IL CROCIFISSO SEMPRE PIÙ IN CROCE
Riflessioni a margine della sentenza sul Crocifisso
"Imparate da me, che sono mite e umile di cuore" (Mt 11, 29)
La sentenza di Strasburgo sul Crocifisso è ormai cosa nota a tutti, lo è ovviamente anche al diretto e principale interessato, Sua Maestà Gesù Cristo, Sommo Giudice, ma anche Somma Misericordia.
L'Italia, mi duole ammetterlo essendo italiana, è spesso il Paese degli esibizionismi, degli eccessi, e non è molte volte in grado di reagire con sobrietà ed "eleganza" a certi affronti,
trovandosi maggiormente nelle sue corde il tipico "sentimentalismo", dettato dalla sola emozione e non anche dalla ragione, che lascia sempre il tempo che trova...non portando quasi mai frutti duraturi.
Dopo la pronuncia dei giudici di Strasburgo si è passati dalla foga di Ignazio La Russa, che nel corso del programma "La vita in diretta", si è lanciato in una raffica di "elegantissimi": "possono morire, ma il Crocifisso resterà in tutte le aule della scuola", riferendosi agli organi giudiziari europei, alla "parata" dei Crocifissi costruiti in compensato ed esposti nelle aule degli istituti superiori di Massa Carrara, ben 100, realizzati dai giovani di Lotta studentesca, per arrivare infine alla "forzata" (in termini prettamente legislativi), ordinanza del sindaco di Corigliano Calabro, che ha sancito che nel comune calabrese il Crocifisso rimarrà nelle aule, "fino all'esito del ricorso presentato dallo Stato Italiano".Davanti a queste "manifestazioni" pro-Crocifisso, mi sorge spontanea una domanda: sono dettate da vera fede o solo da spirito sentimentalistico, dall'emozione del momento?