venerdì 30 settembre 2011

NOVENA A SANTA TERESA DI LISIEUX- Nono giorno: "Cieco e ignora il calcolo"!



O Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Dottore della Chiesa, che nella tua breve esistenza sei stata esempio di angelica purezza, di forte amore e di generoso abbandono a Dio, volgi uno sguardo di compassione a noi che confidiamo in te.
 Fa' tuoi i nostri desideri, e rivolgi per noi una parola alla Vergine Maria di cui fosti figlia prediletta e "che ti sorrise sul mattino della vita". 
Dille che, come Madre di Dio e degli uomini, ci ottenga con la sua potente intercessione la grazia che tanto desideriamo, e che l'accompagni con una benedizione che ci fortifichi in vita, ci assista in morte e ci conduca alla beata eternità. 
Amen.


Nel corso di questa novena, Teresina, tramite la sua cara amica Suor Maria della Trinità, ci  ha aiutato a comprendere meglio la "piccola via".
A questo punto possiamo cominciare a rimboccarci seriamente le maniche per iniziare o proseguire il nostro cammino sulla strada dell'infanzia spirituale.
Non saremo esenti da cadute, ma una cosa ci deve far sempre rialzare: la fiducia nel nostro Gesù, che non guarda alle mancanze, ma alla buona volontà ed all'Amore!

Ecco cosa ci ha lasciato scritto proprio l'amica di Teresina:
"Io le chiedevo se Nostro Signore non fosse scontento di me, vedendo tutte le mie miserie.
Mi rispose:

Rasicuratevi: colui che avete preso per sposo ha certamente tutte le perfezioni desiderabili, ma, oso dirlo, ha nello stesso tempo una grande infermità: è cieco!
E non conosce una scienza: il calcolo!
Questi due grandi difetti, che sarebbero delle lacune molto spiacevoli in uno sposo mortale, rendono il nostro infinitamente amabile.
Se ci vedesse chiaramente e sapesse calcolare, credete che di fronte a tutti i nostri peccati, non ci farebbe ritornare nel nulla?

No, il suo amore per noi lo rende realmente cieco!

Riflettete piuttosto: se il più grande peccatore della terra, pentendosi dei suoi peccati in punto di morte spirasse in un atto d'amore, subito il nostro sposo, senza calcolare da una parte le numerose grazie di cui questo infelice ha abusato, dall'altra tutte le sue colpe, guarderebbe solo alla sua ultima preghiera e lo riceverebbe senza indugiare tra le braccia della sua misercordia.
Ma per renderlo cieco ed impedirgli di fare il più piccolo calcolo, bisognerebbe saperlo prendere dalla parte del cuore; è quello il suo lato debole...."

Impegniamoci in quest'ultimo punto: prendiamo Gesù dal lato del Suo CUORE: amiamolo, amiamolo tanto, confidiamo in Lui, a Lui corriamo quando cadiamo.
Egli allora ci risolleverà da terra, senza guardare alle nostre mancanze!
Chiediamo a Santa Teresina, che ci ha accompagnato con i suoi preziosi consigli nel corso di questa novena, di aiutarci ad amare sempre di più il nostro Gesù!

giovedì 29 settembre 2011

NOVENA A SANTA TERESA DI LISIEUX- Ottavo giorno: non tralasciamo la preghiera!



O Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Dottore della Chiesa, che nella tua breve esistenza sei stata esempio di angelica purezza, di forte amore e di generoso abbandono a Dio, volgi uno sguardo di compassione a noi che confidiamo in te.
 Fa' tuoi i nostri desideri, e rivolgi per noi una parola alla Vergine Maria di cui fosti figlia prediletta e "che ti sorrise sul mattino della vita". 
Dille che, come Madre di Dio e degli uomini, ci ottenga con la sua potente intercessione la grazia che tanto desideriamo, e che l'accompagni con una benedizione che ci fortifichi in vita, ci assista in morte e ci conduca alla beata eternità. 
Amen.


