"Il giusto odia la parola falsa,
l'empio calunnia e disonora".
(Pro 13,5)
Nella vita di San Filippo Neri, accanto ad estasi e birboni canterini, oratori e udienze papali, ci sono anche storie di "ordinarie confessioni": spesso quelle di penitenti un po'...impenitenti, che a furia di ripetere lo stesso peccato, si erano incalliti in brutti vizi.
In questa enciclopedia di "duroni dell'anima" non mancò neanche quello della calunnia.
Un giorno arrivò dal santo la solita incallita di turno: una donna di Roma, ben nota fra i suoi compaesani, per la sua arte di chiacchericcio.
La signora ricevette, per penitenza alla sua confessione, l'ordine insolito di spennare una gallina e spargerne in seguito -per le strade della città- le penne e le piume.
Per poi ritornare dal confessore.
Detto, fatto.
Alché la donna sentì pronunciare dal santo una richiesta ancor più strana della prima:
“La penitenza non è finita!
Ora devi andare per tutta Roma a raccogliere le penne e le piume che hai sparso!”.
Immediata la protesta della chiaccherona: non si può, non è possibile!
E il confessore le rispose così: “Anche le chiacchiere che hai sparso per tutta Roma non si possono più raccogliere!
Immediata la protesta della chiaccherona: non si può, non è possibile!
E il confessore le rispose così: “Anche le chiacchiere che hai sparso per tutta Roma non si possono più raccogliere!
Sono come le piume e le penne di questa gallina che hai sparso dappertutto!
Non c’è rimedio per il danno che hai fatto con le tue chiacchiere!”.
Ho ripensato a quest'episodio, quando qualche giorno fa ho letto le parole pronunciate da Papa Francesco nell'omelia della Messa mattutina in Santa Marta:
Noi tutti siamo peccatori: tutti.
Abbiamo peccati.
Ma la calunnia è un’altra cosa.
E’ un peccato, sicuro, ma è un’altra cosa.
La calunnia vuole distruggere l’opera di Dio; la calunnia nasce da una cosa molto cattiva: nasce dall’odio.
E chi fa l’odio è Satana.
La calunnia distrugge l’opera di Dio nelle persone, nelle anime.
La calunnia utilizza la menzogna per andare avanti.
E non dubitiamo, eh?: dove c’è calunnia c’è Satana, proprio lui”.
Non ci tragga in inganno l'apparente contraddizione delle parole del Papa: "la calunnia è un peccato, ma è un'altra cosa".
Usiamo -per un attimo- un ragionamento sottile, ma in realtà molto semplice, alla luce della Bibbia e della teologia morale cattolica.
La teologia morale ci dice che il peccato si distingue in veniale e mortale.
Solo il secondo "rompe" l'amicizia con Dio, ci priva della Sua Grazia.
Il primo, invece, per quanto macchi sempre la nostra anima, ci fa rimanere uniti a Lui, non ci fa perdere la Sua Presenza in noi.
Il peccato veniale di certo lo commette il 99% dei buoni cattolici.... (lasciamo l'1% ai santi consumati, che ci auguriamo ci siano ancora oggi!).
Le imperfezioni (moti primi che non si controllano, per i quali non c'è volontà) le si ritrova spesso anche nelle vite dei santi, segno che la "perfezione" o la "santità" non è completa assenza di cadute "piccole"o di imperfezioni, ma mancanza di cadute grandi e desiderio effettivo di migliorare per evitare quelle inferiori . A questo, nel "giusto" si aggiune una pratica eroica delle virtù cristiane.
Tutti, se siamo e vogliamo essere buoni cristiani, dovremmo tendere alla perfezione e alla santità, in questi termini.
Non dimentichiamo che, infatti, proprio la Bibbia ci rammenta che se "il giusto cade sette volte, egli si rialza,ma gli empi soccombono nella sventura" (Pro 24,16)
L'esempio di San Filippo Neri mi fa pensare: una persona che abitualmente vive in una condizione continua di "calunniatore" si può definire giusta o empia?
Il libro dei Proverbi sembra venirci in aiuto:
"Il giusto odia la parola falsa,
l'empio calunnia e disonora".
(Pro 13,5)
Ecco, in questo senso "la calunnia distrugge l'opera di Dio" come ci ha rammentato Papa Francesco: la distrugge principalmente nell'animo di chi la pratica, perchè il vizio, diventato abitudine, finisce con lo scaturire da un odio radicato, un sentimento così forte e negativo, che scaccia via dal cuore l'amore del prossimo, l'amore per la Verità che è Dio, e lascia che in esso alberghi soltanto la maldicenza.
"Guardatevi pertanto da un vano mormorare,
preservate la lingua dalla maldicenza,
perché neppure una parola segreta sarà senza effetto,
una bocca menzognera uccide l'anima".
preservate la lingua dalla maldicenza,
perché neppure una parola segreta sarà senza effetto,
una bocca menzognera uccide l'anima".
(Sap 1,11)
Se vogliamo essere santi, se vogliamo essere "giusti" nel senso più bello che la Bibbia attribuisce a questo termine, allora facciamo nostro l'invito di San Paolo:
"Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità". (Ef 4,31)
E quando toccherà a noi subire la diffamazione, comportiamoci da veri cattolici, sull'esempio di martiri come Stefano (l'omelia del Papa era proprio a commento del brano degli Atti sulla lapidazione del protomartire!), e prima ancora di Cristo stesso!
"calunniati, confortiamo" (1 Cor, 413)
Santo Stefano ci ha lasciato un esempio splendido, in tal senso: prima di morire sotto i colpi delle pietre dei suoi uccisori, chiede a Gesù di non imputare loro quel peccato!
Non aveva forse fatto allo stesso modo Cristo morente sulla Croce, chiedendo perdono per i Suoi carnefici?
Papa Francesco ci esorta moltissimo a fare ricorso alla Misericordia di Dio: dimostriamo anche noi di essere "misericordiosi come il Padre" nostro "che è nei cieli".
Asteniamoci dai falsi giudizi sugli altri e imploriamo il perdono del Padre per quanti ci calunniano, senza ergerci a giudici dei nostri stessi fratelli.
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