La scena del Calvario vede risuonare la parola "Padre" per due volte:
"Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno".
(Lc 23,34)
"Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" .
(Lc 23,46)
Ma nel grido di Gesù sulla Croce ritroviamo, implicitamente, ancora una volta la stessa parola:
"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".
(Mt 27,46)
Il Padre, dunque, è "presente" sul Golgota: è nel silenzio della notte oscura che avvolge Gesù, perché come ci insegnano i dottori mistici, è proprio in quell'oscurità che l'anima è maggiormente vicina a Dio; è presente nel momento in cui il Figlio Lo invoca per implorare perdono sui Suoi crocifissori e per affidarGli il Suo Spirito.
La Croce offre il miracolo di un Figlio che muore per amore: potrebbero mancare ad assisterLo Suo Padre e Sua Madre?
Così come Maria è ai piedi della Croce, così il Padre è presente.
Anzi, il Legno che ci salva è il culmine del compiacimento di Dio Padre nel Figlio, perché è esattamente il Sacrificio della Crocifissione e Morte di Gesù che manifesta non solo l'amore del Verbo verso gli uomini, ma anche del Verbo verso il Padre.
Per quale motivo, infatti, Gesù accetta di morire?
Per salvarvi...e per condurci a Dio Padre; per dare al Padre la grande gioia di riaccogliere tra le Sue braccia misericordiose i figli che erano dispersi.
Eppure, in una misteriosa specularità tra Padre e Madre, così come Maria non proferisce parola ai piedi della Croce, così il Padre tace.
Agisce, perché al buon ladrone perdona in Gesù e per mezzo di Gesù, i peccati commesi fino ad allora;
agisce perché accoglie lo Spirito del Figlio che muore;
ma nel silenzio in cui lo vediamo operare ritroviamo - ancora una volta - lo scotto che Cristo paga per tutti gli uomini.
Il silenzio del Padre non è soltanto una notte mistica, che Gesù affronta per sperimentare su di Sè il dolore delle purificazioni passive di tanti santi nel corso della storia.
E' anche il silenzio cosmico, universale, storico, di secoli e millenni di lontananza delle creature dal Creatore. E' il "riepilogo" in Cristo di tanti abbandoni, da parte degli uomini di tutti i tempi - passati, presenti e futuri - verso Dio Padre.
E' l'addossarsi di Cristo del peccato di idolatria e di indifferenza religiosa, in cui gli esseri umani o fanno di sé stessi e dei beni un dio, o - semplicemente - vivono senza fede alcuna, immersi nell'ateismo "razionale" e scientifico.
Il Padre non..."poteva" parlare: se in Cristo tutto il peccato del mondo doveva essere scontato...Dio "doveva" tacere.
Il Padre ha "rispettato" le regole della stessa Incarnazione: Cristo è nato per caricarsi delle colpe dell'uomo, Cristo ha patito per placare la giustizia divina.
Chi mai potrà immaginare il compiacimento doloroso del Padre verso un Figlio disposto a tanto, per amore Suo e nostro?
Riflettiamo su questa presenza silenziosa e operante del Padre attorno alla Croce.
Meditiamoci soprattutto quando ci capita di sentirci abbandonati da Dio ai nostri problemi, alle nostre preoccupazioni: impariamo da Cristo ad affrontare con fede i momenti in cui il Padre "tace", perché solo così ci potrà essere riservato quell' "abbraccio di Risurrezione" che certamente investì il Figlio Risorto, e poi asceso al Cielo, dopo tanto patire.
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