici, come chiede san Domenico Savio, figlio spirituale di don Bosco, nell'atto della sua consacrazione.
Che aiuti ciascuno di noi a comprendere, prima di tutto, il progetto di Dio nella propria vita redendoci docili nel camminare sulla strada "su misura" per noi anche quando non capiamo che è proprio quella adatta; svelandoci, infine, i benevoli, misericordiosi e colmi di bontà, disegni divini nelle nostre esistenze.

BUONA FESTA A TUTTI!





Altare della Messa delle Lacrime- Roma, Basilica del Sacro Cuore



MARIA AUSILIATRICE E DON BOSCO: UN DUO INSCINDIBILE

Nella variegata agiografia della Chiesa Cattolica non c’è un santo (o santa) che sia diventato tale senza un riferimento esplicito a Maria di Nazaret. 
E non può essere altrimenti. 
Se la nostra salvezza ci è stata sì data attraverso la santissima umanità del Cristo, come diceva Santa Teresa d’Avila, la sua incarnazione cioè il suo concreto prendere una carne passibile e mortale come la nostra è stato possibile solo attraverso Maria, la Madre di Gesù. 
Ricordiamo il famoso “nato da donna” (ai Galati ) di San Paolo. 
In alcuni di questi santi, per molteplici fattori, la presenza di Maria è stata molto più accentuata che in altri.
Ricordiamo tra i tanti San Luigi Grignon de Monfort, San Massimiliano Kolbe. 

San Giovanni Bosco.

Nella vita di Don Bosco questa presenza è stata continua. 
Sua madre stessa, Mamma Margherita, nel 1835, entrando in seminario, gli disse solennemente: “Quando sei venuto al mondo ti ho consacrato alla Beata Vergine. Quando hai cominciato i tuoi studi ti ho raccomandato la devozione a questa nostra Madre. 
Ora ti raccomando di esserle tutto suo. Ama i compagni devoti di Maria. E se diventi sacerdote, raccomanda e propaga sempre la devozione di Maria”. 
Come si vede un vero programma di vita spirituale tenendo presente la Madonna.
Maria intervenne nella vita di Don Bosco non solo attraverso Margherita, ma direttamente lei stessa. E non solo una volta. Ricordiamo il programmatico sogno dei 9 anni. 
Maria si presenta non solo come la sua maestra, la sua guida ma anche come “datrice di lavoro” in favore dei giovani... che Lei chiamerà nel sogno “i miei figli”.
Altra svolta decisiva. 
Altro sogno nel 1844. 
Maria gli fa “vedere” una grande chiesa sempre a Valdocco. 
Sogno profetico... perché Don Bosco non aveva niente, era ancora alla ricerca di una sede stabile per i suoi ragazzi (arriverà nel 1846 con la Casa Pinardi).
Fu nel 1864 che iniziò la costruzione della “grande chiesa” (ampliata poi nel 1934) intitolata naturalmente a Maria Ausiliatrice... per espresso desiderio della Madonna stessa che voleva essere invocata con quel titolo. 
Lei stessa disse a Don Bosco nel “sogno-visione”: “Questa è la mia casa, di qui la mia gloria”.
Finita nel 1864 Don Bosco all’inaugurazione affermò che era stata la Madonna stessa a costruirsi la “sua chiesa” con tante grazie, quanti erano i suoi mattoni. 
Dopo il monumento a Maria in mattoni del 1864, nel 1872 ci sarà la fondazione (insieme a S. Maria Domenica Mazzarello) delle Figlie di Maria Ausiliatrice, monumento vivente.

Quando Don Bosco fu proclamato santo, 1º aprile 1934, don Alberto Caviglia, insigne storico salesiano, scrisse sulla Rivista Maria Ausiliatrice: “Don Bosco è santo. 
L’opera di Maria, l’Ausiliatrice, è compiuta ed è completa. 

Al piccolo contadinello di nove anni di Murialdo, essa aveva rivelato la via, e per venti anni la Maestra datagli dal Figlio Divino l’aveva sostenuto per l’aspro cammino della vita...”.

Questo per sottolineare la straordinaria presenza non solo operativa ma anche santificatrice di Maria. 
E scriveva ancora: “E dove c’è l’uno dei nomi, naturalmente, spontaneamente, si nomina l’altro. E si dice: Madonna di Don Bosco”. 
Insomma, un duo inscindibile, per la gloria di Dio.


