Nell'
anno del bicentenario della nascita di don Bosco ho deciso di preparare
una breve novena a San Giuseppe che dia qualche cenno sulla grande
devozione nutrita dal santo torinese per colui che è Sposo di Maria
Vergine e Padre Putativo di Gesù.
O Dio onnipotente,
che hai voluto affidare
gli inizi della nostra redenzione alla custodia premurosa di san Giuseppe,
per sua intercessione
concedi alla tua Chiesa
di cooperare fedelmente al compimento dell'opera di salvezza.
AMEN
La tela di San Giuseppe nella Basilica di M.Ausiliatrice su www.biesseonline.sdb.org |
"Nella crociera a sinistra avvi l'altare che sarà dedicato a S. Giuseppe; ma il quadro non era ancora al suo posto, l'artista Tommaso Lorenzoni lavorava a dipingerlo.
Esso avrebbe rappresentata la Sacra Famiglia.
La composizione era simbolica ed eccone il disegno.
S. Giuseppe è in piedi
sopra una nuvola, portando sul braccio sinistro il Bambino Gesù, il quale tiene
sulle ginocchia un panierino pieno di rose.
Il Bambino piglia le rose e le dà a
S. Giuseppe e questi inali mano le fa piovere sulla chiesa di Maria
Ausiliatrice che vedesi di sotto ed ha per sfondo le colline di Superga.
L'atteggiamento del Bambino è di una grazia singolare, perché, rivolto al suo
caro padre putativo, sorride a lui con infinita dolcezza.
A quel divino sorriso
sembra imparadisarsi il santo Patriarca e si direbbe che la celeste letizia del
Divino Infante si raddoppi col riflettersi in quell'amato volto.
A compiere
questo delizioso gruppo sta a lato del Bambino Gesù, ritta in piedi ed in bella
movenza, colle mani giunte, la sua santissima Madre, Maria, la quale in atto
divotissimo, e tutta rapita nella contemplazione di quel dolce scambio di
ineffabile amorevolezza tra il suo divin Figlio e il suo purissimo Sposo,
sembra fuori di sé per l'infinita gioia che le inonda il cuore.
Tre angioli, a
mani giunte, stanno a fianchi della S. Famiglia sospesi sulle loro ali; uno di
questi porta la verga fiorita. Sulla cima del quadro due altri angioletti
tengono per le estremità una fascia sulla quale sta scritto: Ite ad Joseph.
Così
descrisse il quadro lo stesso Don Bosco che ne aveva dato il disegno.
Don Francesco Giacomelli, già compagno di seminario del
Santo e dopo la morte del Teol. Golzio suo confessore, narrava come avendo
osservato che le rose che S. Giuseppe lasciava cadere dalle sue mani, erano
rosse e bianche, domandò a Don Bosco:
- Che cosa vogliono significare queste rose bianche e rosse? -
Egli non rispose, ed allora io gli dissi: - Mi pare che le rose bianche figurino le grazie che piacciono a noi, e le rose rosse quelle che piacciono più a Dio.
Che ne dici?
- Va bene, mi rispose, le rose rosse sono le migliori!”.
- Che cosa vogliono significare queste rose bianche e rosse? -
Egli non rispose, ed allora io gli dissi: - Mi pare che le rose bianche figurino le grazie che piacciono a noi, e le rose rosse quelle che piacciono più a Dio.
Che ne dici?
- Va bene, mi rispose, le rose rosse sono le migliori!”.
(Memorie Biografiche di don Bosco)
Quando si trattava di quadri, don Bosco amava fare le cose "in grande": la Sacra Famiglia di Torino occupa uno spazio di quattro metri per due.
L'opera fu realizzata da Lorenzone, lo stesso pittore dell'enorme quadro di Maria Ausiliatrice, quello che don Bosco avrebbe voluto ancora più maestoso di come oggi lo vediamo, e anche questo, ad ogni modo, da lui progettato, per essere una "predica vivente".
La tela di San Giuseppe è un concentrato di teologia e di devozione popolare.
Ci dimostra quale fosse la comprensione, da parte di don Bosco, dei privilegi e della maestà di questo grande santo, quale amore sublime leghi il Santo Patriarca a Maria Santissima e quale affetto filiale nutra Gesù nei suoi confronti.
Ci dimostra quale fosse la comprensione, da parte di don Bosco, dei privilegi e della maestà di questo grande santo, quale amore sublime leghi il Santo Patriarca a Maria Santissima e quale affetto filiale nutra Gesù nei suoi confronti.
La sposa guarda con infinita dolcezza e ammirazione il suo sposo ricolmo di virtù e di onori; Gesù con tenerezza indicibile gli porge le "grazie" da spargere sulla Chiesa di cui è Patrono; gli angeli lo attorniano e lo servono, come dimostra il fatto che uno di essi tenga la sua verga fiorita, per lasciare libere le mani del santo, impegnato a spargere le rose sulla Chiesa di Torino.
Quello che don Bosco volle descrivere in riferimento alla Basilica di Maria Ausiliatrice è una verità per tutta la Chiesa, di cui san Giuseppe è Patrono.
Nel pregarlo, ricordiamoci di affidargli i bisogni della Chiesa Cattolica e di invocare da lui sostegno nelle prove che ancora oggi l'intera comunità dei battezzati si trova ad affrontare, spesso proprio a causa della propria fede in Cristo.
Che possiamo dimostrare la nostra fedeltà al Signore tanto quando dall'Alto ci ricoprono "rose bianche", segno delle grazie da noi desiderate, quanto "rose rosse", simbolo del volere divino.
Che possiamo dimostrare la nostra fedeltà al Signore tanto quando dall'Alto ci ricoprono "rose bianche", segno delle grazie da noi desiderate, quanto "rose rosse", simbolo del volere divino.
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