Per rimanere fedeli alla piccola via, mantenersi sempre pronti al "combattimento" è necessaria una cosa fondamentale: la preghiera.
La preghiera è quell'arma potente che ci consente veramente di accrescere il notro abbandono in Dio, molto prima e molto più che il nostro desiderio di sacrificio.
Al contrario, se volessimo semplicemente ricorrere al sacrificio senza la preghiera, rischieremmo di cadere dalla padella nella brace, preferendo, per così dire, l'azione umana al rendimento di grazie al Signore.
E' dunque necessario porre le due cose in stretta correlazione, ma anche nella giusta "scala" di importanza: prima l'orazione, poi il sacrificio.

Ecco cosa ricorda Suor Maria della Trinità:

"Un giorno, in cui volevo privarmi dell'orazione per dedicarmi ad un lavoro urgente, mi disse: salvo una grande necessità, non chiedete mai il permesso di mancare agli esercizi della Comunità per un qualsiasi lavoro: quello è un sacrificarsi che non può far piacere a Gesù.
La vera dedizione è di non perdere un minuto e di impegnarsi completamente durante le ore destinate al lavoro".

Nel nostro caso, Santa Teresina ci invita a non rinunciare mai alla Messa domenicale ed alla preghiera quotidiana personale e/o in famiglia.
Quelli sono i nostri momenti di incontro con Gesù, nostra vera forza per  il cammino dell'infanzia spirituale.
Gli altri piccoli sacrifici che ci verranno richiesti momento per momento, compiamoli nel resto della giornata, cercando di far fruttare al massimo i tempi del lavoro, senza sprecare tempo!
Così ne ricaveremo anche un ulteriore beneficio: impareremo che poiché il tempo è un dono del Signore, nessun istante va sprecato.
In ogni singolo secondo Dio ci chiede di dare il massimo, sapendo che una volta passato, quel momento sarà "perso" se non lo avremo sfruttato a gloria del Signore e per il nostro bene.
Che Teresina ci aiuti a mettere in pratica anche questo suo nuovo consiglio!
 

mercoledì 28 settembre 2011

NOVENA A SANTA TERESA DI LISIEUX- Setimo giorno: Umiltà nella piccola via



O Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Dottore della Chiesa, che nella tua breve esistenza sei stata esempio di angelica purezza, di forte amore e di generoso abbandono a Dio, volgi uno sguardo di compassione a noi che confidiamo in te.
 Fa' tuoi i nostri desideri, e rivolgi per noi una parola alla Vergine Maria di cui fosti figlia prediletta e "che ti sorrise sul mattino della vita". 
Dille che, come Madre di Dio e degli uomini, ci ottenga con la sua potente intercessione la grazia che tanto desideriamo, e che l'accompagni con una benedizione che ci fortifichi in vita, ci assista in morte e ci conduca alla beata eternità. 
Amen.



La piccola via è cammino di semplicità, anzi, potremmo dire di "semplificazione": come disse una consorella a Santa Teresina, più si diventa piccoli, più si diventa "semplici".
Essere piccoli vuol dire abbandonare poco per volta, molte zavorre che di norma ci portiamo dietro: preferenze personali, moti di egoismo, tempi di libertà, istinti del carattere.
Teresina era ben consapevole di questo lavoro di progressiva "riduzione dell'io" per far posto a Dio, e perciò era altrettanto consapevole del principale nemico che si posa incontrare nel seguire la via dell'infanzia spirituale.

Ecco cosa scrisse in proposito Suor Maria della Trinità:
"Non cessava di mettermi in guardia contro il demonio dell'orgoglio: Gira incessantemente attorno a noi - mi diceva-.
Ci si illude, ci si ottenebra così facilmente....

Quello che preserva è l'essere ad ogni istante nella disposizione di accettare umilmente di essere rimproverata, anche se non si ha consapevolezza di aver avuto torto e soprattutto il non scusarsi interiormente.

L'umile pace che ne conseguirà sarà la ricompensa del nostro sforzo.
Per noi è bene ed anche necessario vederci talvolta a terra, constatare la nostra imperfezione; questo fa bene più del gioire dei nostri progressi.
Per aiutarci, ripetete con fiducia questa preghiera, particolamente nel momento della lotta:
Gesù dolce e umile di cuore, rendete il mio cuore simile al vostro.
Subito sentirete il sollievo e la forza di praticare l'umiltà".

