domenica 10 aprile 2016

Pensieri per lo spirito


«POSSIAMO TRASFORMARE LA MORTE» 







«Nessuno ha ancora creduto in Dio e nel regno di Dio, nessuno ha ancora sentito del regno dei risorti, senza diventare da quel momento nostalgico, senza attendere e agognare d'essere gioiosamente liberato dall'esistenza terrena.
Vecchi o giovani, non fa differenza. Cosa sono venti, o trenta, o cinquant'anni al cospetto di Dio? E chi di noi sa fino a che punto può trovarsi già vicino alla meta? 
La vita inizia soltanto quando finisce qui sulla terra; e come tutto ciò che c'è qui non sia che il prologo prima che s'alzi il sipario... è qualcosa cui devono pensare allo stesso modo giovani e vecchi. 
Perché abbiamo tanta paura quando pensiamo alla morte... ? La morte è spaventosa solo per coloro che vivono avendone paura. La morte non è selvaggia e terribile, se solo si riesce a essere fermi e tenersi ben stretti alla Parola di Dio. 
La morte non è cattiva, se non siamo diventati noi stessi cattivi. 
La morte è la grazia, il più grande dono di grazia che Dio concede alle persone che credono in lui. La morte è mansueta, la morte è dolce e gentile; ci invita con la forza celeste, se solo comprendiamo che è la via d'accesso alla nostra patria, al tabernacolo della gioia, al regno eterno della pace.
Come sappiamo che morire è così terribile? Chi sa se, con le nostre umane paure e angosce, non facciamo che rabbrividire e fremere per l'evento più glorioso, celestiale e benedetto del mondo?
La morte è l'inferno, la notte e il freddo solo se non è trasformata dalla nostra fede.
Ma è proprio questo la cosa tanto meravigliosa, che possiamo trasformare la morte».

(Dietrich Bonhoeffer

domenica 3 aprile 2016

Pensieri per lo spirito


 DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA
Cristiani con uno stile pasquale






«L’Ottava di Pasqua, pervasa di luce e di gioia, si concluderà con la domenica in Albis, chiamata anche domenica della "Divina Misericordia". Si chiama in albis - domenica "bianca". È così perché secondo la tradizione liturgica in questo giorno coloro, che sono stati battezzati durante la Veglia pasquale si toglievano le vesti bianche del battesimo e indossavano le vesti quotidiane. Nello stesso tempo la stessa domenica è vissuta nella Chiesa come festa della Divina Misericordia. È una consuetudine recente, ma esprime bene la verità che tramite la grazia del Battesimo abbiamo parte nell’amore misericordioso di Dio». 

(Giovanni Paolo II, Udienza Generale, 23 aprile 2003)


LA VESTE DELLA TESTIMONIANZA

Ogni battezzato è invitato a vivere nello stile della Pasqua tutta la propria vita. Finita l'Ottava, in cui ancora, liturgicamente parlando, si prolunga la grande Domenica della Risurrezione, il cristiano è chiamato in senso metaforico - come lo erano i neofiti attraverso un gesto concreto - a indossare le vesti quotidiane, cioè a testimoniare nella vita di ogni giorno il Cristo Risorto.
Lasciate le vesti "visibili", occorre sentirsi sempre rivestiti di quelle invisibili e interiori che danno "senso" e "prospettiva" nuove a tutta l'esistenza, al mondo concreto in cui si vive, agli avvenimenti in cui ci si muove.
San Paolo scrive che «per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a» Gesù «nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,3-4). 
La veste del battesimo permane nel cristiano per renderlo capace di dare «ragione della speranza»  (1 Pt 3,15) che è in lui, una speranza che è fortificata dalla prova delle prove: «Davvero il Signore è risorto» (Lc 24,34)!