giovedì 26 aprile 2012

UNA RIFLESSIONE SULLE ORE LITURGICHE A PARTIRE DA MT 20,1-16





Qualche giorno fa leggevo un articolo interessante sull'ultimo numero della rivista salesiana NPG-(Note di Pastorale giovanile). 


Si tratta del pezzo di R. Seregni, dal titolo "ANDATE ANCHE VOI", per la rubrica "Parabole giovani".


La parabola commentata è quella dei lavoratori chiamati dal padrone della vigna (Mt 20,1-16), lavoratori che, pur essendo stati invitati alla fatica dei campi in orari differenti e avendo quindi prestato chi più, chi meno ore di lavoro, ricevono alla fine la stessa paga (un denaro ciascuno).

C'è un elemento interessante che sottolinea il commentatore, esprimendolo sotto forma di quesito:
"Che senso ha recuperare nuovi lavoratori a fine giornata?
Sembra quasi che il padrone sia più preoccupato di dar lavoro agli operai che ai propri interessi".

Se rileggiamo il brano del Vangelo, troviamo infatti delle indicazioni precise sugli "orari" della chiamata:
  • l'alba
  • verso le nove del mattino
  • verso mezzogiorno
  • verso le tre
  • verso le cinque
  • quando fu sera
Le prime cinque indicazioni temporali sono riferite agli uomini chiamati a lavorare nella vigna, l'ultima è invece relativa al fattore, che ha il compito di radunare tutti quei lavoratori e dare loro la paga pattuita.

"Che senso ha recuperare nuovi lavoratori a fine giornata"?....si è chiesto, ci ha chiesto Seregni, nell'articolo di commento al Vangelo.
In genere la prima, più immediata risposta che diamo, che si dà  a questa parabola, è quella (giustissima!) sulla gratuità del dono della conversione (e magari anche della chiamata religiosa), che spinge il Dio dell'Amore infinito a donare il Paradiso, la Gioia Eterna anche a chi si pente solo nell'ultimo istante della propria vita.
Seregni commenta con queste incisive espressioni: "Così è il Volto del Padre rivelato da Gesù. Inatteso. Sorprendente. Eccessivo.
Così è il mistero della gratuità del suo amore che sconvolge la tradizione spirituale di Israele e il nostro buon senso.
Il Dio rivelato da Gesù si sottrae alla logica del calcolo e alla prevedibilità del merito".

Rileggendo però le ore della chiamata, mi è venuto in mente un particolare forse insolito: la loro corrispondenza con  le ore "canoniche" della preghiera liturgica dell'Ufficio Divino....
Si potrebbe allora usare questa parabola anche come metafora della necessità di pregare sempre, incessantemente (1 Ts 5,17) e rivolgerci così la domanda espressa da Seregni:
Che senso ha pregare a fine giornata?
O meglio: che senso ha pregare a fine giornata e ricevere un denaro anche per l'ultima preghiera, quella della sera, quella che sembra indirizzare meno lode, meno richiesta di grazia al Signore, quella che, di fatto, precede poi un'attività apparentemente "banale, improduttiva" quale è il sonno?

Se prendiamo in mano un breviario, e scorriamo le prime pagine, quelle che potremmo definire "introduttive", troviamo un decreto dell Sacra Congregazione per il Culto Divino, che così sentenzia:
"Con la Liturgia delle Ore, celebrata per antica consuetudine nelle varie parti del giorno, la Chiesa adempie il comando del Signore di pregare incessantemente, dà lode a Dio Padre e intercede per la salvezza del mondo".

Gesù stesso si è mostrato come Uomo di continua relazione (in preghiera) con il Padre: si disponeva al dialogo con Dio fin dall'alba, pregava di notte...e di certo, come tutti gli ebrei, avrà pregato nel Tempio in quei momenti (come l'ora terza, la sesta) che erano comuni agli oranti del Suo popolo.


Il concetto di preghiera incessante diventa però per noi un po' "ostico", specialmente se lo poniamo in relazione  a quella "retribuzione" sempre identica che possiamo rintracciare in questa rilettura insolita (ma interessante!) della parabola dei lavoratori nella vigna.