Facciamo nostro il consiglio di Teresina: quando sentiremo venire meno il coraggio e quando i moti "ribelli" della natura spingeranno maggiormente verso la superbia, la rivolta, la parola contro la carità, imploriamo al Signore di donarci il Suo Cuore: un Cuore umilissimo, che ha sopportato insulti, sputi, percosse, senza mai emettere un gemito di lamento! 

martedì 27 settembre 2011

NOVENA A SANTA TERESA DI LISIEUX- Sesto giorno: Combattere senza coraggio



O Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Dottore della Chiesa, che nella tua breve esistenza sei stata esempio di angelica purezza, di forte amore e di generoso abbandono a Dio, volgi uno sguardo di compassione a noi che confidiamo in te.
 Fa' tuoi i nostri desideri, e rivolgi per noi una parola alla Vergine Maria di cui fosti figlia prediletta e "che ti sorrise sul mattino della vita". 
Dille che, come Madre di Dio e degli uomini, ci ottenga con la sua potente intercessione la grazia che tanto desideriamo, e che l'accompagni con una benedizione che ci fortifichi in vita, ci assista in morte e ci conduca alla beata eternità. 
Amen.




Teresina ci ha dato molte indicazioni su come raccogliere molteplici occasioni per esercitarci nelle virtù, secondo il metodo dell'infanzia spirituale.
Le occasioni sono "spicciole", alla portata di tutti, ma il lavorio costante che richiedono è impegnativo e la santina ne è sempre stata consapevole.
Non tutti i giorni le nostre disposizioni d'animo sono identiche: a volte possiamo essere stanchi fisicamente, altre volte indisposti proprio nello ...spirito, impigriti, senza coraggio!

Teresina ne era cosciente ed ecco cosa disse alla sua amica Suor Maria della Trinità che si affliggeva "del poco coraggio; la mia cara piccola sorella mi dise:
Voi vi lamentate di ciò che dovrebbe essere motivo della vostra più grande
felicità.
Dove sarebbe il vostro merito, se doveste combattere solo quando ne sentite il coraggio?
Che cosa importa che voi non ne abbiate, purché vi comportiate come se ne aveste?
Se vi sentiste troppo debole per unire un capo di filo e tuttavia lo fate per amore di Gesù, avreste più merito che se compiste un'azione molto più importante, in un momento di fervore.
Invece di rattristarvi, rallegratevi dunque nel vedere che, nel lasciarvi sentire la vostra debolezza, il buon Gesù vi offre l'opportunità di salvargli un maggior numero di anime"!

Insomma: la nostra mancanza di coraggio è un ulteriore coefficente che "alza" il valore del nostro combattimento, lo rende più prezioso agli occhi di Dio, perché se facessimo le cose solo "sentendole" non ne avremmo alcun merito!
Se invece dimostriamo il nostro amore a Gesù quando siamo "deboli" e svogliati, la Sua ricompensa sarà maggiore, perché terrà conto del nostro sforzo ulteriore!


"Quando sono debole è allora che sono forte"! (2Cr 12,10)
 

lunedì 26 settembre 2011

NOVENA A SANTA TERESA DI LISIEUX- Quinto giorno: ricreare le altre!


O Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Dottore della Chiesa, che nella tua breve esistenza sei stata esempio di angelica purezza, di forte amore e di generoso abbandono a Dio, volgi uno sguardo di compassione a noi che confidiamo in te.
 Fa' tuoi i nostri desideri, e rivolgi per noi una parola alla Vergine Maria di cui fosti figlia prediletta e "che ti sorrise sul mattino della vita". 
Dille che, come Madre di Dio e degli uomini, ci ottenga con la sua potente intercessione la grazia che tanto desideriamo, e che l'accompagni con una benedizione che ci fortifichi in vita, ci assista in morte e ci conduca alla beata eternità. 
Amen.




