O San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime,
sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre
e la salvezza dei prossimo;
aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano;
insegnaci ad amare Gesù Sacramentato,
Maria Ausiliatrice
e il Papa;
e implora da Dio per noi una buona morte,
affinché possiamo raggiungerti in Paradiso. AMEN!
SETTIMO GIORNO: I LUOGHI PRIVILEGIATI DELL’INTERIORITA’ CRISTIANA
SUL MODELLO DELLA SPIRITUALITA’ DI DON BOSCO
La giornata festiva tipica dell'oratorio salesiano era intessuta di gioco e preghiera.
Messa, catechismo, il racconto a puntate della Storia Sacra, il Rosario, i vespri, le confessioni.
Tutto in un intreccio armonico, che in forme meno "piene" si realizzava anche nel feriale.
Era un "ritmo" che dava frutti maturi in molti ragazzi.
Bellissimo, ad esempio, il caso di Domenico Savio che venne trovato in estasi durante la preghiera e poi abilissimo nel fare da "angelo" ai nuovi arrivati in oratorio, impegnato negli studi, desideroso di farsi anche lui sacerdote, per la salvezza delle anime.
L' "ora et labora", motto di S.Benedetto, in don Bosco si può anche tradurre in un "il lavoro è preghiera"!
Dalla Strenna 1981 di don Egidio Viganò:
“Parlare della vita interiore
di don Bosco significa proporsi un progetto concreto di interiorità cristiana.
I luoghi privilegiati che
facilitano l’esercizio di questa profonda interiorità di fede, speranza e
carità” sono:
“la preghiera, che comporta
l’atteggiamento adorante della persona, la sua capacità di stare in contatto
con Dio, di ascoltare la sua parola, di abbandonarsi ai suoi progetti perché è
convinta che Dio ha l’iniziativa.
La preghiera è il respiro
indispensabile di ogni vita interiore.
E’ un’attività profonda che ha
bisogno di spazi di silenzio, di coscienza personale, di spessore spirituale,
di clima comunitario, di ritmi ben curati.
Un altro luogo privilegiato
della nostra vita interiore è l’azione, quell’azione permeata di santità.
Si tratta dell’azione
apostolica e caritativa, in cui la spinta motrice, il metodo di
realizzazione e la meta da raggiungere partono dalla carità, attraverso la
Chiesa, e arrivano alla salvezza.
Il punto strategico è la
coscienza di carità con cui la persona realizza l’azione immergendosi
nell’attività con un preciso proposito di salvezza.
Il cuore oratoriano di don Bosco
era così e perciò trovava in tutte le persone e le situazioni, forti incentivi
di vita interiore.
Un ultimo luogo privilegiato
è il divenire quotidiano.
Alcune volte ci può sembrare monotono,
perché passano tanti giorni, più o meno uguali.
Però quando guardiamo l’insieme
della nostra vita…ci rendiamo spesso conto che anche con la più sbrigliata
fantasia non avremmo saputo immaginare tante vicende quante ne abbiamo
sperimentare.
Il più grande libro da saper
leggere è quello della vita.
I fatti dell’esistenza ci
parlano di Dio.
Anche il proverbio lo riconosce: Non cade foglia che Dio non
voglia. In tutto quello che succede il
credente suppone un piano divino.
Non saprà scoprirlo facilmente, ma cercherà
di far crescere la sua gratitudine, la sua fiducia e il suo abbandono”.
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