“Non vi prometto di farvi felice in questo mondo, ma nell'altro”.
Sono le parole che la Vergine Maria rivolge a Bernadette, nel corso di una delle apparizioni alla grotta di Massabielle. Vengono pronunciate ad una fanciulla che non ha ricchezze, cultura, grandi prospettive di “ascesi sociale”, ad una ragazzina malata, povera e ignorante.
Lei non se ne dispiace, la sua vera ricchezza è l'inaspettato dono del Cielo rappresentato dalla Vergine stessa, che decide di mostrarsi ad un' umile pastorella di Lourdes.
Il resto è un futuro incerto, ancora da costruire, ma sulla roccia di una gioia che sarà piena solo in Paradiso.
E' una riflessione, questa, che dovrebbe un po' animare ciascuno di noi. C'è ancora chi vive la fede in maniera quasi favolistica, pensando che la conversione porti ad un'esistenza di felicità per come la intendiamo -a volte ed erroneamente- in termini puramente materialistici.
Qualcuno, guardando ai grandi Santi e mistici di questi o dei tempi passati, li osserva quasi credendo che essi abbiano vissuto in un'estasi senza lotte, in una sorta di ovattamento in cui il loro essere uniti a Dio, fosse privo di un continuo e perseverante dominio di sé.
In realtà, l'esperienza di fede è sempre un'esperienza di gioia e dolore, come la stessa Croce di Nostro Signore ci insegna.
C'è un detto che afferma che non ci sia amore senza sofferenza...ed è verissimo!
Crescere spiritualmente seguendo l'insegnamento di Gesù comporta -giorno dopo giorno- quel “morire a sé stessi” che è inevitabilmente causa di piccoli o grandi dolori.
Decidere di essere cristiani fino in fondo, ci sprona ad operare una scelta radicale di vita, in cui venga messa al bando la crescita smisurata dell' IO, per fare posto al Dio che abita in noi.
Pensando allora a quella promessa della Vergine, rivolta a Bernadette, non necessariamente -rapportandola alla vita di ognuno di noi- è obbligatorio pensare a grandi prove fisiche o spirituali che ci attendano. La frase della Madonna è realtà rivolta a ciascun essere umano, a ciascun cristiano, nella misura in cui voglia realmente impegnarsi per vivere a pieno la propria fede, livellando difetti, mancanze, egoismi; sconfiggendo i moti interiori di ribellione, di violenza, di “occhio per occhio, dente per dente”. Tutte cose che possono (e dovrebbero!) rientrare nell'"ordinaria amministrazione" del nostro vivere l'esperienza di fede.
Il codice di Hammurabi, che ci fanno studiare a scuola fin da bambini, ci propone la “legge del taglione”, il Vangelo e le parole di Maria Santissima rivolte a Bernadette, dovrebbero invece farci capire questo: essere seguaci di Gesù significa diventare quel chicco di frumento che si lascia “sotterrare” nel e dall'amore di Dio, marcendo, macerando i propri limiti umani -con tutto il doloroso lavorio interiore che questo comporta- per poter portare frutto...e portarlo in abbondanza. Non guardiamo alle sofferenze dell'oggi, guardiamo alla felicità del domani. Le sofferenze quotidiane passeranno, la felicità eterna, sarà interminabile!
“Quel che occhio non vide, né orecchio udì, né mai salì fino a cuore di uomo, Dio ha preparato per coloro che lo amano” ( 1 Cor 2, 9 )
Come al solito, complimenti e ringraziamenti immensi per questa bella novena che ci hai fatto seguire! Anche le malattie vengono sopportate con l'aiuto della Vergine!!!
RispondiEliminaI miei sono solo pensierini, ma magari potranno ispirare a voi che leggete, cose ben piu' interessanti e profonde di quelle che scrivo io:)
RispondiEliminaSi, è vero, anche i malanni si sopportano meglio con l'aiuto della Mamma celeste, ma oggi volevo parlare anche di quelle cose che apparentemente non sembrano "doloretti" della vita cristiana e invece lo sono e fanno crescere molto, dandoci conoscenza di noi stessi e dei nostri limiti!