Ecco cosa ricorda ancora Suor Maria della Trinità: "Durante la ricreazione, più che altrove, diceva la notra angelica Maestra, troverete l'occasione per praticare la vostra virtù.
Se volete ricavarne un gran profitto non andateci con il pensiero di ricrearvi, ma con quello di ricreare le altre; esercitate lì un vero distacco da voi stessa.
Per esempio, se raccontate ad una delle vostre sorelle una storia che vi sembra interessante e quella vi interrompe per raccontarvi un'altra cosa, ascoltatela con interesse, quand'anche non vi interessasse affatto, e non cercate di riprendere la vostra conversazione precedente.
Comportandovi così, uscirete dalla ricreazione con una grande pace interiore e rivestite di una forza nuova per praticare la virtù, perché non avrete cercato di soddifarvi, ma di far piacere alle altre.
Se si sapesse quanto si guadagna a rinunciare a se stessi in ogni cosa"!

Noi non disponiamo, probabilmente, dell'occasione specifica che Teresina indica all'amica Suor Maria, ossia le "ricreazioni", tipici momenti di convivialità che, nel Carmelo, assolvono al duplice scopo pratico e "spirituale" di evitare che la vita del silenzio sia troppo rigida, garantendo al contempo la maggiore comunione fraterna fra le consorelle e la comunicazione delle notizie importanti.
Possiamo però sfruttare molte altre occasioni nelle quali mettere in atto il consiglio della Santina: il pranzo consumato asieme ai nostri familiari può trasformarsi in un momento di "concentrazione sull'altro" invece che su noi stessa, imparando così a mettere da parte il nostro"ego" ed esercitando magari le virtù della pazienza, della carità, anche del consiglio.

Può essere occasione adatta anche quella di una visita che riceviamo o facciamo, in cui non riusciamo magari a parlare tanto noi, quanto ad ascoltare gli altri....

Gesù ci dirà: "qualunque cosa avrete fatto ad uno di questi piccoli, l'avrete fatto a me"!
E ci guadagneremo anche nella misura in cui riusciremo a rinunciare all'orgoglio, che ci spingerebbe troppe volte a voler essere al centro dell'attenzione, mentre il consiglio di Teresina è: esercitate la carità con gli altri e mortificate voi stessi!
Piccoli sacrifici da offrire a Gesù!

domenica 25 settembre 2011

NOVENA A SANTA TERESA DI LISIEUX- Quarto giorno:la mortificazione nascosta



O Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Dottore della Chiesa, che nella tua breve esistenza sei stata esempio di angelica purezza, di forte amore e di generoso abbandono a Dio, volgi uno sguardo di compassione a noi che confidiamo in te.
 Fa' tuoi i nostri desideri, e rivolgi per noi una parola alla Vergine Maria di cui fosti figlia prediletta e "che ti sorrise sul mattino della vita". 
Dille che, come Madre di Dio e degli uomini, ci ottenga con la sua potente intercessione la grazia che tanto desideriamo, e che l'accompagni con una benedizione che ci fortifichi in vita, ci assista in morte e ci conduca alla beata eternità. 
Amen.

Teresa e le sue consorelle nella lavanderia del Carmelo, luogo che per la Santina era veramente occasione di esercizio di carità eroica e silenziosa!

Scrive Suor Maria della Trinità, nella deposizione al processo: "Suor Teresa di Gesù Bambino era molto mortificata, ma di una mortificazione amabile, che non si faceva notare".

Perché?
 
Potremmo dire per due motivi: il primo era proprio legato al suo intento di esere "piccola":una piccola anima è nascosta agli occhi degli uomini, ma non aquelli di Dio.
E il Padre, che tutto vede, ricompensa anche quanto non è visbile ad occhio umano.
"Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra" (Mt 6,3).

Il secondo motivo è il seguente: se si pratica la mortificazione "silenziosa", possiamo doppiamente esercitare la carità: non facciamo pesare la nostra azione buona su altre persone, magari mettendole a disagio tanto da doverci...ringraziare; ma al contempo ci evitiamo spiacevoli tentazioni d'orgoglio, che sicuramente ci coglierebbero se fossimo "lodate" per le nostre buone azioni.
E poi, quante occasioni di mortificazioni silenziose perderemmo, se sbandierasimo ai quattro venti le nostre azioni!

