lunedì 17 dicembre 2012

VIENI AD INSEGNARCI LA VIA DELLA SAGGEZZA...


Le ferie di Avvento, cioè il periodo che va dal 17 al 23 dicembre, ci presentano le cosiddette "ANTIFONE O" (le antifone sono frasi di ispirazione biblica che "introducono" un'azione liturgica o una sua parte), collocate, all'interno della Sacra Liturgia, come antifone al Vangelo.

Vengono definite "antifone O" perché cominciano tutte con l'esclamazione "O" in segno di stupore dinanzi al Dio che si fa Carne per la nostra salvezza.
Contengono l'invito "Vieni", seguito da una particolare "richiesta" che rivolgiamo al Verbo di Dio.

Ogni antifona non fa che ricapitolare un qualche attributo del Messia già presente nell'Antico Testamento; per noi, oggi, può diventare preghiera che ci unisce a tutto il popolo di Dio e a tanti che hanno già invocato l'avvento del Signore.



L'antifona di oggi è una lode alla Sapienza, che nel Cristo ha preso Carne umana:

Sapienza dell’Altissimo,
che tutto disponi con forza e dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della saggezza.


L'Antico Testamento è una lode alla Sapienza di Dio: una Sapienza Creatrice, che ha disposto ogni cosa con ordine, una Sapienza che risiede in Dio, che è Dio stesso.

Una Sapienza che non è un tesoro inaccessibile: il Salmista ci fa dire infatti che proprio l'Onnipotente, nell'intimo, ci insegna la Sapienza (cfr Sal 51,8).
Pone però una condizione, in un certo senso, affinché possiamo ascoltare questo Suo insegnamento: "Tu vuoi la sincerità del cuore" (Mt 5,8)
Come potrebbe, un cuore impuro, in cui alberga il male, riuscire ad afferrare la Voce Sapiente di Dio che rivela ai piccoli i misteri del Suo Regno?
Una voce che è Purezza può risuonare solo nei cuori puri: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio". (Mt 5,8)
Il libro di Giobbe, al capitolo 28, nell'elogiare la Sapienza, ci consegna queste parole:

"temere Dio, questo è sapienza

e schivare il male, questo è intelligenza"
(Gb 28,28)

ricollegandosi al Salmo 111,10 che ci rammenta :"Principio della saggezza è il timore del Signore".

Non si tratta di un timore servile, ma filiale, umile, di creatura che si sa piccola di fronte al Suo Creatore.
Solo questa umiltà ci rende capaci di affidarci completamente a Lui affinché ci aiuti nel cammino di purificazione del cuore;
solo questo timore filiale ci mette nella condizione di comprendere che la vera sapienza è la debolezza che confonde i forti: una sapienza che si manifesta in un Uomo che muore per Amore, si dona per Amore, rimanendo muto davanti ai Suoi accusatori.

Essere sapienti della Sapienza che è Cristo vuol dire accumulare i veri tesori per il Cielo: perdonare, amare, accettare le umiliazioni che la vita ci offre, le potature che il Signore dispone per noi; darsi senza riserve, come Egli ci ha amato per primo e ha dato la Sua vita per noi.

Perché se la Sapienza è temere Dio, allora vuol dire AMARE DIO con Fede ardente, preghiera insistente, Fiducia incrollabile.
Se la Sapienza è schivare il male, allora essa è fare il bene a quei fratelli in cui possiamo vedere quel Dio che si manifesta in loro, perché Egli stesso ci dice "ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40)


VIENI SIGNORE, INSEGNACI LA VIA DELLA SAGGEZZA CHE E' AMORE....

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