                                                                                                   Mario Scudu sdb


mercoledì 23 maggio 2012

TRIDUO A MARIA AUSILIATRICE -terzo giorno-



Per il triduo a Maria Ausiliatrice di quest'anno, gli spunti per le meditazioni sono tratti dall'opuscolo 
"MERAVIGLIE DELLA MADRE DI DIO INVOCATA SOTTO IL TITOLO DI MARIA AUSILIATRICE", scritto da Don Bosco nel 1868.

Buona preghiera a tutti!



Quadro di Maria Ausiliatrice- Cappella dell'Istituto delle FMA-Soverato



PREGHIERA ALLA MADONNA
composta da San Giovanni Bosco

O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;
Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso!
Amen





"La Santa Vergine ci aiuti tutti a vivere attaccati alla dottrina ed alla fede, di cui è capo il Romano Pontefice vicario di Gesù Cristo, e ci ottenga la grazia di perseverare nel santo divino servizio in terra per poterla poi un giorno raggiungere nel regno della gloria in cielo". 

Maria è aiuto dei Cristiani....ma come possiamo essere cristiani cattolici "veri" se non viviamo -secondo le parole di don Bosco- "attaccati alla dottrina e alla fede"?
Oggi è palese, anche in molti che si definiscono "cattolici praticanti", proprio il disprezzo per entrambi questi due elementi che connotano, invece, la nostra "cattolicità".

Non possiamo dirci cristiani se non abbiamo fede: San Paolo ci ricorda che se non credessimo nella Risurrezione di Cristo, vana sarebbe la nostra fede (Cor 15,14)!
Ed è proprio la Risurrezione, la "fonte di massima speranza" che ci può sostenere ed aiutare nei momenti più dolorosi.
Tutto diventa "relativo" davanti ad un Dio che mi assicura questa certezza: RISORGERO' ANCHE IO!
 Cristo è risorto, Cristo mi starà sempre accanto, in quella Gerusalemme Celeste dove non ci saranno più lacrime.... "Perché le cose di prima sono passate" (Ap 21,4).

Non possiamo essere cattolici se non abbiamo amore (e obbedienza) alla dottrina, cioè all'insegnamento della Santa Romana Chiesa....

Creare una religione ad uso e consumo personale, con "regole" adattabili solo in base alla mia forma mentis, non fa di me un credente, ma un "anarchico"!

Maria Ausiliatrice, allora, che si è sempre resa docile a Dio, dicendo il suo totale, continuo SI', ci renda capaci di fedeltà alla Santa Chiesa, fiduciosi nel Dio della Speranza che promette la VITA ETERNA!

martedì 22 maggio 2012

TRIDUO A MARIA AUSILIATRICE -secondo giorno-

Per il triduo a Maria Ausiliatrice di quest'anno, gli spunti per le meditazioni sono tratti dall'opuscolo "MERAVIGLIE DELLA MADRE DI DIO INVOCATA SOTTO IL TITOLO DI MARIA AUSILIATRICE", scritto da Don Bosco nel 1868.

Buona preghiera a tutti!



Quadro di Maria Ausiliatrice- Cappella dell'Istituto delle FMA-Soverato



PREGHIERA ALLA MADONNA
composta da San Giovanni Bosco

O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;
Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso!
Amen



"Il bisogno oggi universalmente sentito di invocare Maria non è particolare, ma generale; non sono più tiepidi da infervorare, peccatori da convertire, innocenti da conservare. Queste cose sono sempre utili in ogni luogo, presso qualsiasi persona. 
Ma è la stessa Chiesa Cattolica che è assalita. 
È assalita nelle sue funzioni, nelle sacre sue istituzioni, nel suo Capo, nella sua dottrina, nella sua disciplina; è assalita come Chiesa Cattolica, come centro della verità, come maestra di tutti i fedeli.
Ed è appunto per meritarsi una speciale protezione del Cielo che si ricorre a Maria, come Madre comune, come speciale ausiliatrice dei Re, e dei popoli cattolici, come cattolici di tutto il mondo!
 Così il vero Dio era invocato Dio di Abramo, Dio d'Isacco, Dio di Giacobbe e tale appellazione era diretta ad invocare la divina misericordia a favore di tutto Israele e Dio godeva di essere in questa guisa pregato, e portava pronto soccorso al suo popolo nelle afflizioni".



Maria è Madre di Cristo...e Cristo è capo del Corpo Mistico, che è la Chiesa.
A chi rivolgerci, dunque, più che a questa dolcissima Madre, per invocare protezione sulla Santa Madre Chiesa, in tempi che sono particolarmente per Lei particolarmente tribolati?
Leggendo lo scritto di don Bosco si nota come -in realtà- in ogni secolo la Chiesa venga provata, tartassata, attaccata per cercare di farla crollare.
Ma è Cristo stesso che ci assicura che "le porte degli inferi non prevarranno contro di essa". (Mt 16,18)


Da Maria possiamo imparare quale rimedio utilizzare per contribuire, anche noi, alla difesa della Santa Chiesa: la preghiera!
La preghiera ci rende aperti alla voce di Dio, ottiene la conversione dei peccatori, riesce a
placare la giustizia divina, invocando Misericordia sul mondo intero.