Suor Maria della Trinità scirve ancora:
"per l'intimità delle nostre anime e dei consigli che mi dava, mi era facile scoprire i suoi atti di virtù nascosti.
E' così che nei lavori comuni la vedevo assumere di preferenza la parte più difficile, la meno attraente.
Un giorno le chiedevo che cosa fosse meglio, se andare a sciaquare la biancheria con l'acqua fredda o rimanere a lavare con l'acqua calda nella lavanderia.
Mi rispose:
Oh, non è difficile da sapere!
Quando vi costa andare all'acqua fredda, è segno che questo costa anche alle altre, perché sentiamo tutte presssapoco le stesse cose: allora andateci voi.
Se, al contrario, fa caldo, restate preferibilmente nella lavanderia.

Prendendo i posti brutti, si pratica sia la mortificazione per sé, sia la carità per le altre, poiché si lasciano a loro i posti migliori".

Anche noi abbiamo molteplici occasioni per approfittare di questa carità "nascosta", ma molto fruttuosa: se ci occupiamo dei lavori di casa insieme ad altre persone, possiamo cercare di prendere per noi i più faticosi, magari approfittando dell'assenza della nostra "aiutante" per svolgerli e quindi farli senza metterci in mostra.
Se ci occupiamo della cucina possiamo cedere le parti migliori del pranzo agli altri...e via dicendo...
Sul lavoro ci possiamo offrire per alcune incombenze poco gradevoli, come andare a parlare con persone non facili da trattare....
Sono cose "spicciole", ma che se fatte con amore, come dice Teresina, hanno un duplice vantaggio: ci fanno crescere sia nella carità, sia nella pazienza.
Che Santa Teresina ci aiuti quotidianamente a scoprire queste piccole e numerose occasioni di mortificazione ed a saperle sfruttare per il nostro bene spirituale ed a maggior gloria di Dio!
 

sabato 24 settembre 2011

NOVENA A SANTA TERESA DI LISIEUX- Terzo giorno: Non adirarsi interiormente



O Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Dottore della Chiesa, che nella tua breve esistenza sei stata esempio di angelica purezza, di forte amore e di generoso abbandono a Dio, volgi uno sguardo di compassione a noi che confidiamo in te.
 Fa' tuoi i nostri desideri, e rivolgi per noi una parola alla Vergine Maria di cui fosti figlia prediletta e "che ti sorrise sul mattino della vita". 
Dille che, come Madre di Dio e degli uomini, ci ottenga con la sua potente intercessione la grazia che tanto desideriamo, e che l'accompagni con una benedizione che ci fortifichi in vita, ci assista in morte e ci conduca alla beata eternità. 
Amen.



Teresina attraverso i ricordi di Suor Maria della Trinità, ci ha fatto comprendere -in questi primi giorni della novena- che la "piccola via" non è semplicemente un abbandono "passivo" fra le braccia di Gesù (il nostro ascensore per la santità!), al contrario, essa è un lavoro costante e spesso costoso per la nostra natura umana.
La stessa Santa di Lisieux ci  ha dato lei per prima il modello cui guardare per seguire la strada dell'infanzia spirituale, costi quello che costi alle nostre naturali disposizioni e inclinazioni umane e di carattere.
Ecco cosa ci ha lasciato scritto Suor Maria della Trinità,  -nella sua deposizione al proceso di beatificazione- a proposito della grande carità "eroica" che animava suor Teresa di Gesù Bambino:

"Per più di tre anni ebbe, come prima di ufficio, la suora più esigente che si posa incontraare; con le sue numerose manie e richieste farebbe perdere la pazienza ad un angelo; è il giudizio di tutte coloro che la conosco.
(la cosiddetta prima di ufficio è la monaca responsabile di una certa mansione - per esempio la confezione degli abiti- mentre la seconda è la consorella che la aiuta e la sostituisce in caso di necessità)
Occorre una virtù eroica, per piegarsi a tutti i suoi capricci.
Quando vedeva suor Teresa di Gesù Bambino che andava a sbrigare una commissione urgente, si metteva davanti a lei e, camminando a piccoli passi, le impediva di superarla.
La stordiva tutto il giorno con le sue prediche; i suoi discorsi erano delle vere sciarade e non esprimeva mai chiaramente il suo pensiero.
Un giorno che mi parlava in tal modo, le dissi con tono spazientito: ho fretta; ditemi francamente quello che volete; io non capisco ciò che dite!

