martedì 27 marzo 2012

COLUI CHE MI HA MANDATO E' CON ME: facciamo in modo che anche noi possiamo dire queste parole!

Torino- Chiesa della Gran Madre di Dio
Il Vangelo di oggi, nell'ultimo versetto (Gv 8,30), ci consegna queste stupende parole di Gesù:
"Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite".

Qui, Dio Figlio, sottolinea in modo intenso quello che è il Suo speciale rapporto con il Padre, un rapporto che più volte ha in verità evidenziato nei Vangeli....quando dice che "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera" (Gv 4.34) e "Io e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 10.30) e ancora "Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato" (Gv 5,30).

 Se però rileggiamo, "ruminiamo", meditiamo la Parola di Dio che la Chiesa oggi ci propone, quell'ultimo versetto del brano evangelico diventa un pungolo, un interrogativo pressante anche per ogni discepolo, quindi, anche per me!
Cristo dice: Colui che mi ha mandato.
Cristo Signore è l'inviato dal Padre, il mediatore, il sacerdote sommo venuto sulla terra, "apparso in forma umana 
umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce"  (Fil 2,8).
Come uomo, è stato in grado di mantenere sempre "attivo" il collegamento con il Padre proprio nell'obbedienza ai Suoi comandi, alla Sua volontà, rendendoSi il chicco di grano caduto nella terra che ha portato molto frutto (come ci ha ricordato la liturgia della Parola della V Domenica di Quaresima).

Ma anche a noi, Gesù dice: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi"  (Gv 20,21) e dunque possiamo "ribaltare" in senso personale le parole di Nostro Signore e affermare che "Colui che mi ha mandato è con me"!
Il Figlio agisce infatti come il Padre, ce ne rivela il Volto: come il Padre è sempre col Figlio che ha mandato, così il Figlio è sempre con noi, Suoi discepoli.
Basti pensare alle tante scene del Vangelo in cui Gesù cammina al fianco dei Suoi....come non ricordare quella di Emmaus, in cui il Signore Risorto percorre la strada accanto ai due discepoli e spiega loro ogni cosa delle Scritture?
Possiamo dire anche di più: se il Figlio è con noi, con noi è anche Padre, perché Gesù e il Padre sono una cosa sola!
E se il Padre ed il Figlio sono con noi, anche lo Spirito Santo viene a farci compagnia: perché lo Spirito è l'amore che lega Padre e Figlio e perché noi siamo TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO.
"Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23).

Ci sono dunque delle "condizioni" da rispettare affinché la vicinanza di Colui che ci manda sia tangibile, presente nella nostra vita.
In primo luogo, col Battesimo lo Spirito Santo prende dimora in noi, ma questo non è sufficiente: affinché possiamo permanere nella Grazia, giorno per giorno dobbiamo dimostrare fedeltà alla Parola di Dio, che ci chiede una cosa: SEGUIRE GESU'.
Ce lo ha detto proprio il Signore, nell'antifona al Vangelo di Domenica scorsa: 
"SE UNO MI VUOL SERVIRE, MI SEGUA, DICE IL SIGNORE,
E DOVE SONO IO, LA' SARA' PURE IL MIO SERVITORE" (Gv 12,26)
Solo nel servizio compiamo la volontà di Dio e veniamo "attirati" a quella Croce su cui il Cristo è stato innalzato. Quella Croce dalla quale Lui attira tutti a Sè.
Solo nel servizio, come ci ha proprio ricordato il Vangelo di Domenica, possiamo farci chicco di grano, seminato, morto nella terra, che non rimane solo, ma PORTA MOLTO FRUTTO.
Il frutto della sequela è l'opposto del restare soli: è portare a Gesù i nostri fratelli, come Andrea e Filippo Gli hanno condotto i greci che chiedevano di vederLo.
E' renderci quei servi disponibili, generosi, pronti all'obbedienza che implica il "perdere la propria vita": rinunciare ad abitudini, comodità, difetti, per farci "tutto a tutti" -secondo l'espressione di San Paolo- e così facendo, alla fine, ecco che anche per noi, "servi inutili" si realizzerà il "paradosso" dell'Amore Divino: "SE UNO SERVE ME, IL PADRE LO ONORERA'" .
Il Vangelo di Domenica ci ha "rivelato" -ancora una volta- questa enorme dichiarazione d'amore di Dio alla Sua Creatura: regnare è servire, e se serviamo Colui che si è fatto servo per amore, alla fine diventeremo "non più schiavi, ma amici" e come Figli di Dio avremo accesso alla Sua Gloria, alla Sua Casa, dalla quale potremo entrare ed uscire, disponendo dei Suoi Beni, non come schiavi, ma come coloro che si trovano in casa propria....come FIGLI, nella casa del Padre.
Vorrei concludere con un pensiero dall'omelia di don Mario, sacerdote salesiano: Dio ci dice: "TU SEI MIO FIGLIO, PER SEMPRE"!

Nessun commento:

Posta un commento