E' facile capire -forse, ci si augura se siamo davvero cristiani- la necessità di cominciare il nuovo giorno pregando (magari, almeno con un segno di Croce!), per qualcuno di noi andando a partecipare alla Santa Messa, rimanendo un poco con Gesù Eucaristia: è il nostro modo di affidare a Dio tutto la giornata, con le varie attività più o meno impegnative che la caratterizzeranno;

è facile capire la necessità di invocare l'aiuto del Signore prima di cominciare un nuovo lavoro, affinché lo svolgiamo con attenzione, con il dovuto rispetto cristiano anche per i fratelli che ci circondano, poiché da quell'attività deriva il nostro procurarci il necessario per vivere e rendere anche un servizio agli altri;

è facile capire l'importanza di pregare anche prima del pasto per lodare e benedire il Signore che ci offre -nella Sua Divina Provvidenza- "il pane quotidiano".

E' facile, forse, capire la necessità della preghiera anche pomeridiana: pensiamo ai genitori che vanno a prendere i figli a scuola, li seguono nei compiti, oppure che si occupano di qualche anziano dopo il lavoro del mattino....pensiamo alla donna di famiglia che dopo aver passato la mattinata dedicandosi al proprio impiego, si ritrova ad occuparsi di tutte le faccende di casa....o al papà che si dedica a figli e moglie con attenzione e amore, dopo una giornata in ufficio.... c'è bisogno di consacrare anche questo tempo al Signore, perché tutto venga fatto a lode e gloria Sua!

Consacrare il tempo al Signore: offrirglieLo attimo per attimo -facendolo precedere dalla preghiera in determinati momenti- come tesoro prezioso che ci proietta già verso l'eternità, come dimensione in cui possiamo già vivere uniti spiritualmente a Cristo Signore, compiere gesti, azioni, che Lui prima di noi ha compiuto: alzarci, mangiare, pregare, lavorare, incontrare gli amici, curare i parenti, andare a dormire.

E poi santificarci, in questa consacrazione del tempo offerto a Dio: perché se viviamo il tempo in questa dimensione di preghiera, allora tutto il nostro agire può, deve diventare conforme allo spirito evangelico. 
E se viviamo come il Vangelo ci insegna, allora siamo sulla strada della santità!

Quale preghiera migliore di quella Liturgica, dell'Ufficio Divino, per consacrare in questa maniera ogni attimo della nostra vita giornaliera, dall'alba alla notte?
In quest'ottica diventa comprensibile anche la preghiera della sera....quella in cui il fattore richiama gli operai e dona loro la paga.

Potremmo pensare a questo momento identificandolo con la recita della Compieta, in cui dinanzi al Signore, cui vogliamo consacrare anche il giusto e meritato riposo, ci presentiamo come gli operai della vigna, mostrandoGli il frutto del nostro lavoro giornaliero.
Nell'esame di coscienza ci poniamo senza maschere dinanzi alla Verità, al Dio Unico, al Dio Vero, ci presentiamo con le vittorie spirituali riportate nel corso della giornata ed anche con le nostre sconfitte; ci presentiamo con la nostra fiducia nella Sua Misericordia, nel Suo sostegno.
Consacriamo a Dio anche il tempo della notte, in cui dormendo non compiamo materialmente nessuna attività degna di particolare attenzione, ma che pure è necessaria per ridonare vigore al corpo.
Proprio quel "consacrare" il sonno rende anche quegli istanti preziosisissimi nella nostra corsa verso l'Eternità.
Riconosciamo che Dio è Padre Nostro, Signore Nostro anche quando non siamo "desti".
 Che Lui solo ci governa, regge il mondo anche mentre noi diventiamo inermi nel riposo del sonno.
Allora il nostro dormire acquista valore perché è come se Dio fosse presente in ogni momento di riposo, attraverso quella preghiera, quella invocazione, quella consegna del tempo notturno che noi abbiamo fatto prima di metterci a letto.
DIO VALORIZZA ANCHE IL MOMENTO DELLA NOSTRA INATTIVITA' SE NOI LA OFFRIAMO A LUI!

Allora, quella preghiera mia personale, che si unisce alla preghiera di miliardi di altri oranti nel mondo che assieme a me (pure con fusi orari differenti!) recitano la compieta, mi consente di ricevere....il mio denaro, la stessa paga che ho ricevuto se ho lavorato dall'alba, o solo da mezziogiorno, o solo alla sera....
OGNI ORA LITURGICA E' PREGHIERA DI TUTTA LA CHIESA, E LA PREGHIERA RENDE IMPORTANTE OGNI ISTANTE DELLA MIA VITA, preziosa davanti a Dio perché mi fa rendere conto che non mi scorre fra le dita solo la lancetta dell'orologio....ma che vado avanti nel percorso che mi conduce all'eternità, insieme ad altri fratelli e sorelle, cercando di santificare me stesso e di trascinare con me (attraverso l'esempio, il consiglio, anche semplicemente pregando!) altre persone verso Dio!

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