Oh, mia piccola sorella-mi rispose- suor Teresa di Gesù Bambino non mi hai mai parlato come voi!

Riferiì la cosa alla Serva di Dio, che mi disse:
Siate molto dolce con lei; è malata; poi è un atto di carità lasciarle credere che ci fa del bene e questo ci dà la possibilità di praticare la pazienza.
Ebbene, potete fare quello che faccio io; non è molto difficile; bisogna cercare di non adirarsi interiormente, di addolcire il proprio animo con pensieri caritatevoli; dopo, la pazienza si pratica quasi naturalmente".

Quante volte incontriamo, durante la nostra giornata, persone un poco importune, le famose "mosche" che, come diceva Papa Luciani, ci infastidiscono e mettono alla prova il nostro carattere, la nostra pazienza, il nostro essere cristiani autentici!
Non è facile agire con loro animati sempre dalla carità, non è sempre facile vedere anche in quelle persone -soprattutto in loro- Gesù che ci parla attraverso un nostro fratello, una nostra sorella.
Santa Teresina ne era consapevole, infatti ci dice che occorre  "cercare" di non adirarsi.
Se cerco una cosa, vuol dire che ancora non l'ho trovata, o che almeno, si tratta di una cosa che devo prima cercare ogni volta e poi trovarla.
La natura umana ha le sue "imperfezioni", vale a dire quei moti primi istintivi che non possiamo del tutto cancellare da noi, perché fanno parte del nostro...dna caratteriale!
Però possiamo provare a dominarli, a convertirli in qualcosa di buono!

Quando allora ci capitano le occasioni di essere importunati da qualcuno, che magari ci chiede piccoli favori che potrebbe sbrigare da solo, o che fa sfoggio con noi di un particolare suo difetto che mette alla luce anche le nostre debolezze interiori, proviamo a seguire l'esempio di anta Teresina.
Cominciamo a cercare la pace interiore.
Come?
"Addolcire il proprio animo con pensieri caritatevoli": ce lo dice Teresina stessa!
Qualoi possono essere, in concreto, questi pensieri?
Sono tanti, ad esempio: potremmo dirci che quella persona che abbiamo di fronte, starà agendo con  retta intenzione, anche se a noi non sembra, e quindi agli occhi di Dio non compie alcun peccato.
Perché allora io devo attaccarla verbalmente o dimostrarmi scostante?

Potremmo ancora dirci che, se ci chiede un favore che potrebbe sbrigarsi da sola, forse ritiene che noi possiamo renderglielo con maggiore delicatezza, quindi  ci sta anche regalando un atto di carità, chiedendo a noi di aiutarla....ma magari non riesce a dircelo con parole che a noi parrebbero più "luinghiere" per il nostro orgoglio...
Perché allora dovrei negarle quel piccolo favore?

Potremmo ancora dirci che quel suo modo di fare è frutto del suo carattere, si, ma che noi non sappiamo fino a quale punto lo domini e che magari quello che a noi appare un grande difetto, sia magari il risultato di un grosso lavoro di "contenimento".
Chi siamo noi per giudicare?

Ecco, se inseguiamo pensieri di questo tipo ed altri simili, Teresina ci assicura che poi la pazienza si pratica "quasi facilmente": la nostra santina è molto obiettiva. 
Non ci dice: si pratica facilmente, ma"quasi", perché siamo peccatori e quindi avremo sempre un piccolo forzo da fare.
Ma il Signore lo premierà  e volta per volta ci farà superare le nostre difficoltà!
Quello sforzo è proprio il nostro "segno" concreto d'amore a Gesù: siamo disposti ad affrontarlo per farGli piacere!
Coraggio! Chiediamo aiuto alla nostra Santina!

venerdì 23 settembre 2011

NOVENA A SANTA TERESA DI LISIEUX- Secondo giorno: la piccola via è accettare con gioia la mortificazione


O Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Dottore della Chiesa, che nella tua breve esistenza sei stata esempio di angelica purezza, di forte amore e di generoso abbandono a Dio, volgi uno sguardo di compassione a noi che confidiamo in te.
 Fa' tuoi i nostri desideri, e rivolgi per noi una parola alla Vergine Maria di cui fosti figlia prediletta e "che ti sorrise sul mattino della vita". 
Dille che, come Madre di Dio e degli uomini, ci ottenga con la sua potente intercessione la grazia che tanto desideriamo, e che l'accompagni con una benedizione che ci fortifichi in vita, ci assista in morte e ci conduca alla beata eternità. 
Amen.



