mercoledì 16 aprile 2014

SETTIMANA SANTA: tempo per meditare - Il testamento di Gesù



"Donna, ecco tuo figlio"!
 "Ecco tua madre"!

Via Crucis- Giuseppe Allampresa-Pasquale Nava,  Roma
"E' questa un'ultima disposizione di Gesù, quasi un atto di adozione.
Egli è l'unico figlio di sua madre che, dopo la sua morte, rimarrebbe sola nel mondo.
Questo è dunque innanzitutto un gesto del tutto umano del Redentore che sta per morire.
Non lascia sola la madre, l'affida alla premura del discepolo a Lui molto vicino.
E così anche al discepolo è donato un nuovo focolare - la madre che si cura di lui e della quale egli si prende cura.

L'appellativo donna rinvia al racconto della creazione in cui il Creatore presenta ad Adamo la donna.
Adamo reagisce dicendo: Questa volta è osso delle mie ossa, carne della mia carne. La si chiamerà donna.... (Gen 2,23)
San Paolo ha presentato Gesù come il nuovo Adamo col quale l'umanità ricomincia in modo nuovo.

Giovanni ci dice che al nuovo Adamo appartiene nuovamente la donna che egli ci presenta nella figura di Maria".

(Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Gesù di Nazareth, pp.246-247) 




E' in virtù di questa "appartenenza" che Gesù "dispone" di Maria.
Questo concetto, questa idea quasi di un lascito testamentario, di un testamento di Cristo, viene evidenziata da due cose: da un lato, la parola "TESTAMENTO" etimologicamente rimanda a "TESTARI" e "MENTUM". "Attestare e dettare l'ultima volontà" e "mezzo-strumento".

Dall'altra, come spiega sempre Joseph Ratzinger nel suo libro, "la traduzione" della pericope "E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé" (Gv 19,27), "è ancora più forte; si potrebbe renderla più o meno così: egli l'accolse fra le proprie cose - l'accolse nel suo intimo contesto di vita".
Si legge infatti nella Nova Vulgata: "Et ex illa hora accepit eam discipulus in sua".
Entrare nel mistero del rapporto tra Gesù e Maria è leggere anche in queste righe di "consegna" da un Figlio all'altro, il dolore grande che alberga nel cuore di entrambi.
Il Figlio sta per lasciare questo mondo, in mezzo a sofferenze atroci e ancora ha la forza di pensare, quasi di "organizzare" e "dettare" le ultime volontà su colei che davvero è per Lui la creatura più cara al mondo. 
Gesù ci insegna che le vere "ultime volontà" non dovrebbero essere tanto una questione di beni materiali, ma principalmente di amore: come disponiamo delle cose in rapporto alle persone che ci sono state vicine, che ci hanno donato affetto, magari finanche la vita?
Come realizziamo questa organizzazione giorno dopo giorno, nel curare gli affari materiali, le nostre "cose" senza trascurare anche le relazioni d'amicizia, di parentela? E' un monito forte per tutti e quasi da vivere giornalmente.
Portando tutto ad un livello ancora più alto: se Maria è figura e tipo della Chiesa, secondo gli insegnamenti del Vaticano II, questo vuol dire che Gesù sta dettando le Sue ultime volontà anche sulla Chiesa.
Gesù ci "affida" la Chiesa. La Chiesa è nostra, sembra volerci dire, l'affido a voi sacerdoti, l'affido a voi discepoli.
Amatela, custoditela, date anche la vita per Lei, se fosse necessario.
Risuonano le parole di San Paolo: "come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei" (Ef 5,25)

C'è poi un altro punto di vista, quello della Donna, quello di Maria.
Nel dolore di un Figlio che muore, cosa può essere stato per lei il sentirsi affidare ad un altro figlio.... il suo cuore si sarà colmato di nuova gratitudine per tanto amore da parte di Gesù, ma anche della cocente consapevolezza di essere alle battute finali, alle disposizioni ultime, alle parole definitive.

La risposta di Maria è il silenzio, quel silenzio di chi medita ancora nel cuore, come agli inizi, tutte le parole sul Figlio, tutte le parole DEL Figlio. 
In questo scambio dialogico tra Maria e Gesù, in cui Egli parla e lei accoglie il Verbo nell'unica risposta possibile - quella del silenzio adorante e contemplativo - è racchiuso il senso, la misura del nostro essere membra viva della Chiesa viva: lasciamoci guidare da Colui che guida la Chiesa, lasciamoci accompagnare, fidiamoci di Dio.
Accettiamo con amore ed obbedienza, umiltà e collaborazione, la guida dei Pastori, dal più semplice parroco di campagna al Successore di Pietro.
Ascoltiamo, rispondiamo col silenzio a quel "Totalmente Altro" che va al di là di ogni comprensione umana, ma che Si è fatto Uomo come noi per renderci capaci di avvicinarci a Lui, se sapremo meditare nel cuore, come Maria.  
Se sapremo pronunciare anche i fiat dolorosi che il Signore vorrà chiederci.


 

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