domenica 10 febbraio 2019

Pensieri per lo spirito


ARDENTI COME IL FUOCO
L'amore che dà vita 



Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti». Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato». Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».
(Is 6,4-8)

Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».  
(Lc 5,10)





C'è un filo conduttore tra le letture di questa V domenica del tempo ordinario, ed è un filo rosso, rosso come il fuoco. È vero, il fuoco brucia e divora e per questo fa paura, ma esso non è associato solo alla distruzione, non è solamente sinonimo di catastrofe. Il fuoco, infatti, riscalda, purifica, tempra, fonde e per questo unisce, trasforma, e, nel suo potere dirompente, è legato al sentimento più bello che esista e di cui tutti abbiamo bisogno: l'amore. L'amore è come un fuoco, la passione è come un fuoco. Se amiamo senza fuoco siamo freddi, e il nostro amore non è capace di riscaldare nessuno, anzi, forse non si può neanche chiamare amore. Se invece amiamo "appassionatamente" riusciamo a dare tutto di noi stessi all'altro e quell'amore è certamente vitale, produttivo, rigenerativo. Ma c'è un malinteso riguardo all'amore (e riguardo al fuoco). Si pensa che amore e passione siano come il fuoco perché vogliano "divorare" l'altro, consumarlo, farlo quindi sparire (in un certo senso), proprio come il fuoco divora ogni oggetto infiammabile e vola trasportato dal vento, alimentando sempre nuovi focolaii. Questo è il fuoco che semina morte, mentre invece l'amore e la passione sono come il fuoco perché devono fare luce e dare calore, rendersi "visibili", palpabili, suscitare il desiderio dell'altro di amare allo stesso modo, far capire all'altro di essere amato. Portare vita... e, in questo senso, infuocare. Certamente il fuoco si alimenta, ma si alimenta non per forza dell'amore dell'altro (perché l'altro potrebbe anche non amarci!) ma di un amore più grande, un amore invincibile e inestinguibile: quello di Dio. Amando, dovremmo forse pensarci sempre come Mosè dinanzi al roveto ardente: quel fuoco che è Dio, che brucia ma non si consuma, che si alimenta in maniera misteriosa (ma per noi, ora, più chiara, in quella relazione trinitaria che è fatta di amore) e che ci illumina, ci dà qualcosa di sé: quel fuoco, infatti, è così brillante da rendere splendente il volto di Mosè. Quello è l'amore che, come il carbone ardente fa con Isaia, ci rende puri,  luminosi, infiammati dell'amore divino, capaci di portare allora la Parola nel mondo, di annunciarla, di cantare le glorie di Dio come oggi il Salmista, di trasmettere quanto abbiamo ricevuto, proprio come san Paolo (II lettura). 
"Battezzati" in questo fuoco rispondiamo all'invito di Gesù a diventare luce del mondo, e sebbene le nostre paure siano sempre tante (perché amare disinteressatamente e generosamente è faticoso e richiama in causa i nostri molti limiti) anche a noi, vacillanti sulle onde della vita, sugli oceani instabili dei nostri sentimenti e in balia dei marosi delle nostre razionalità, Cristo dice: Non temere. Anche noi possiamo essere pescatori di uomini. Anche noi possiamo mostrare la bellezza di Dio agli altri. Perché il fuoco vero è come una calamita: attira. La luce e il calore richiamano tutto ciò che ha bisogno di luce e di calore. La vita chiama la vita. E l'essere umano è sempre bisognoso di luce, calore e vita. L'essere umano ha sempre bisogno di Dio, di Colui di cui la nostra luce, il nostro calore, la nostra vita devono farsi riflesso.
Non temiamo di lasciarci infiammare dall'amore di Dio, dal roveto inestinguibile che Gesù, venendo nel mondo, ha portato a tutti gli uomini. Solo così, vincendo i timori e le debolezze, riusciremo a camminare in equilibrio sulle acque prima tumultuose. Solo così riusciremo a non affondare. Perché chi non ama, alla fine perde sempre. Mentre l'amore fa vincere, perché porta salvezza, rinascita, risurrezione.