Radice di Iesse,
che t'innalzi come segno per i popoli:
vieni a liberarci, non tardare.
Al momento della presentazione al Tempio di Gesù Bambino, il vecchio Simeone definisce il Cristo come "segno di contraddizione, perché siano svelati i pensieri di molti cuori" (Lc 2,34).
Ancora oggi Gesù appare proprio segno in questo senso, ancora oggi si "avvera" la Sua profezia di essere portatore di spada che divide finanche i membri di una stessa famiglia (Mt 10,34).
Essere cristiani comporta, dopo 2000 anni dalla venuta di Cristo, finanche il martirio, la persecuzione, la lotta per vivere dignitosamente ed in maniera libera la propria fede.
Gesù vuole essere segno per i popoli, quel segno che, innalzato sulla Croce, attira tutti a Sé.
Lui mi chiede, chiede a ciascuno di noi, anche nel proprio piccolo, di essere portatori di questo segno luminoso.
Se abbiamo la fortuna di non vivere in situazioni in cui la professione di fede è disagiata, quello che ci viene richiesto e di accogliere il Suo invito ad essere sale del mondo e luce della terra.
A noi spetta dare sapore, dare "cristianità", dare "cattolicità" a quelli che possono essere i nostri ambienti di lavoro, di relazioni sociali, le nostre stesse famiglie.
A noi viene richiesto di essere coerenti con il credo che professiamo, non semplicemente cristiani a parole, ma coi fatti...
Allora anche noi saremo "segno di contraddizione", se andremo controcorrente, opponendoci alle tendenze di un cristianesimo fai da te che svilisce i contenuti del nostro magistero, la bellezza e la sacralità della Liturgia, i tempi di penitenza nel corso dell'anno liturgico, la morale sessuale...
Allora potremo dire: io porto con me, in me, il Segno che è Cristo: io sono stato consacrato a Lui nel Santo Battesimo.
VIENI SIGNORE, DONACI LA COERENZA DI ESSERE SEMPRE TUOI DISCEPOLI, TUOI APOSTOLI, PER DIMOSTRARE AL MONDO CHE E' POSSIBILE SEGUIRTI ANCHE QUANDO LE SCELTE SI FANNO IMPEGNATIVE E SOFFERTE!
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