domenica 3 giugno 2012

E AVRAI UN TESORO IN CIELO.... -prima parte-



Il Vangelo che la Liturgia ci offre nel ritornare al tempo ordinario è particolarmente incisivo: si tratta di Mc 10,17-27, che ci presenta l'episodio meglio conosciuto con il titolo del "Giovane ricco", secondo la definizione che si ritrova in Mt 19,16-22.

La pagina marciana è molto intensa, per molti versi più delle altre due in cui troviamo il medesimo episodio (anche Luca, al capitolo 18, riporta il racconto di questo avvenimento).
Ci sono dei "dettagli" che in una rilettura pacata, meditata di questo brano, possono aiutarci a cogliere tutta la portata del "dramma umano" della scelta e dell'invito di Gesù.
In una parola sola, la TENSIONE fra la chiamata e la risposta.
Tuttavia, un'analisi  combinata dei tre brani sarà utile per integrare nei suoi vari aspetti questo episodio.

Il vangelo di Marco parte da un dettaglio "spaziale": Gesù sta camminando per la strada...quand'ecco che un tale, proprio l'uomo ricco, gli corre incontro e si getta in ginocchio davanti a lui.

Non sono elementi di poco conto: Gesù passa per le strade delle nostre vite, cammina come ha sempre camminato e probabilmente noi Lo abbiamo anche sempre seguito, o Lo seguiamo comunque da un certo periodo di tempo.
Eppure, arrivati a questo punto, l'uomo ricco sente un bisogno "impellente", ma quasi inconscio: non si accontenta più di tenere il passo degli altri discepoli, di stare dietro a Gesù.
Gli corre incontro, aumenta la sua velocità, si porta "davanti" a Cristo.
Potremmo dire: si fa notare....ma in realtà cerca di farsi notare perché sente dentro un "pungolo"...qualcosa che non lo fa stare tranquillo.

Infatti si getta in ginocchio: lui, il notabile ricco (secondo il Vangelo di Luca), un uomo rispettato in società nonostante la giovinezza, un uomo che può avere tutto quello che desidera, perché non ha problemi di "portafoglio.... l'uomo del Vecchio testamento, che ha osservato gelosamente i comandamenti dell'Antica Legge...cade ai piedi del Signore.
Lo chiama "MAESTRO BUONO", quindi vede in Lui un Rabbì,  ma quel cadere in ginocchio connota il suo passo in avanti: Gesù -per lui- non è un semplice "Maestro", ma IL Maestro...il Figlio di Dio!
Riconosce infatti in Lui gli stessi attributi di Dio, primo fra tutti, la BONTA'.
La risposta di Gesù non è quindi un "declinare" quanto Gli spetti, ma serve a noi per capire il cambiamento di rotta che sta vivendo il protagonista di questo brano evangelico.
Riconoscere Gesù come buono, pur sapendo che Dio solo è buono, ci conferma in quanto sopra detto: l'uomo afferma, col suo gesto e con le sue parole, di aver riconosciuto in Cristo proprio il Messia, tanto da definirLo come si definisce Dio!

Poi, il giovane ricco compie un altro passo. 
Gli rivolge una domanda che è ancora la spia del suo pungolo interiore che lo attanaglia: "Cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna"?
IN EREDITA'.....come la ricevono i FIGLI! E noi, in Cristo, siamo FIGLI DI DIO!

Il notabile giovane ricco ha -seppure ancora in maniera confusa- capito che non esiste solo la ricchezza materiale, di cui già è pieno e ha anche compreso che sebbene un'eredità si acquisti per "diritto" in virtù della figliolanza, si corra tuttavia il rischio di "rifiutarla".
L'eredità celeste è un bene che è nostro se noi lo VOGLIAMO ricevere.
L'eredità celeste possiamo iniziare a goderla anche qui, ma possiamo anche dissiparla a partire da qui...come fa il figlio prodigo quando prende quanto gli spetta e sperpera tutto, lontano dalla casa del Padre.
L'eredità Dio ce la offre gratuitamente, ma ci lascia liberi di rispondere: "ACCETTO" oppure "RIFIUTO"!

Gesù, al giovane ricco, risponde con quello che potremmo definire l'ABC della vita cristiana: i dieci comandamenti....quello che era valido per gli antichi ebrei, ma che di fondo lo è anche oggi per noi.
Vivi secondo la legge di Dio...e l'eredità è tua.

Eppure, proprio a questo punto si manifesta in maniera totalmente chiara tutto il dramma interiore di un uomo giovane, ricco, abituato al lavoro intellettuale, fra agi e ricchezze, che sente una spinta interiore a fare di più....ma si trova nella condizione psicologica e umana di una "non completa maturazione spirituale", per cui, pur riconoscendo Gesù come Signore, non è ancora in grado di dare il suo SI' in pienezza.
Nel giovane ricco c'è poi anche l'aspetto "sociale": rompere con l'Antico Testamento...e passare al Nuovo...

Quest'uomo è arrivato fino a Gesù, ha capito che gli manca qualcosa per essere completamente felice, si è buttato ai piedi di Cristo...Gli ha rivolto delle domande...
vuole l'eredità del Cielo, il TESORO del Cielo, la VERA RICCHEZZA...e Gesù gli dice :ti basta seguire la Legge...

