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G. Rollini- SAN GIUSEPPE, Basilica del Sacro Cuore- Roma |
La festa della Santa Famiglia si offre come momento di riflessione sul tema dell'Amore di Dio, un Dio che si è fatto Bambino per ricevere e dare amore, il Suo Amore....per ricevere affetto, carezze, dolcezze prima di tutto da Maria e Giuseppe, i suoi genitori terreni.
Un Amore diverso da quello che oggi siamo abituati a "filtrare" attraverso i racconti televisivi, giornalistici o le esperienze eccessive e ossessive di tante storie drammatiche di gente comune.
L'Amore del Verbo Incarnato che prende spazio, vita, realtà nella Sacra Famiglia, è un qualcosa di differente, è un Amore "appassionato" nel senso più bello del termine e più puro: un Amore così forte, così intenso, da spingere Dio -l'Increato- a farSi Carne, a farSi Uomo.
Il termine "Passione", che deriva etimologicamente da "passius", participio passato di soffrire, indica anche -fra le altre cose- il concetto di "intima commozione del'animo, che può anche essere non dolorosa".
L'Amore è commozione: amare così tanto da essere commossi e grati per l'amore che si sente e che si riceve.
Amore che spinge -per moto non di natura, ma soprannaturale- a dare tutto, a mettersi in gioco, a dimenticare sé stessi per l'altro.
La Passione "umana" di Gesù comincia nel momento dell'Incarnazione: Dio ama così svisceratamente gli uomini da voler abitare in mezzo a noi, e vivere questa Sua Passione tanto negli aspetti gioiosi della Sua vita terrena, quanto in quelli dolorosi, fino alla morte in Croce.
Come dice San Giovanni, il Verbo della Vita si fa visibile, si fa toccare, entra nelle nostre vite come Uomo, oltre che come Dio.
L'Amore divino è un amore carico di ogni premura nei confronti degli uomini, un amore che sa leggere ogni piega di desideri di bisogni e necessità umane.
L'uomo aveva bisogno di incontrare Dio DA VICINO, e Dio si è fatto Carne.
L'uomo aveva desiderio di sentirsi amato con amore di fratello, sposo, amico e Dio si è fatto realmente Fratello, Sposo, Amico.
L'uomo aveva necessità di donare tangibilmente il proprio affetto a Dio...e Dio Si è fatto Carne, per ricevere realmente carezze, abbracci, baci e per donare le Sue tenerezze alle Sue creature.
L'Amore appassionato di Dio lo si può allora tradurre con una parola: TENEREZZA.
L'etimologia di "tenero" ci rimanda al mistero di un Amore che si lascia crocifiggere, richiama infatti ciò "che è sottile, che si lascia stendere".
Dio è completamente "proteso" verso le Sue creature, Dio si lascia "stendere" sul legno della Croce, per darci tutto, per darci Sè Stesso.
La tenerezza di Dio è quell'Amore così pieno da saper colmare ogni minimo spazio della nostra esistenza quotidiana, anche quando non ci rendiamo conto di questo miracolo.
A volte, però, il grande dono dell'Amore Tenerezza di Dio si fa percepibile in qualche affetto particolare che nutriamo: può essere quello di un genitore, di un amico, dello sposo, del fidanzato...e via dicendo.
Scrive Mons. Canciani: "Noi siamo causa degli amori umani che si sviluppano in noi, ma la tenerezza cristiana è un dono divino.
L'autore ne è lo Spirito, che distribuisce i doni come vuole.
La gerarchia dei valori umani è di un altro ordine di quello dei valori soprannaturali: dai primi ai secondi non c'è transizione, né equazione, né proporzione.
La tenerezza cristiana che ci fa spartire la vita di Dio e la sua beatitudine, è uno scambio amicale che non appartiene al piano della natura, bensì a quello della grazia".
Quale fortuna, allora, è fare l'esperienza di questa tenerezza cristiana, di questo amore "spirituale" -che si esprime anche in piccoli gesti di tenerezza (non per forza e non soltanto "fisici"!)- amore che è riflesso, espressione di quello divino, che ci fa sentire qualcosa di diverso da tutti gli affetti solo "materiali"!
L'amore-tenerezza può legare fra loro persone che non hanno vincoli di sangue, può essere unione fra amici lontani ed è un dono di Grazia, un dono gratuito di Dio da coltivare e vivere.
Prosegue Mons. Canciani nel suo libro "La tenerezza": "Questo piccolo, grande, insostituibile tesoro che è la tenerezza, non è tanto una verità da contemplare, quanto un'esperienza da fare.
La sua strada inizia dalle piccole cose ed arriva alle grandi.
E' LA PICCOLA VIA DELLA FELICITA'".
Questa tenerezza ha la Sua Fonte, la Sua Sorgente, la Sua "alimentazione" in Dio stesso.
In quel Dio che è Amore e che noi riceviamo nei Sacramenti, in special modo nella Santa Comunione.
La Santa Comunione è quel mistero in cui ci "comunichiamo".... comunichiamo con Dio, dialoghiamo con Lui, mettiamo in "comune" qualcosa... e cosa, in realtà, scambiamo in questa comunicazione fra noi e Dio?
Ciò che Egli stesso è: AMORE...niente altro che AMORE PURO.
Riceviamo Amore per dare amore....
Papa Paolo VI, in un discorso tenuto a Nazaret il 5 gennaio 1964, affermò che nella Santa Famiglia "comprendiamo cos'è la comunione di amore".
Maria e Giuseppe, santi sposi e consacrati, vivono l'esperienza più "alta" e sublime dell'Amore-Tenerezza di Dio: Gesù si fa presente in mezzo a loro e si "comunica" loro come Amore da centuplicare in amore...
Il Verbo Incarnato attecchisce in loro, già dotati di moltissime qualità, per unire e rendere sempre più salda questa loro unione.
Papa Leone XIII, nella preghiera da lui composta, "A te, Beato Giuseppe", descrisse la Sacra Famiglia come un "Sacro Vincolo di Carità".
Non c'è stata, fra Maria e Giuseppe, unione fisica "sposale" come la si intende nella normale, ordinaria strada della vita matrimoniale, eppure la loro unione "di cuore" è la più elevata che sia mai stata raggiunta da due creature umane e ha condotto ad un essere realmente "una cosa sola" in Cristo, come avviene appunto nel vincolo sponsale.
Il loro legame, il loro "collante" era Dio stesso: l'AMORE li ha uniti, l'Amore fa di loro, ancora adesso, in Paradiso, la "coppia" più innamorata di tutti i tempi!
Ed il loro amore "particolare", tutto da Dio, in Dio e a Dio, è un riflesso di quell'Amore speciale e singolare che Dio stesso nutre per ciascuna delle Sue Creature.
Che la Santa Famiglia sia il modello, allora, non solo di ogni famiglia cristiana, ma anche di quanti hanno ricevuto il dono dell'Amore-Tenerezza di Dio nelle proprie vite e vogliono preservarlo, comunicarlo, coltivarlo.
BUONA FESTA A TUTTI!