In questo senso Maria è veramente "aiuto dei cristiani".
Prendiamo ad esempio-ancora una volta-  l'episodio delle Nozze di Cana (Gv 2, 1-12).
Maria si rende conto che gli sposi  non hanno più vino (e sappiamo che il rapporto fra Cristo e la Chiesa è visto in termini, simbologia sponsali!) e si rivolge al Figlio dicendo, semplicemente : "Non hanno più vino".
Potremmo definire questo modo di esprimersi della Madre di Dio come una "preghiera semplificata al massimo".
La Vergine espone il bisogno estremo di quella coppia che, in mancanza della bevanda, verrà inevitabilmente a vivere un fallimento, invece che una festa, ad essere circondata dalla derisione di parenti, amici e maestro di tavola, anziché dei loro elogi....
Maria riduce la preghiera alla pura esternazione del bisogno.
Non perché non sappia usare parole più "gentili", più "lavorate".
Non perché non sia in grado di aggiungere altre parole a quelle da lei pronunciate.

Maria si "limita"nel parlare perché RICONOSCE l'Onnipotenza di Dio.
Basta ricorrere a Lui con estrema semplicità, senza giri di parole.

Anche Gesù ci dirà di non rivolgerci al Padre sprecando "parole come i pagani" (Mt 6,7)....basta essere fiduciosamente "sintetici" (per usare un' espressione incisiva). 
Il resto, Dio lo conosce e sa come e quando provvedere.
A noi è richiesta la fiducia.

Rivolgiamo la nostra preghiera a Maria, aiuto dei Cristiani, con questa stessa "fiducia sintetica", che non spreca troppe parole; possiamo usare le parole che a lei sono tante care, quelle del Santo Rosario, una preghiera che spesso ha invitato a recitare per la salvezza del mondo. 
Tanto più sarà fonte di protezione materna sulla nostra amata Chiesa, di cui Maria, ci ricorda il Vaticano II, è Madre e tipo! (LG,63)
Tanto più otterrà copiose benedizioni sul Santo Padre, figlio prediletto di Maria in quanto Vicario del Suo Gesù!

lunedì 21 maggio 2012

TRIDUO A MARIA AUSILIATRICE -primo giorno-



Per il triduo a Maria Ausiliatrice di quest'anno, gli spunti per le meditazioni sono tratti dall'opuscolo "MERAVIGLIE DELLA MADRE DI DIO INVOCATA SOTTO IL TITOLO DI MARIA AUSILIATRICE", scritto da Don Bosco nel 1868.

Buona preghiera a tutti!



Quadro di Maria Ausiliatrice- Cappella dell'Istituto delle FMA-Soverato



PREGHIERA ALLA MADONNA
composta da San Giovanni Bosco

O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;
Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso!
Amen

 "Il titolo di Auxilium Christianorum attribuito all'augusta Madre del Salvatore non è cosa nuova nella Chiesa di Gesù Cristo. 
Negli stessi libri santi dell' antico testamento Maria è chiamata Regina che sta alla destra del suo Divin Figliuolo vestita in oro e circondata di varietà (salmo 45) .
Questo manto indorato e circondato di varietà sono altrettante gemme e diamanti, ovvero titoli con cui si suole appellare Maria. 
Quando pertanto chiamiamo la Santa Vergine aiuto dei cristiani, non è altro che nominare un titolo speciale, che a Maria conviene come diamante sopra i suoi abiti indorati. 
In questo senso Maria fu salutata aiuto dei cristiani fino dai primi tempi del Cristianesimo.

Una ragione per altro tutta speciale per cui la Chiesa vuole negli ultimi tempi segnalare il titolo di Auxilium Christianorum è quello che adduce Monsignor Parisis colle parole seguenti: « Quasi sempre quando il genere umano si è trovato in crisi straordinarie, fu fatto degno, per uscirne, di riconoscere e benedire una nuova perfezione in questa ammirabile creatura, Maria SS. che quaggiù è il più magnifico riflesso delle perfezioni del Creatore. » .



