"In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti.
All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi.
Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”.
Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”.
Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone.
Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”.
Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia.
Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”»".
Il Vangelo di oggi (Lc 14,15-24) è ricco di simbologie eucaristiche, escatologiche...e vocazionali: compare in esso un riferimento ad un banchetto, poi definito come "cena" ed al contempo vi ritroviamo gli elementi del campo, dei buoi e delle nozze.
La cena per eccellenza è proprio la "Santa Cena", quella in cui fu istituita l'Eucaristia, il dono del Padre all'umanità intera: l'offerta, il sacrificio del Figlio.
Il richiamo a questo banchetto è fortemente liturgico, rimandando alle parole che il sacerdote pronuncia al momento della consacrazione:
"PRENDETE E MANGIATENE TUTTI:
QUESTO E' IL MIO CORPO
OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI"
e
"PRENDETE, E BEVETENE TUTTI:
QUESTO E' IL CALICE DEL MIO SANGUE
PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA,
VERSATO PER VOI E PER TUTTI
IN REMISSIONE DEI PECCATI"
Nella pagina lucana abbiamo ascoltato la frase "Venite è pronto": l'Eucaristia ci viene -in un certo senso- offerta su un piatto d'argento.
Così pure la Vita Eterna: se solo sappiamo accogliere il dono ed impegnarci per meritarlo alla fine dei nostri giorni!
Cristo si è immolato per noi, nascendo nella "pienezza del tempo" (Gal 4,4), morendo e risuscitando.
A noi rimane da accogliere l'invito, prendere il posto che Lui è andato a prepararci, in questa vita (la nostra partecipazione all'Eucaristia) e nella futura (la nostra gloria in Cielo).
"E' PRONTO": sembrerebbe tutto facile...
Qualcuno si è già preso la briga di preparare tutto per noi, di farci trovare la tavola apparecchiata, le vivande nel piatto, i servi a nostra disposizione....
Ma la chiamata (ogni chiamata! anche quella più "basilare", cioè la vocazione alla santità) implica una risposta, che può essere positiva...o negativa.
Ecco che è possibile spiegare il rifiuto degli invitati, che nel brano del Vangelo di oggi, disdegnano il richiamo al banchetto!
La Liturgia della Parola ci parla di campi, buoi e nozze.
Non è una terna "casuale": rimanda fortemente al "tesoro nel campo" (Mt 13,44); a colui "che mette mano all'aratro" (Lc 9,62); e allo Sposo che viene (Mt 25, 1-12...la parabola delle dieci vergini)....
Le tre parabole richiamate sono, in un certo senso, il compendio di ogni vocazione, perché racchiudono la nostra chiamata al REGNO DI DIO, sia quello che è presente in mezzo a noi (Gesù Eucaristia), sia a quello che raggiungeremo nell'Aldilà.
Volendo solo lasciare qualche spunto di meditazione:
- il tesoro nel campo (Mt 13,44) riguarda in via immediata la vocazione alla vita cristiana, alla sequela "ordinaria" di Cristo già su questa terra. L'unico campo che valga veramente la pena di coltivare è quello in cui troviamo la perla nascosta...: che senso ha lasciare quel campo per andare alla ricerca di altri?
- I buoi sono maggiormente legati alla vocazione per eccellenza, alla chiamata ad uno stato di vita secondo i consigli evangelici (o quantomeno a quello del celibato per il Regno dei cieli) : "Nessuno che mette mano all'aratro, e poi si volge indietro, è adatto per il Regno di Dio" (Lc 9,62). Se si comincia un cammino di maggiore perfezione, anche davanti ad una strada in salita, non possiamo trovare scorciatoie più "semplici": l'aratro lo tirano i buoi, è vero, ma in questo caso siamo noi che siamo chiamati a farci buoi, a trainare con forza e fiducia i mezzi che il Signore ci offre per arare il nostro campo!
- Il richiamo, infine, alla parabola delle vergini sagge e di quelle stolte (Mt 25, 1-12), è un po' il riassunto di tutti questi aspetti: la nostra vita terrena, qualunque sia la vocazione specifica ricevuta, deve essere preparazione e attesa alle e delle nozze eterne con Colui che è l'Unico e Vero Sposo, Cristo Signore. Addurre come scusa, per disertare il banchetto, di altre nozze, significa gettare al vento tutto quello che Dio ci offre, renderci come dormienti rispetto ai veri beni della Vita Eterna, dedicandoci invece ai piaceri della vita.
La conclusione del Vangelo di oggi dovrebbe farci riflettere: se ignoriamo i ripetuti appelli alla conversione, alla sequela dinamica e fedele, all'attesa fiduciosa dello Sposo che verrà.... il Signore agirà come nella parabola dei talenti.
Li toglierà a chi li ha lasciati infruttuosi e li darà ad altri....
Non è casuale, infatti, che la parabola dei talenti segua, nel Vangelo di Matteo, proprio quella delle dieci vergini.
A noi la scelta: Dio sarà felice di vederci saggi e fedeli amministratori dei beni ricevuti,perché saranno "beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli;
in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli".
(Lc 12,37)
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