venerdì 7 ottobre 2011

NOVENA A SANTA TERESA D'AVILA- Secondo giorno: nelle "privazioni spirituali" affidarsi a Dio!








O Santa Teresa di Gesù, che in terra hai tanto amato il tuo e nostro Dio ed ora in cielo lo ami con amore più puro e più grande: tu che hai sempre desiderato di vederlo amato da tutti gli uomini, ottieni, ti preghiamo, anche per noi la scintilla di questo santo amore. 
Fa' che tutte le nostre opere siano sempre impiegate nel compiere la volontà di Dio, che merita di essere infinitamente ubbidito e amato. 
Ottienici queste grazie, tu che tanto puoi presso di Lui, affinchè veniamo a goderLo con te, nella beata eternità del Paradiso. 

Amen








"A volte mi succede di veder sparire da me e cancellarsi perfino dalla mia mente, per la durata di tre, quattro o cinque giorni, tutti i buoni sentimenti, i fervori, le visioni e, pur facendo ogni sforzo di non riuscire ad avere consapevolezza che ci sia stato in me alcunché di buono.
Mi sembra di essere pronta a lottare contro tutti quelli che vogliano contraddirmi.

Ecco il cumulo delle amare sensazioni che provo, né io chiedo a Dio di trarmi fuori da questo stato, ma di lasciarmi sempre in esso, se tale è la sua volontà, purché mi tenga con la sua mano, onde evitarmi di offenderlo.
E mi uniformo al suo volere di tutto cuore, felice di riconoscere che è per la sua immensa misericordia se non mi trovo sempre in questo stato".


Ieri Santa Teresa ci ha dato un prezioso consiglio per aggirare lo "scoglio" degli affanni materiali...oggi ce ne da' un'altro per sviare da quelli....spirituali!
Anche se siamo seriamente impegnati nel nostro cammino di amicizia con Gesù, non siamo esenti da momenti di "fiacchezza" spirituale, siano essi dovuti alle nostre indisposizioni fisiche o effettivamente permessi da Dio come "prova" per saggiare la nostra fede.

Quando ci vediamo privi di ogni forza per resistere a queste nostre debolezze, quando non riusciamo a reperire in noi una briciola di "bene", pensiamo che, qualunque ne sia la causa, il nostro "guadagno" può essere il medesimo: dimostrare a Dio che Lo amiamo anche in questi stati così penosi per l'anima.
Se lo facciamo, non solo Gli diamo una effettiva e grande prova del nostro amore, ma anche della nostra obbedienza: ci uniformiamo alla Sua volontà, chiedendoGli non di liberarci subito, come noi vorremmo, ma "Padre, sia fatta la tua volontà...." ma non lasciarci cadere in questa tentazione che ci affligge!

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