Don Bosco amava moltissimo la preghiera della "Salve regina".
In essa invochiamo Maria con l'appellativo di "Avvocata nostra", che, volendo, si può bene intendere come un'integrazione, un "approfondimento" del titolo "Aiuto dei Cristiani".
Colei che è nostro aiuto, lo è principalmente perché viene in nostro soccorso, in nostra difesa, si schiera dalla nostra parte per ottenerci il vero bene...è la nostra avvocata, particolarmente, come don Bosco accenna, nei momenti delle crisi personali, sociali, religiose, culturali, economiche.

C'è qui un filo rosso -uno stupendo filo rosso- che collega Maria e la Trinità nell'ottica della nostra "difesa".

Prima di tutto, Dio Padre è il nostro "difensore": il difensore dell'uomo da Lui creato e che nonostante la caduta continua a "seguire" passo passo per condurlo alla "pienezza del tempo" in cui sarebbe venuto Cristo Redentore.
Il Padre ci viene presentato, specialmente nell'AT come difensore delle categorie socialmente più deboli: vedove e orfani (Sal 68, 6-7)....quelle persone che nessun avvocato, nessun giudice umano avrebbe realmente difeso in giudizio (clamoroso è al riguardo la parabola della vedova importuna e del giudice disonesto... (Lc 18,1-8).
Questo a simboleggiare che Dio non si dimentica delle Sue creature, ma le custodisce, le protegge sempre...
Nel NT poi, è Gesù che ci rivela questo volto amorevole di un Dio Padre che difende i più piccoli i "bambini", perché infatti, proprio ai piccoli Egli rivela i misteri del Suo Regno!

Il discorso viene approfondito anche da Giovanni.

Nella prima lettera di San Giovanni, si legge infatti:

"Se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: 
Gesù Cristo giusto".
(1Gv 2,1)

Gesù è quella "destra che salva" l' uomo  e di cui parla il salmo 138.

Ci salva perché, come dice sempre San Giovanni "Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati, non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo". (1Gv 2, 2).

Gesù, che con l'Ascensione da poco celebrata, è salito al Cielo, per non lasciarci "orfani" (Gv 14) ci ha donato lo Spirito Santo, che ci guiderà alla verità, ci aiuterà a capire come difenderci quando saremo accusati per causa della fede, sosterrà il nostro credere e ci guiderà in ogni istante della vita; lo Spirito che, insomma, a ben titolo possiamo definire anche come nostro "avvocato".

Tirando le somme, si evince che Dio è da sempre nostro "avvocato", difensore: Lo è stato quando ci ha creati e aveva messo in guardia Adamo ed Eva dal mangiare il frutto dell'albero "proibito"; Lo è stato quando, nonostante il peccato, si è fatto carico delle categorie più deboli e degli uomini mossi da vera fede; ci ha poi donato l'avvocato che siede alla sua destra, cioè il Cristo; infine, Dio Figlio, ci ha mandato lo Spirito Santo.

In quest'ottica trinitaria di "nostra difesa" anche Maria Santissima assume un ruolo importantissimo.
Maria che è Onnipotente per Grazia, già nei salmi viene presentata come colei che sta alla destra del Figlio:

"Figlie di re stanno tra le tue predilette;

alla tua destra la regina in ori di Ofir".

(Sal 45, 10)

Il Salmo 45 è proprio quello a cui fa riferimento don Bosco: in esso la Vergine viene presentata come Regina rivestita di gemme e d'oro, che sta alla destra del Figlio...il quale (lo leggiamo anche nei Vangeli) sta alla destra di Dio...
Insomma: il nostro Avvocato -Gesù Cristo- siede alla destra di Dio Padre ed intercede per noi, la Vergine siete alla destra del Figlio e tutte le nostre richieste di aiuto, potremmo dire in termini semplici....passano prima attraverso di lei, sono da lei portate al Figlio, nostro unico Mediatore con Dio!

Di Gesù, leggiamo in San Giovanni, che è nostro avvocato perché "Giusto e vittima di espiazione".
Anche di Maria possiamo dire cose simile: lei, piena di Grazia, ha vissuto da "giusta" e con il suo SI',ha accettato di condividere con il Figlio il peccato del mondo...lei, che era senza peccato, ha sofferto con Gesù, ha accettato l'immolazione del Figlio...
Maria ha "offerto" per noi le sue sofferenze in unione a quelle di Cristo.
Ecco perché, a buon diritto, è la nostra avvocata...che intercede per noi, come fece a Cana di Galilea per gli sposi novelli, affinché non ci venga a mancare il "vino", sia cioè quello che oggi ci è necessario qui in terra, sia il "vino" delle nozze eterne con Gesù....

sabato 19 maggio 2012

VIVO SIN VIVIR EN MI- "Aspirazioni di vita eterna"- poesia di Santa Teresa d'Avila



Nelle riflessioni postate ieri sera, sul Vangelo di Giovanni che la Liturgia della Parola ci proponeva, ho accennato alla poesia di Santa Teresa d'Avila, in cui la mistica carmelitana scriveva "Muoio di non morire".