Santa Teresa di Lisieux usava, non di rado, un linguaggio volutamente infantile e giocoso" per parlare della piccola via dell'infanzia spirituale.
Ricorreva a questo sistema anche con la sua novizia, Suor Maria della Trinità, e per spiegarle come la strada spirituale da lei tracciata comportasse l'accettare con gioia le mortificazioni ricevute, sfruttò  un particolare espediente, prendendo spunto da un episodio realmente accaduto al Carmelo di Lisieux.

Ecco come lo descrive la stessa Suor Maria della Trinità, nei suoi "Consigli e Ricordi":

"Nel mese di dicembre 1896 le novizie ricevettero vari ninnoli per l'albero di Natale.
Ed ecco che per caso si trovò in fondo alla scatola magica un oggetto molto raro al Carmelo: una trottola!
Le mie compagne dissero: Com'è brutta! A che cosa può servire?
Io, che conoscevo bene il gioco, afferrai la trottola, gridando: Ma è molto divertente: potrebbe andare senza fermarsi un'intera giornata, mediante buoni colpi di frusta!
La mia suor Teresa di Gesù Bambino mi osservava senza dire niente e il giorno di Natale, dopo la Messa di Mezzanotte, trovai nella nostra cella la famosa trottola con questa deliziosa letterina:
Vorrei giocare alla trottola e, se vuoi, la trottola sai tu.
Te ne do' una per modello; come vedi, non è bella; chi non sa servirsene la butterà via a calci, ma un bambino salterà dalla gioia vedendola e dirà: com'è divertente!
Può girare tutto il giorno senza fermarsi.
Io, Gesù bambino, ti amo, benché tu sia senza attrattiva alcuna, e ti prego di girare sempre per divertirmi...
Ma per far girare la trottola occorrono dei colpi di frusta...
Lascia che le tue sorelle ti rendano questo servizio e sii riconoscente verso quelle che saranno più assidue a farti girare di più.
Quando mi sarò divertito molto con te, ti condurrò lassù e allora potremo divertirci senza soffrire".

Seguire Teresa nella via dell'infanzia spirituale significa rendersi disponibili a "porgere l'altra guancia", come Gesù ci insegna nel Vangelo.
Ne abbiamo occasione frequentemente, forse molto più di quanto a noi sembri: ogni giorno ci capita -in famiglia, sul luogo di lavoro, fra gli amici- di vivere momenti di incomprensione, in cui magari una nostra buona intenzione venga scambiata per cattiva, o in cui qualcuno ci accusi ingiustamente di qualche piccolezza.
Quante occasioni, di salvare anime, sprechiamo in questi casi!
Subito corriamo ai ripari, scusandoci, giustificandoci, lamentandoci, magari alzando anche la voce.
Non sappiamo sfoderare il bel sorriso che usava invece Santa Teresina, allorché qualcuno le muoveva un rimprovero o la accusava di "imperfezione".
Non sappiamo ringraziare l'altro della correzione, non sappiamo dire a Gesù un TI AMO accettando in pace quella mortificazione, senza subito alzare prontamente il muro della difensiva e senza impugnare le armi per combattere.
Ma cosa ci guadagniamo, da quei "combattimenti"?
Molte volte finiamo col fare parole su parole...altre volte scateniamo piccoli momenti di tensione...altre ancora ci togliamo per un po' il saluto....
Tutto questo quando basterebbe accettare silenziosamente quello che non ci pregiudica su cose gravi ed importanti, ma che sappiamo può far piacere a Gesù, se accolto con amore ed offerto per salvare le anime dei peccatori.
Costa molto alla natura questo "silenzio" esterno che si deve fare anche silenzio interiore.
La mortificazione non è mai semplice, è un cammino graduale.
Santa Teresina stessa confidò in "Storia di un'anima" che la sua prima mortificazione nel non giustificarsi, costò molto alla sua natura.
Ma una volta cominciati....si è a metà dell'opera.
Che Santa Teresina ci aiuti in questo difficile cammino!

giovedì 22 settembre 2011

NOVENA A SANTA TERESA DI LISIEUX- Primo giorno: la piccola via non è "quietismo"!



