domenica 12 dicembre 2010

MEDITIAMO IL SANTO ROSARIO. I misteri della Luce



Qui potete leggere la meditazione del secondo mistero


3° MISTERO

LA PROCLAMAZIONE DEL VANGELO E L'ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO

(Gesù racconta una parabola- Cappella del Santo Rosario- Suore Domenicane Newborgh New York 


Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme”. (Lc 13, 22)



"I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro.

Allora egli disse loro questa parabola:

Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova"? (Lc 15 2-4)


Il Vangelo è annuncio della buona novella e, percorrendo le varie tappe della vita pubblica di Gesù, non facciamo altro che incontrarLo, in giro per villaggi, fra poveri, storpi, indemoniati, ammalati nel fisico.
“Il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo” (Mt 8, 20) e passa infatti di paese in paese, dalle acque del mare alla montagna, cercando di raggiungere quanti ancora aspettano che venga loro rivelato l'Amore Misericordioso di Dio Padre.

Che grande mistero di umiltà: il Figlio di Dio, Colui che poteva rimanere nella beatitudine del Paradiso, per 33 anni è “sceso” proprio dal Paradiso, si è incarnato, è vissuto su questa terra, svolgendo la propria esistenza umana in condizioni non di certo adatte ad un Re, anzi, al Re dei Re!
Eppure, mai si è lamentato di fame, freddo, stanchezza; mai ha pronunciato una sola parola per far pesare sugli altri l'ingratitudine con cui veniva accolto dalla sua gente, mai un lamento, una parola che potesse indurre alla “compassione”.

Eppure, quanto avrà sofferto, nell'intimo, di questa incapacità umana di ricambiare l'Amore gratuito che Egli veniva a portare, di non essere riconosciuto come il Re dei cuori!

Prendiamo esempio da questa grande umiltà di Nostro Signore, che nel corso della Sua “missione” terrena non ha disprezzato di dormire su una barca, in mezzo al mare, di mangiare alla mensa dei poveri, di circondarsi di amici semplici, quali erano gli Apostoli -poveri pescatori- e non si è risparmiato alcuna fatica, pur di ritrovare la pecora smarrita!

Da Gesù possiamo imparare questa umiltà che ci rende semplici nel trattare con tutti -a prescindere dalla condizione sociale nostra e altrui-, ma anche infaticabili nella nostra missione di apostolato.
Quando ci sentiremo colmati di un qualche dono spirituale, non riteniamoci migliori di altri, ma offriamo con grande carità, questo regalo come un qualcosa da condividere con i nostri fratelli, sull'esempio di San Paolo che dice "accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni. Uno crede di poter mangiare di tutto, l'altro, invece, che è debole, mangia solo legumi.
Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto". (Rom 14, 1-3)
Allora, anche noi ci faremo strumenti di cui Gesù si servirà, per essere di aiuto ai nostri fratelli, nel comune cammino verso la santità: "Voi stessi date loro da mangiare" (Mc 6, 36).

Che la Vergine Maria ci aiuti in questo impegno quotidiano di fraterna condivisione, consapevoli che nessun dono, anche spirituale, va nascosto, ma condiviso, per il bene di tutti, senza stancarci di essere apostoli, anche quando il seme che Gesù getta -per mezzo di strumenti imperfetti come noi siamo- non dà subito il frutto sperato!


"La pazienza tutto ottiene", ci dice Santa Teresa d'Avila, dunque, mai scoraggiarsi, ma sempre andare avanti, con tanta fiducia in Colui che è Onnipotente!

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