Alcune traduzioni riportano il testo come "mi è morte il non morire".
Il senso è lo stesso, cambia soltanto la forma linguistica impiegata.

A completamento del posto cui faccio riferimento, inserisco la poesia di Santa Teresa, tanto nella forma originale in spagnolo, che certamente sarà comprensibile a molti di voi, quanto nella traduzione italiana in lingua corrente, come riportata nel volume delle "Opere complete" della Santa Madre, edito dalle Edizioni Paoline.








VIVO SIN VIVIR EN MÍ

Vivo sin vivir en mí,
y tan alta vida espero,
que muero porque no muero.

Vivo ya fuera de mí,
después que muero de amor;
porque vivo en el Señor,
que me quiso para sí:
cuando el corazón le di
puso en él este letrero,
que muero porque no muero.

Esta divina prisión,
del amor en que yo vivo,
ha hecho a Dios mi cautivo,
y libre mi corazón;
y causa en mí tal pasión
ver a Dios mi prisionero,
que muero porque no muero.

¡Ay, qué larga es esta vida!
¡Qué duros estos destierros,
esta cárcel, estos hierros
en que el alma está metida!
Sólo esperar la salida
me causa dolor tan fiero,
que muero porque no muero.

¡Ay, qué vida tan amarga
do no se goza el Señor!
Porque si es dulce el amor,
no lo es la esperanza larga:
quíteme Dios esta carga,
más pesada que el acero,
que muero porque no muero.

Sólo con la confianza
vivo de que he de morir,
porque muriendo el vivir
me asegura mi esperanza;
muerte do el vivir se alcanza,
no te tardes, que te espero,
que muero porque no muero.

Mira que el amor es fuerte;
vida, no me seas molesta,
mira que sólo me resta,
para ganarte perderte.
Venga ya la dulce muerte,
el morir venga ligero
que muero porque no muero.

Aquella vida de arriba,
que es la vida verdadera,
hasta que esta vida muera,
no se goza estando viva:
muerte, no me seas esquiva;
viva muriendo primero,
que muero porque no muero.

Vida, ¿qué puedo yo darle
a mi Dios que vive en mí,
si no es el perderte a ti,
para merecer ganarle?
Quiero muriendo alcanzarle,
pues tanto a mi Amado quiero,
que muero porque no muero.











ASPIRAZIONI DI VITA ETERNA

Vivo, eppur non vivo in me,
aspettando sì alta vita,
ché mi è morte il non morire.

Vivo ormai fuori di me,
dacché muoio del mio amore;
vivo, infatti, del Signore,
che mi volle sol per sé.
Quando il cuore gli donai,
tale scritta egli vi pose:
mi è di morte il non morire.

Questo carcere divino
dell’amore con cui vivo,
fatto Dio di me prigione,
reso ha libero il mio cuore;
e per me è una tal passione
veder Dio di me prigione,
che mi è morte il non morire.

Com’è lunga questa vita!
Come duro quest’esilio!
Questo carcer, questi ceppi
in cui l’anima è rinchiusa!
Sol l’attesa d’uscir d’essi
causa in me strazio sì vivo,
che mi è morte il non morire.

Oh, che vita amara è quella
che non gode del Signore!
Se l’amore, infatti, è dolce,
non lo è la lunga attesa:
Dio mi tolga tal gravame,
che più pesa dell’acciaio,
sì ch’è morte il non morire.

Vivo sol per la certezza
di dovere un dì morire,
ché, morendo, della vita
mi assicura la speranza.
Morte, in cui vita s’acquista,
non tardare, ch’io ti attendo,
che mi è morte il non morire.

Vita, assai forte è l’amore:
non devi essermi molesta;
vedi, solo orami mi resta
perder te per guadagnarti.
Venga, orsù, la dolce morte,
il trapasso giunga presto,
che mi è morte il non morire.

L’altra vita di lassù,
quella ch’è la vita vera,
fino a che questa non muoia,
non si gode, essendo vivi.
Morte, a me non rifiutarti;
possa io viver morendo,
che mi è morte il non morire.

Vita, che altro posso dare
al mio Dio che vive in me,
se non perder proprio te,
per riuscire a guadagnarti?
Col morir voglio acquistarti,
ché il mio Amato amo talmente,
da morir perché non muoio.