giovedì 24 giugno 2010

Ricordi dell'Ostensione della Santa Sindone. Pensieri delle Clarisse Cappuccine di Moncalieri



Qualche giorno fa ho ricevuto uno splendido scritto, testimonianza e memoria delle Clarisse Cappuccine di Moncalieri, relativo alla visita del Santo Padre a Torino, in occasione dell'Ostensione della Santa Sindone.
Ne condivido con voi alcuni passaggi, invitandovi a visitare (per chi non l'avesse già fatto), il sito ufficiale delle Sorelle! 
Vi consiglio anche di guardare e gustare la bella conferenza di Mons. Ghiberti, che ha avuto luogo qualche mese fa presso la Chiesa del monastero delle Carmelitane Scalze di Moncalieri.




Carissimi,
abbiamo vissuto con particolare intensità di preghiera il tempo di grazia che il Signore ha donato a tutta la Chiesa e a ogni uomo, con l'Ostensione della Sindone a Torino dal 10 Aprile al 23 Maggio.
Il Papa Benedetto XVI durante il Regina Coeli dell'11 Aprile aveva comunicato l'inizio dell'evento auspicando che: "questo atto di venerazione aiuti tutti a cercare il Volto di Dio: fu l'aspirazione degli apostoli ed è anche la nostra aspirazione. Anch'io, a Dio piacendo, mi recherò a venerarla domenica 2 Maggio".
Per la prima volta senza le toppe e ripulita dai residui dell'incendio che la colpì nel 1532 la Sindone è stata presentata a milioni di pellegrini giunti a Torino.
Mons. Giuseppe Ghiberti, Presidente della Commissione Diocesana per la Sindone così si è espresso:
"Penso che le Ostensioni siano sempre state manifestazioni di fede. L'accorrere di tanta gente appartiene alla storia narrata dall'immagine che ci guarda dalla figura impressa sul telo sindonico. Alla Sindone si giunge in pellegrinaggio, che significa presa di distanza dal rumore assordante di un quotidiano dagli ingranaggi implacabili, ma nella condivisione premurosa dei sentimenti e delle pene del fratello e della sorella che ci stanno accanto, gomito a gomito. Molto più della novità i pellegrini riporteranno nella loro vita i frutti di un incontro con quel «segno» benedetto e con ciò a cui il segno rimanda: spontaneamente parlare della Sindone porta a parlare di Gesù. Perché si tratta di Gesù questa ricerca assume il suo appassionante valore".
Il tema scelto per questa ostensione: Passio Christi - passio hominis, ha sottolineato che questo pellegrinaggio voleva essere innanzitutto un percorso spirituale, una contemplazione di quello «specchio del Vangelo» che è un invito a vivere ogni esperienza, compresa quella della sofferenza e della suprema impotenza nell'atteggiamento di chi crede che l'amore misericordioso di Dio vince ogni povertà, ogni condizionamento, ogni tentazione di disperazione.
Questo percorso spirituale è stato fortemente segnato dalla visita pastorale del Santo Padre il 2 Maggio con un intenso programma culminato in Duomo, nel tardo pomeriggio, per venerare il santo Telo insieme alle Comunità Claustrali e Contemplative del Piemonte.
Con le Sorelle di Torino abbiamo desiderato vivere insieme questo evento, testimoniando nella Diocesi la nostra presenza di Clarisse Cappuccine. Due volontari e il pulmino delle Suore Camilliane della nostra città ci hanno permesso di raggiungere il monastero di Borgo Po, dove ci siamo incontrate con le Sorelle. E’ stata una graditissima sosta e un nuovo incontro fraterno nella cornice fiorita del loro giardino che ci ha fatto ricordare la visita dell’autunno precedente. Più tardi, la fraternità è diventata un "mini pellegrinaggio" verso il Duomo, dove siamo diventate una fraternità ampia e variegata per la presenza di tanti Ordini monastici, con una evidente gioia di conoscerci e stare insieme: eravamo un unico monastero. Abbiamo percorso a piedi e in silenzio l’ultimo tratto dei Giardini Reali per giungere in Duomo a venerare la S. Sindone per un buon tempo: in questa mezz’ora di commossa preghiera, siamo state guidate e aiutate da Mons. Giuseppe Ghiberti e dopo, in attesa dell’arrivo del Santo Padre, abbiamo celebrato i Vespri solenni con i Canonici del Capitolo Metropolitano, sempre avvolte da quella comunione profonda che ci faceva essere un cuor solo e un’anima sola.
Mentre ringraziamo il Datore di ogni Bene per il grande dono ricevuto, conserviamo ancora nel cuore e diventa contenuto della nostra preghiera la meditazione che ci ha rivolto il Santo Padre.
Nel riprendere il materiale documentativo sulla Sindone abbiamo trovato il testo della relazione storica redatta dalle Sorelle Clarisse di Chambery che nel 1532 hanno ricevuto l'incarico di riparare il telo sindonico danneggiato da un incendio. Abbiamo letto la cronaca dettagliata degli avvenimenti e, partecipi della stessa sensibilità clariana, ci siamo immedesimate nei sentimenti suscitati in loro dall'eccezionale grazia ricevuta. Vi offriamo alcuni brani del testo particolarmente espressivi.
«Giovedì 16 Aprile, verso le otto del mattino, mentre tutte le campane suonavano si fece una processione generale, nella quale Monsignor Legato portava il santo Sudario.
Lo ricevemmo in processione, coi ceri accesi. Lo distesero sul tavolo per esaminare le parti che si dovevano rammendare. Il predicatore lesse il Breve apostolico che sua Santità aveva inviato a sua Altezza, col quale permetteva alle povere figlie dell'Osservanza di Santa Chiara della città di Chambéry di ripararlo. Monsignor Legato ci raccomandò di averne una cura esattissima, e di pregare Dio che ci facesse la grazia di compiere questa santa azione secondo la sua santa volontà.
Facevamo scorrere il nostro sguardo su e giù per tutte le ferite sanguinanti del suo sacro corpo, le cui impronte apparivano su questo santo Sudario; ci sembrava che l'apertura del costato, come la più eloquente del cuore, ci dicesse incessantemente queste parole: «O vos omnes qui transitis per viam, attendite et videte si est dolor similis sicut dolor meus». Tutte le Suore lo contemplarono molto attentamente, con una consolazione che non si può esprimere, e noi vedemmo attraverso queste belle impronte come veramente egli era il più bello dei figli degli uomini.
Fu stabilito che che sabato 2 Maggio sarebbero venuti a prenderlo. Tutte le campane della città suonarono, oltre le trombe ed altre sinfonie. Intanto i Signori Vescovi coprirono il santo Sudario con un drappo d'oro e lo portarono via, e noi cominciammo a cantare l'inno: 'Jesus nostra redemptio'., e noi rimanemmo povere orfane di Colui che ci aveva così benignamente visitate con la sua santa immagine».

Sorelle Clarisse Cappuccine
Monastero Sacro Cuore
Moncalieri To




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