Ma l'uomo non sembra accontentarsi di questa risposta...e dice di aver fatto sempre quello che il Cristo gli ha suggerito.
In sostanza, il giovane ricco SENTE che DEVE, che POTREBBE fare dell'altro...che a lui questo NON BASTA....

Quanto è bella la libertà che il Signore ci lascia: Gesù non forza il giovane ricco...ma gli offre, come prima risposta, quella di una normalissima vita di buon osservante....
E' la stessa libertà che offre anche a noi: segui i comandamenti, vivi da buon cristiano...e l'eredità sarà tua....

Quanto è bella la semplicità di un Dio che aspetta che sia proprio il suo interlocutore a spingersi oltre a chiedere cosa sia il "di più"...

allora, ancora più bella è la risposta gestuale del Cristo, che "fissatolo, lo amò"...

Ecco, a questo punto, il Signore vede in noi un barlume di "risposta", un accenno ad un desiderio di perfezione maggiore...e si spinge oltre, ci guarda, ci "fissa": scava dentro di noi, scava col Suo Cuore dentro al nostro cuore; entra col Suo Cuore Umano e Divino nel nostro povero cuore di carne e ci fa sentire il Suo Amore.
Un Amore speciale, superiore a qualunque altro amore; un Amore totale e totalizzante...avvincente, seducente, un Amore che va oltre ogni aspettativa umana di affetto.

E' stupendo questo modo di fare di Dio: non ci chiede nulla senza prima averci quasi dato un "pegno", un "assaggio" di quell'eredità celeste che Gli stiamo chiedendo!
Ci dice: se vuoi l'eredità ti basta seguire la legge di Dio, ma se vuoi un posto ancora più speciale accanto a me....   "Va, vendi tutto quello che hai...poi vieni e seguimi"!

Qui si manifesta il dramma totale, completo, consumato: il giovane ricco, che da sempre ha scrupolosamente seguito l'Antica Legge, si è formato uno "status" da cui trova difficile uscire.
Ha "creato" un "modello di IO" che non riesce ancora a concepire come "accantonabile".
La vera ricchezza che l'uomo deve lasciare per essere felice -quando è chiamato- non è tanto e  non solo quella materiale, ma tutto il suo "modello" di persona fino ad allora "coltivato".

Gesù chiede al ricco del Vangelo di dismettere i panni di uomo abituato a non aver bisogno di niente e nessuno; di svestirsi dei panni della persona rispettata e temuta per la propria posizione sociale, magari anche la propria idea di farsi una bella famiglia....
Gesù chiede al giovane uomo ricco di non valutarsi più secondo i propri canoni decisionali, ma di lasciare a Lui il compito di plasmarlo....e gli offre, per un attimo, quello splendido gesto, quello sguardo, in cui lo fa sentire "avvolto" dall'Amore esclusivo di Dio....

E nonostante tutto... scatta il NO dell'uomo chiamato.
Qui scatta il "vorrei, ma non sono pronto"....e l'uomo, che pure capisce di perdere qualcosa di seriamente importante...gira i tacchi e se ne va.
TRISTE, perché aveva molti beni.
Eppure, proprio questa tristezza è l'indice di un "pungolo" che non ha ancora smesso di scavare nel cuore di questo giovane....perché se non avvertisse il desiderio di un "di più" non avrebbe in sé neanche quell'espressione affranta sul volto!

E allora è bello notare la conclusione del Vangelo come un finale aperto, sia da parte del giovane ricco, che di Gesù.
"Niente è impossibile a Dio", ci dice il Signore.
E il giovane che se n'è andato triste...per via delle ricchezze che gli veniva difficile lasciare...forse avrà ripensato con "nostalgia" a quello sguardo amorevole del Signore...
forse avrà "meditato" lungamente, nel segreto del suo cuore, su quanto aveva ascoltato dal "Maestro buono"....
forse, alla fine, avrà venduto i suoi beni, si sarà spogliato delle sue "ricchezze dell'io" e sarà nuovamente corso incontro a Cristo, per la strada, cadendo ai Suoi piedi ed offrendogli il suo SI' di discepolo innamorato!





PREGHIERA DI BENEDETTO XVI PER LE VOCAZIONI

Beata sei tu, Maria
Vergine dal cuore infinito.
Intuisci con affetto di Madre
le segrete attese di ogni persona,
che cerca il senso autentico
della propria Chiamata.
Incoraggia con cuore di Madre
il profondo desiderio di ogni vita,
che sa farsi
dono e servizio nella Chiesa.
Donaci la tua mano dolce,
quando la strada delle scelte
si fa ardua e faticosa.
Donaci la tua fede trasparente,
quando il nostro cuore
è dubbioso ed inquieto.
Donaci la tua preghiera fiduciosa
per capire,
per partire,
per servire.
Vergine Madre, semplice nel cuore.
Vergine Sorella, sostegno nel cammino.
Vergine Amica, infinito Sì all’Amore.
Intercedi per noi sante Vocazioni,
dono gioioso della Carità di Dio.
Amen


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