O Dio onnipotente,
che hai voluto affidare
gli inizi della nostra redenzione
alla custodia premurosa di san Giuseppe,
alla custodia premurosa di san Giuseppe,
per sua intercessione
concedi alla tua Chiesa
di cooperare fedelmente al compimento dell'opera di salvezza.
AMEN
Il grande quadro di San Giuseppe presso la Basilica del Sacro Cuore a Roma.
L'opera è
di G. Rollini, che nella Chiesa romana si occupò anche di realizzare la
tela di Maria Ausiliatrice, posta di fronte a questa Sacra Famiglia
Don Bosco non redasse il testo completamente pensando ad un'opera totalmente "ex nova" nei contenuti: egli stesso lo dice nella prefazione.
Il testo voleva essere una vita del Santo attraverso quanto di lui avevano già scritto grandi autori cattolici (santi inclusi!), per offrire un excursus completo dell'esistenza terrena e dei privilegi e dignità di San Giuseppe.
Naturalmente lo scopo ultimo era di far conoscere per fare amare, quindi non potevano mancare le preghiere dedicate al santo.
Don Bosco introdusse in finale la novena in preparazione alla festa, per coniugare conoscenza, amore e devozione.
Interessante questo passaggio del libro:
"Il figliuol di Dio che ha
scelto Giuseppe per suo padre, per ricompensarne tutti i servigi e dargli in
cambio le dimostrazioni del più tenero amore nel tempo della sua vita mortale,
non l'ama meno in cielo di quello che lo amasse sopra la terra.
Felice di aver
l'intiera eternità per compensare il diletto suo padre di tutto quello che egli
ha fatto per lui nella vita presente, con uno zelo così ardente, con una
fedeltà così inviolabile ed un'umiltà tanto profonda.
Ciò fa che il divin
Salvatore è sempre disposto ad ascoltar favorevolmente tutte le sue preghiere,
ed a soddisfare a tutti i suoi desiderii".
Don Bosco conduce il lettore in una dimensione "divinamente affettiva" che coinvolge Gesù nei riguardi di San Giuseppe. L'intento è di far cogliere la delicatezza, la dolcezza, la riconoscenza del Figlio verso il padre. L'esistenza di un vero rapporto di filiazione che anima il cuore di Gesù nei confronti di colui che Dio Padre gli diede per padre...
Se Gesù, che è Dio, ama così tanto san Giuseppe, perché non dovremmo farlo anche noi?
Tanto più che, ci dice don Bosco, proprio in virtù di questo grande affetto il Figlio non nega nulla al padre.
Tutto il testo di don Bosco vuole sottolineare la dignità di un santo che non è un santo "a metà", ma che è pienamente inserito in quel grande mistero che è la Sacra Famiglia, in cui egli ebbe a custodire come vero sposo la più santa e la più pura delle donne - Sposa dello Spirito Santo - , ed il più santo ed il più puro dei figli -il Figlio di Dio -.
La dinamica della devozione a San Giuseppe non può prescindere da questo: se nessun santo esiste "a sé stante" rispetto a Dio, maggiormente san Giuseppe può essere realmente compreso e amato solo se lo si colloca in quella dimensione sublime che lo unisce per sempre - ed in modo unico - a Gesù e Maria.
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