Per la novena a Santa Teresa del Bambin Gesù ci verrà in aiuto, quest'anno, Suor Maria della Trinità e del Volto Santo, anche lei carmelitana scalza, anche lei francese, anche lei animata dal desiderio di farsi santa seguendo la "piccola via" dell'infanzia spirituale tracciata da Teresina.

C'è di più: Suor Maria della Trinità ebbe un rapporto specialissimo con la santa di Lisieux.
Fu infatti novizia sotto la sua direzione e la possiamo a ben ragione definire la migliore amica della santina, tanto da essere considerata, anche dopo la morte di Teresa, come una di "famiglia" da parte delle tre sorelle Martin rimaste al Carmelo di Lisieux.
Le testimonianze che ci ha lasciato sono state raccolte nel volume "Maria della Trinità- l'amica di Therese- e comprendono anche la  corposa deposizione al processo di canonizzazione, una delle più lunghe che possediamo.
I brani che faranno da spunto di meditazione per questa novena saranno proprio tratti dal volume sopra indicato.


O Santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Dottore della Chiesa, che nella tua breve esistenza sei stata esempio di angelica purezza, di forte amore e di generoso abbandono a Dio, volgi uno sguardo di compassione a noi che confidiamo in te.
 Fa' tuoi i nostri desideri, e rivolgi per noi una parola alla Vergine Maria di cui fosti figlia prediletta e "che ti sorrise sul mattino della vita". 
Dille che, come Madre di Dio e degli uomini, ci ottenga con la sua potente intercessione la grazia che tanto desideriamo, e che l'accompagni con una benedizione che ci fortifichi in vita, ci assista in morte e ci conduca alla beata eternità. 

Amen.



Nella sua deposizione per il proceso apostolico di Santa Teresa, ecco cosa disse Suor Maria della Trinità:

"La feci partecipe della mia intenzione di spiegare la sua piccola via d'Amore ai miei genitori ed amici.
Oh, mi disse- Fate molta attenzione nello spiegarvi, poiché la nostra piccola via mal compresa potrebbe esere presa per quietismo o illuminismo.
Mi spiegò allora queste false dottrine per me sconosciute.
Non crediate- mi disse- che seguire la via dell'Amore sia seguire una via di quiete, tutta dolcezze e consolazioni.
Ah! E' tutto il contrario.
Offrirsi come vittima all'Amore è consegnarsi senza riserve alla buona volontà divina, è essere disposti a dividere con Gesù le sue umiliazioni, il suo calice di amarezza"...

Farsi piccoli significa fidarsi di Colui che è infinitamente Grande: affidarsi completamente a Lui, accettando di rinunciare a noi stessi in molte cose...forse anche in tutto.
Farsi piccoli significa, come diceva Teresina, vivere abbandonati all'amore, pronti a privarci di quello che, nel nostro carattere, ci spingerebbe solo all'egoismo ed all'orgoglio, alla felicità materiale, alla soddisfazione del proprio io.
Tutto questo è quindi un vero programma di ascesi, in cui l'essere piccoli non significa godere di speciali consolazioni spirituali, ma essere disposti a mortificarsi in tutte le numerose, molteplici occasioni, che anche una vita "ordinaria", apparentemente banale ci mette a disposizione.
Prendiamo anche noi la nostra "croce" e seguiamo Gesù: non per forza la Croce è infatti costituita da grandi prove o sofferenze straordinarie.
La rinuncia alla propria volontà in cose piccole è quel "rinnegare sè stessi" che ci consente di dimostrare di essere realmente "a immagine e somiglianza" di Nostro Signore!
Preghiamo con fiducia Santa Teresina, affinché ci renda disponibili a questa rinuncia dell'io, consapevoli che  "chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà". (Lc 9,24)