SVUOTARSI
PER RIEMPIRSI
PER RIEMPIRSI
Meditazioni per la Settimana Santa
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli,
sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.
(Fil 2 6,11)
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Svuotarsi. Parola dai mille significati e delle mille situazioni.
C'è lo svuotamento di chi si sfoga lasciando straripare ciò che opprime il cuore, ciò che arrabbia, ciò che indigna;
c'è lo svuotamento di chi è "assalito" dalla vita con le sue delusioni, le sue sfide e le sue incompiutezze, così dolorose da far sembrare ogni cosa priva di senso;
c'è lo svuotamento per sfinimento, perché le abbiamo tentate tutte per far andare le cose in un certo verso... e non ci siamo riusciti;
c'è anche lo svuotamento per falso amore, quando si accetta di dismettere i propri panni per rivestirsi di quelli che l'altro desidera, non conformi a ciò che siamo, non rispondenti a ciò che sentiamo di voler diventare.
E poi c'è lo svuotamento per l'amore vero, cioè nel dono: quando accettiamo di donarci totalmente, senza riserve e per così come siamo e così come siamo chiamati a essere da Dio, nella risposta alla vocazione personale, ricevuta da lui.
È la scelta per la vita, quella di essere per gli altri, senza secondi fini, senza pretese di ottenere qualcosa in cambio.
È la scelta per la vita, quella di essere per gli altri, senza secondi fini, senza pretese di ottenere qualcosa in cambio.
Questo è lo svuotamento che vive Gesù, e in esso – ed ecco il paradosso che poi si comprenderà meglio nella Pasqua – non si può mai rimanere vuoti. Lo svuotarsi è solo una delle facce di una stessa medaglia. Ci si svuota per riempirsi d'altro.
In fin dei conti, questo Cristo lo aveva compreso, e a Pietro, preso dal timore di non guadagnare nulla dalla sequela, poteva affermare con sicurezza: «Non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi» (Mc 10, 29-31).
Gesù sa per esperienza personale cosa voglia dire lasciare tutto per amore della Verità. Sperimenta su se stesso cosa significhi svuotarsi per essere ricolmato.
Il Cristo uomo non è un Cristo vuoto: spendendosi totalmente rimane totalmente pieno di amore. Amore per il Padre, amore per gli uomini. È una pienezza che non si può semplicemente trattenere, perché va ben oltre la capacità contenitiva dell'uomo. Figuriamoci di un Uomo-Dio! L'amore vero è smisurato, capace di colmare se stessi di bastare anche per gli altri; suscettibile di crescita continua, come un impasto che lievita; come una macchia d'olio che si espande su un tessuto; come un otre riempito di mosto che fermenta.
Ecco il miracolo dello svuotamento di Gesù. Un miracolo che assume tante sfumature: pienezza di gratitudine, pienezza di preghiera, pienezza interiore, pienezza di lode, pienezza di denuncia dell'ingiustizia, pienezza del valore del Regno da annunciare.
Una pienezza che si perpetua fino al parossismo della Croce, dove realmente lo svuotamento di Cristo si fa anche fisico, nell'apertura del Cuore trafitto dalla lancia e da cui fuoriescono sangue e acqua, fino all'ultima goccia. Gesù ha accettato di svuotarsi di tutto ciò che aveva, anche della sua stessa vita biologica.
Tutto sembra finito, lo svuotamento è completo. Tutto si è compiuto. Ma compimento vuol dire portare alla pienezza, ecco perché il Golgota non è la scena finale della storia di Gesù. La Domenica di Pasqua quel Cristo svuotato della gloria e del potere che aveva da prima che il mondo fosse, sarà mostrato nello splendore della sua pienezza conquistata con l'obbedienza, l'umiltà, l'amore.
Ecco il miracolo del riempimento.
Lo stesso miracolo che attende ogni uomo, se nella sua sete di amore e di felicità, sa farsi dono per l'Altro e gli altri.
Lo stesso miracolo che attende ogni uomo, se nella sua sete di amore e di felicità, sa farsi dono per l'Altro e gli altri.
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